Australia, allarme antisemitismo: violenza in crescita, appello dei leader religiosi

- di: Bruno Coletta
 
Attacchi in aumento contro la comunità ebraica
L’Australia sta affrontando un’ondata preoccupante di antisemitismo, con un incremento significativo di atti vandalici, minacce e attacchi contro la comunità ebraica. Negli ultimi mesi diverse sinagoghe sono state bersaglio di incendi dolosi e graffiti con svastiche, mentre numerosi studenti ebrei hanno denunciato episodi di intimidazione nei campus universitari.
A Sydney, due sinagoghe sono state imbrattate con simboli nazisti a gennaio, mentre un asilo infantile ebraico a Maroubra è stato incendiato. Gli investigatori hanno trovato scritte antisemite vicino al luogo dell’attacco, alimentando timori che la violenza stia diventando sempre più organizzata.

Scoperta una bomba, ipotizzato un piano terroristico
Il 19 gennaio 2025 la polizia australiana ha scoperto un carico di esplosivi nascosto in un rimorchio a Dural, a nord-ovest di Sydney. Le forze dell’ordine temono che potesse essere usato per un attentato contro una sinagoga o un’altra istituzione ebraica. Il commissario della polizia federale australiana, Reece Kershaw, ha dichiarato che stanno indagando sulla possibilità che gruppi stranieri abbiano finanziato attentati attraverso criptovalute.
Stiamo esaminando se attori stranieri o singoli individui abbiano pagato criminali locali in Australia per compiere alcuni di questi atti nelle nostre città”, ha affermato Kershaw in un’intervista al Daily Telegraph.

L’appello dell’arcivescovo di Perth: “Proteggere gli ebrei”

Di fronte alla crescente ondata di violenza, l’arcivescovo di Perth e presidente della Conferenza episcopale cattolica australiana, Timothy Costelloe, ha lanciato un appello ai cristiani affinché si schierino in difesa della comunità ebraica.
Il Paese sta affrontando una verità profondamente sgradevole, quella che per alcuni nella nostra società la nozione di tolleranza e rispetto reciproco non comprenderebbe i nostri fratelli e sorelle ebrei”, ha scritto Costelloe in un editoriale pubblicato oggi su The Australian.
Il prelato ha condannato i numerosi episodi di violenza, sottolineando la vergogna di una società in cui “luoghi di culto ebraici vengono attaccati con bombe incendiarie, scuole ebraiche e altre istituzioni sono costrette a impiegare imprese di vigilanza, studenti universitari hanno paura di essere nei campus per timore di essere aggrediti o insultati, mentre case e auto di ebrei vengono imbrattate da graffiti osceni”.
Costelloe ha poi messo in guardia sul pericolo di lasciare che l’odio antisemita si diffonda senza controllo: “Il tutto nel nome della pace e della giustizia, ma in realtà è un’espressione di quell’odio insensato per gli ebrei che, quando una volta andò incontrollato in Europa, ha portato agli errori brutali dell’Olocausto”.

Le misure del governo per contrastare l’antisemitismo
Il primo ministro Anthony Albanese ha annunciato l’istituzione di un database nazionale per monitorare gli episodi di antisemitismo e migliorare la risposta delle autorità. Inoltre, sono stati stanziati fondi per rafforzare la sicurezza nelle scuole e nei luoghi di culto ebraici.
Parallelamente, la città di Melbourne sta valutando l’istituzione di una presenza di polizia fissa nei quartieri con alta densità di residenti ebrei, dopo che un incendio sospetto ha colpito una sinagoga a Ripponlea.
Il sindaco di Glen Eira, Simone Zmood, ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di misure di sicurezza più stringenti per proteggere la comunità. Le persone non devono vivere nella paura”.

Una battaglia culturale e sociale
La recrudescenza dell’antisemitismo in Australia ha spinto leader religiosi, politici e organizzazioni per i diritti umani a ribadire l’importanza dell’educazione e della consapevolezza per contrastare l’odio.
L’Executive Council of Australian Jewry ha chiesto un maggiore impegno nella sensibilizzazione pubblica, mentre gruppi interreligiosi stanno organizzando eventi per promuovere il dialogo tra comunità.
L’appello dell’arcivescovo Costelloe, insieme alle azioni delle autorità, evidenzia la necessità di una mobilitazione collettiva per arginare un fenomeno che rischia di minare la coesione sociale e i valori democratici dell’Australia.
(Nella foto il primo ministro australiano Anthony Albanese tra il cancelliere tedesco scholz e la premier italiana Giorgia Meloni)

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