Trump spacca pure la Chiesa Usa. E l’algoritmo di Musk potrebbe influenzare il conclave
- di: Bruno Coletta

La rielezione di Donald Trump – il presidente forse più divisivo della storia Usa e che su questa divisione radicale della società americana politicamente prospera - sta generando una frattura senza precedenti anche all’interno della Chiesa cattolica negli Stati Uniti. Tra i vescovi si delineano due fronti contrapposti: da un lato, coloro che vedono nel trumpismo una benedizione per aver demolito le retoriche progressiste su gender e inclusività; dall’altro, una resistenza guidata da figure come il cardinale Robert McElroy di Washington, che cercano di contrastare l’ascesa di un cattolicesimo nazionalista e sempre più polarizzato.
A complicare ulteriormente il quadro l’influenza crescente di Elon Musk, ormai presenza fissa accanto a Trump e sempre più attivo nell’orientare il dibattito politico e culturale. Secondo lo storico della Chiesa Massimo Faggioli “non sarebbe affatto sorprendente se Trump e Musk provassero a condizionare anche il prossimo conclave”, sfruttando la loro rete di potere e il loro controllo sui media digitali per orientare l’elezione del futuro Papa.
Il Vaticano contro Trump: uno scontro senza precedenti
Papa Francesco (foto) non ha mai nascosto la sua contrarietà alle politiche di Trump, in particolare sulla questione dei migranti. L’ultima lettera inviata ai vescovi statunitensi è un segnale forte: un invito a prendere posizione contro il crescente clima di intolleranza e chiusura. “Il compito della Chiesa non è quello di sostenere messaggi sociali di odio e razzismo”, scrive Francesco.
Ma la posizione del Pontefice sta esacerbando le tensioni all’interno della Chiesa americana, dove una parte considerevole del clero vede con favore la linea dura di Trump. “C’è un’anima della Chiesa che attende prima di esprimersi, mentre un’altra parte è apertamente entusiasta del ritorno di Trump alla Casa Bianca”, sottolinea Faggioli.
L’influenza di Musk e il rischio di un conclave politicizzato
L’inquietante scenario prospettato dagli osservatori riguarda la possibilità che il prossimo conclave venga condizionato da fattori esterni. Con Trump di nuovo al potere e Musk al suo fianco, il rischio di una manipolazione dell’informazione è concreto. Musk ha già dimostrato la capacità di influenzare le dinamiche politiche internazionali, come nelle recenti elezioni in Germania.
“Non mi stupirei se Musk utilizzasse i suoi canali di comunicazione per diffondere fake news su alcuni cardinali, influenzando così le decisioni dei votanti”, afferma Faggioli. “Ci troviamo di fronte a un cristianesimo postmoderno e anti-intellettuale, che si oppone alla scienza e abbraccia una visione messianica di Trump”.
Una Chiesa americana divisa tra fede e potere
La spaccatura nella Chiesa statunitense riflette un fenomeno più ampio: l’ascesa di una nuova forma di religiosità che si distacca sempre più dai principi tradizionali del cattolicesimo. La Casa Bianca ha da tempo un Ufficio per la fede, istituito sotto George W. Bush per connettere il governo alle organizzazioni religiose, ma con Trump questo organismo ha subito una mutazione profonda.
Sotto la guida della telepredicatrice Paula White, l’Ufficio per la fede è diventato un punto di riferimento per un cristianesimo della prosperità, che si allontana dal messaggio sociale della Chiesa e si concentra su un’ideologia individualista e imprenditoriale.
“Il tipo di cristianesimo accolto alla Casa Bianca è ora quello che meglio si adatta ai gusti del consumatore: predatorio, mirato alla raccolta fondi e sempre più distante dalla dottrina cattolica tradizionale”, avverte Faggioli. Questo fenomeno, che ha radici negli anni ‘70, è ormai diventato il cuore pulsante della Chiesa trumpiana.
Il dilemma del Vaticano: valori o finanze?
Di fronte a questa situazione, il Vaticano si trova in una posizione delicata. Da un lato, il Papa ha preso una posizione chiara contro le politiche divisive di Trump; dall’altro, la Chiesa statunitense resta una delle più ricche al mondo.
“Il Vaticano ha bisogno di fondi, e non c’è nessuna Chiesa più potente economicamente di quella americana”, osserva Faggioli. La lettera di Francesco ai vescovi è dunque un atto di coraggio: una sfida alla prima potenza finanziaria della Chiesa, che potrebbe avere ripercussioni nei prossimi anni.
La frattura tra Roma e Washington sembra destinata ad approfondirsi. Con un Trump sempre più influente tra i fedeli americani e un Musk pronto a riscrivere le regole del gioco con il suo potere mediatico, il futuro della Chiesa cattolica potrebbe essere più incerto che mai. Il rischio, per molti, è che il prossimo conclave venga influenzato da una nuova forma di populismo digitale, capace di orientare anche la più antica delle istituzioni.
Se così fosse, il futuro Papa potrebbe non essere scelto solo dai cardinali, ma anche dagli algoritmi di Musk e dalle strategie di Trump.