Quattro appuntamenti con l’arte (a due passi dal mare)

- di: Samantha De Martin
 

FOTO: Yuval Avital, Lucus, Allestimento | © SamueleVincenti | CourtesyFondazione Biscozzi Rimbaud

Tuffarsi nell’universo giocoso della danza del mondo greco e romano, riascoltare la musica del passato, ripercorrerne i contesti e le armonie attraverso vasi in ceramica, avori, grandi statue in marmo arrivate in riva allo Stretto di Messina dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e dal Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa.

Il Museo dei Bronzi di Riace, a Reggio Calabria, è solo uno dei tanti scrigni a due passi dal mare, dove trascorrere qualche ora a tu per tu con la bellezza.

Ecco alcune idee per quanti non vogliono rinunciare all’arte nemmeno in vacanza.

A Reggio Calabria un tuffo nell’antica danza

Fino al 10 settembre al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria la mostra dal titolo Per gli dei e per gli uomini. Musica e danza nell’antichità offre uno straordinario spaccato sul ruolo che queste due importanti attività hanno ricoperto nel mondo greco e e romano.

Curato dal direttore del MArRC, Carmelo Malacrino, dall’archeologa Patrizia Marra e dalla studiosa di musica Angela Bellia, il percorso abbraccia oltre 160 opere arrivate dalle collezioni del MArRC, oltre agli affreschi e a numerosi strumenti antichi in bronzo prestati dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e dal Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi” di Siracusa.

Da non perdere l’affresco con Apollo e Dafne, realizzato a Pompei tra il 62 e il 79 d.C., pochi anni prima della disastrosa eruzione del Vesuvio, proveniente dalla parete ovest del peristilio della casa di Meleagro, dove era affiancato da altri dipinti a tema amoroso (esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli).

Il dipinto che immortala un imberbe Apollo con un mantello rosso mostra il protagonista intento a suonare uno strumento a cinque corde, con cassa rettangolare. Apollo volge lo sguardo verso Dafne. Diversamente dall’iconografia tradizionale, che la ritrae nella metamorfosi in albero di alloro, in questo affresco la ninfa, nuda con indosso solo una collana, sembra danzare sulle note del dio. In basso a destra è raffigurata una faretra, inclinata e poggiata a un alto piedistallo.

Il “bosco sacro” di Yuval Avital in mostra a Lecce

Alla Fondazione Biscozzi|Rimbaud di Lecce dodici maschere sonore, dalle effigi ieratiche, irregolari e irreali, emettono ineffabili suoni ancestrali.

Sono solo alcune delle presenze che animano la mostra di Yuval Avital, in corso fino al 7 gennaio.

L’artista multimediale e compositore, che da sempre sviluppa le sue opere in spazi diversi, tra luoghi pubblici, siti archeologici industriali, musei, teatri, sfidando le tradizionali categorie cristallizzate che separano le arti, sbarca in Salento con Lucus.

Per il quinto appuntamento espositivo dell’istituzione fondata nel 2018 dai coniugi Luigi Biscozzi e Dominique Rimbaud con l’intento di promuovere l’arte moderna e contemporanea attraverso un programma di mostre, Avital ha realizzato un progetto site-specific ispirato al bosco sacro, il lucus appunto, caro agli antichi romani ma altrettanto considerato dalle arti.

L’artista, alla costante ricerca di tracce umane e recuperi rituali, affascinato dalle differenti identità dei luoghi, ha ideato un percorso espositivo con l’obiettivo di creare interrelazioni con la comunità e le sue radici culturali e naturali, rievocando le remote aree boschive ricoperte dalla macchia della penisola jonico-salentina.

Le Novanta le opere in mostra, alcune recenti, altre realizzate appositamente, condividono l’utilizzo di linguaggi e mezzi espressivi diversi, di una creatività che unisce il fare artistico tradizionale alla multimedialità.

Un itinerario al Parco archeologico di Segesta

A mezz’ora d’auto da Trapani, nel cuore del Parco archeologico di Segesta, le installazioni vegetali e le sculture sonore dell’artista Gandolfo Gabriele David tracciano un percorso che conduce al cuore del Tempio dorico, visitabile dopo vent’anni anche al suo interno.

L’antico Tempio, mai completato, torna ad accogliere i visitatori interagendo con le installazioni e con le azioni rituali suggerite dall’artista.

Curato dallo storico dell’arte Lori Adragna e dal direttore del Parco, Luigi Biondo, organizzato da MondoMostre per il Parco archeologico, il progetto ELYMA (in corso fino al 19 maggio 2024) si snoda in un percorso punteggiato dalle opere ed arricchito da una sezione curata dalle archeologhe Maria Cecilia Parra e Chiara Michelini.

La mostra, che celebra la sacralità antica ritrovata, invita a dialogare con l’ambiente circostante, a perdersi e a ritrovarsi in una natura potente e presente, immergendosi nel cuore ancestrale della città stratificata dell’antica Segesta.

A Noto segnali di vita (in omaggio a Battiato)

Fino al 27 agosto nella suggestiva cornice della Sacrestia della Chiesa di Montevergini, a Noto,

allestita come temporary space della galleria d’arte bolognese Studio la Linea Verticale, cinque artisti rendono omaggio a Franco Battiato. “La linea orizzontale ci spinge verso la materia, quella verticale verso lo spirito” cantava il maestro siciliano in Inneres Auge.

Ad accompagnare il visitatore in questo viaggio interiore sono ritratti divini, portali metafisici,

icone scarlatte, simboli orientali e paesaggi interiori che reinterpretano il brano Segnali di Vita (1981), scelto tra tutta la produzione di Battiato per la sua capacità di disegnare al meglio il cammino evolutivo dell'umanità tra difficoltà e grazia. Attraverso la rilettura delle cinque strofe che lo compongono, ritornello incluso, Alberto Colliva, Francesca Dondoglio, Vale Palmi, Navid Azimi Sajadi, Claudio Valerio manifestano al pubblico la loro personale ascesa interiore.

Tags: arte
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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