Via libera della Camera al decreto Carburanti, Confcommercio: “Evitare costi e oneri burocratici"

- di: Daniele Minuti
 
La Camera ha ufficialmente dato il via libera  (con 155 voti favorevoli, 103 contrari e 3 astenuti) al decreto legge contenente le norme sui prezzi dei carburanti, il rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi e il sostegno per la fruizione del trasporto pubblico: ora il testo passerà all'esame del Senato e andrà convertito entro il 15 marzo. E le reazioni non si sono fatte attendere, fra cui quella di Confcommercio.

Via libera della Camera al decreto Carburanti, Confcommercio: “Evitare costi e oneri burocratici"

Le misure principali del decreto vengono descritte nella nota ufficiale:

Cartelloni con prezzi: i gestori dovranno esporre il prezzo medio su base regionale pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. I gestori avranno 30 giorni di tempo per adeguare la cartellonistica. In caso di violazione, sono previste multe da 500 fino a 6mila euro, con possibilità di chiusura dell'impianto da 7 a 90 giorni dopo la terza inottemperanza;

Bonus benzina di 200 euro: arriva la proroga anche per l'anno in corso del Bonus benzina, noto anche come Bonus carburanti. I voucher o altri titoli analoghi per l'acquisto di carburanti, sono ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti e non concorrono alla formazione del reddito;

Bonus trasporti fino a 60 euro: l'agevolazione per acquistare abbonamenti per servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, è stata prorogata fino al 31 dicembre 2023, entro un limite di spesa di 100 milioni di euro, per le persone con reddito fino a 20mila euro;

Nessun tetto ai prezzi in autostrada:
l'ipotesi era circolata durante il primo passaggio del decreto in CdM, ma aveva subito suscitato dubbi di costituzionalità e di possibili violazioni delle norme per la tutela della concorrenza;

"Accisa mobile": il decreto ha previsto una semplificazione del meccanismo chiamato "accisa mobile", introdotto dalla Finanziaria del 2008, con la quale è stata introdotta la possibilità di ridurre, con decreto, le aliquote di accisa sui prodotti energetici utilizzati come carburanti o combustibili per il riscaldamento per usi civili. La misura ha l'obiettivo di compensare le maggiori entrate dell'imposta sul valore aggiunto che derivano dalle variazioni del prezzo internazionale (in euro) del petrolio greggio;

Rafforzato Mr Prezzi:
il decreto ha rafforzato gli strumenti a disposizione del Garante per la sorveglianza dei prezzi e ha previsto la formazione di una Commissione di allerta rapida di sorveglianza.


Luigi Taranto
, segretario generale di Confcommercio, in audizione davanti alla Commissione Attività Produttive della Camera sui contenuti del decreto legge, ha commentato: "Le rilevazioni sistematiche sui prezzi medi dei carburanti operate dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica hanno chiarito l’insussistenza di pratiche speculative da parte dei rivenditori all’origine dell’incremento dei prezzi dei carburanti, sperimentato ad inizio d’anno. Per effetto della progressiva riduzione degli sconti sulle accise si poteva infatti prospettare, nel passaggio d’anno, un incremento del prezzo di benzina e gasolio leggermente superiore a 18 centesimi di euro per litro. I prezzi medi alla pompa diffusi dal Mase, nella prima settimana del 2023, hanno, invece, segnalato incrementi nell’ordine di 16 centesimi di euro per litro, rispetto alla settimana precedente. Al netto della tassazione, il prezzo medio dei carburanti si è quindi ridotto, in una settimana, di circa il 2%. Va però affrontato il problema di lungo corso del carico fiscale gravante sui carburanti. Come è stato evidenziato dall’Osservatorio della Commissione Europea sui prezzi dei carburanti, il contributo del prelievo fiscale sul prezzo del gasolio in Italia è il più alto tra i Paesi dell’Unione, mentre quello sul prezzo della benzina è superato soltanto dal dato della Finlandia. Così se i prezzi al netto della tassazione di entrambi i prodotti sono, in Italia, inferiori ai valori medi europei, dopo la tassazione essi superano tali valori medi.
Quanto alle nuove disposizioni circa l’adeguamento della cartellonistica di pubblicizzazione dei prezzi presso i punti vendita non risultano utili e proporzionate rispetto all’obiettivo della diffusione di un consumo consapevole e informato, rammentato all’articolo 1, comma 5, del provvedimento in esame. Al fine di non gravare le imprese proprietarie delle infrastrutture di costi e oneri burocratici, di non attribuire ai gestori degli impianti ulteriori incombenze e di offrire ai consumatori un’informazione chiara e non ridondante, riteniamo, pertanto che, in luogo dell’adeguamento della cartellonistica sui punti vendita, andrebbe rafforzato il potenziale informativo dell’Osservatorio del Ministero delle Imprese e del made in Italy denominato ‘Osservaprezzi Carburanti’. Tale strumento informativo - peraltro già accessibile su sito internet e a mezzo app – potrebbe essere potenziato, rendendovi appunto disponibile anche il dato del prezzo medio. Inoltre, si potrebbe prevedere, presso i punti vendita e in prossimità degli erogatori di carburante, l’esposizione di un QR code che rimandi alla pagina di ‘Osservaprezzi Carburanti’"
.

Il decreto legge conferma l'obbligo per i distributori su strade e autostrade di esporre i cartelloni con la media dei prezzi di riferimento accanto ai prezzi praticati, misura molto criticata dall'Antitrust, con le sanzioni comprese tra i 200 e i 2.000 euro per la violazione degli obblighi di esposizione o aggiornamento settimanale dei prezzi e una griglia di giornate di sospensione dell'attività. Vengono inoltre rafforzati i poteri del Garante per la sorveglianza prezzi, che redigerà una relazione trimestrale per prevenire comportamenti scorretti.

Figisc-Confcommercio ha rilasciato una nota per commentare la decisione: "Nonostante tutta la filiera, gli esperti di settore e l’Antitrust avessero bocciato il famigerato cartello del prezzo medio, nonostante tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione, compattamente, abbiano cercato una mediazione ragionevole, presentando emendamenti per cercare di ‘migliorare’ un provvedimento nato ‘di pancia’ su presupposti e dati oggettivi sbagliati ed incontrollati, il Governo si impunta imponendo il voto di fiducia, come fosse una questione di vita o di morte, continuando ad individuare i gestori quali responsabili di una speculazione che non esiste al livello della fase finale della distribuzione. I dati oggettivi sono che solo nel mese di gennaio la Guardia di Finanza, con l’ausilio di 650 pattuglie, ha effettuato oltre 2.500 verifiche sugli impianti (a fronte di circa 5000 controlli eseguiti in tutto il 2022) arrivando a sanzionare perfino la mancata esposizione di un cartello del prezzo medio previsto dal decreto che non solo deve essere ancora convertito, ma di cui mancano ovviamente i decreti attuativi che dovranno individuare sia le modalità e le tempistiche del cartello sia l’elaborazione del famigerato ‘prezzo medio regionale che vi si dovrà esporre, in sostanza sanzionando la mancata presenza di un cartello in bianco. Tutto ciò mentre nella zona grigia dei soggetti che non si sono mai iscritti al portale del Ministero si continua a non comunicare i prezzi praticati, mentre continuano le frodi fiscali e a un livello più alto – e quindi inarrivabile da controllare – si sviluppano le speculazioni di ordine finanziario che si annidano nei mercati internazionali del greggio e dei prodotti raffinati. A puro scopo mediatico, ci si accanisce proprio sulla parte della filiera che è, per vincoli commerciali ed economici, l’unica a non poter agire sul prezzo finale. Figisc/Anisa confcommercio, assieme ai propri gestori della rete stradale ed autostradale, esprime il più vivo disappunto per un Esecutivo che, in piena contraddizione, da un lato ha dichiarato pubblicamente che la categoria non è responsabile di alcuna speculazione, mentre dall’altro la sottopone ad ulteriori controlli e sanzioni, sostenendo nei fatti le ragioni di una campagna denigratoria che la identifica ancora come la causa degli elevati prezzi dei carburanti portando avanti un’ideologia del ‘cartello’ che non reca alcun beneficio, per gli automobilisti italiani, ma anzi li espone al rischio di un allineamento dei prezzi verso l’alto e a una riduzione della concorrenza. Assieme ai colleghi delle altre sigle sindacali valuteremo ulteriori iniziative di protesta".

Di simile tenore la nota di Assopetroli Assoenergia: "La notizia che il Governo tiri dritto sul decreto carburanti ponendo addirittura la fiducia è incomprensibile e rammarica profondamente. Assistiamo a una sproporzione evidente. È la dimostrazione di un decisionismo ostinato che va oltre il merito della questione che, a questo punto, sembra contare poco o nulla. È in atto una strumentalizzazione politica che porta a imporre con la forza una soluzione finta ad un'emergenza altrettanto finta, quella del caro benzina. Una strumentalizzazione giocata come sempre sulla pelle delle imprese, vittime incolpevoli di quello che appare un regolamento di conti dentro la maggioranza. A nulla è valso il ciclo di audizioni in Commissione parlamentare. A nulla il coro di critiche fondate, in particolare sul totem del prezzo medio. Inascoltato perfino il Presidente AGCM Rustichelli che ha bollato la misura simbolo del Decreto come inutile e dannosa per la concorrenza. Nessun ripensamento nemmeno sul corollario di sanzioni draconiane per gli esercenti, a fronte di violazioni bagatellari sull'obbligo di comunicazione all'Osservaprezzi, che nulla hanno a che fare con la presenta speculazione. Inutili pure tutti gli emendamenti migliorativi del provvedimento. Contro tutto e tutti il Governo tira dritto smentendo gli auspici e perfino le promesse fatte nei tavoli di confronto con sindacati e rappresentanze. Non certo un buon viatico per la collaborazione leale e costruttiva con le imprese che dovrebbe portare alla riforma organica del settore a cui il Governo si dice interessato"     

Assopetroli-Assoenergia ha partecipato al dibattito: "Malgrado il parere contrario dell'Antitrust, espresso in più occasioni, e gli emendamenti a firma degli altri partiti di maggioranza e di tutte le opposizioni, il Governo resta fermo sull’irragionevole decisione di imporre la realizzazione di un nuovo cartello per esporre il prezzo medio dei carburanti. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato l'ha definita un'operazione non solo inutile, ma persino dannosa, in quanto i benefici per i consumatori ‘appaiono incerti’ a fronte del rischio di una possibile ‘riduzione degli stimoli competitivi’ per il mercato. In un’ottica di propositiva collaborazione però, potrebbero essere necessari itavoli istituzionali convocati al Ministero ed in ogni occasione utile in Commissione, in subordine rispetto all'eliminazione dell'obbligo, la possibilità di accedere alla conoscenza del prezzo medio tramite un QR Code di rimando al sito ministeriale Osservaprezzi Carburanti. Tale soluzione appare più adeguata alle opportunità digitali che la tecnologia consente, con facilità, da qualsiasi smartphone. Soprattutto non rappresenta un esborso oneroso nella realizzazione di nuove infrastrutture, tra costi amministrativi e di costruzione, che rischia di ricadere sui consumatori. La caparbietà del Governo su questo punto appare quindi irragionevole, e le uniche ragioni che possono giustificare tale scelta sono quelle di un braccio di ferro mediatico, che poco ha a che fare però con la realtà dei fatti e con l'impegno responsabile del settore carburanti in questa particolare fase storica".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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