Ambiente: il Giappone davanti al problema dello smaltimento dei pannelli solari

- di: Redazione
 
I pannelli solari, fondamentali per accedere alla fonte di energia rinnovabile, una volta esaurito il loro ciclo e, se non trattati efficacemente, potrebbero perdere sostanze altamente tossiche, se lasciati incustoditi in cumuli.
Secondo gli esperti, molti dei pannelli solari utilizzati per la produzione di energia verde raggiungeranno la fine della loro vita negli anni '30 e saranno eliminati. Questo ha determinato il via alla corsa nello sviluppo di sistemi per lo smaltimento dei pannelli solari usati. Uno dei Paesi maggiormente interessati al problema è il Giappone, dove il ricorso ai pannelli solari, negli ultimi decenni, è stato massiccio e, ora, si pone il problema di come smaltirli nel rispetto dell'ambiente.

Il Giappone deve fronteggiare il problema relativo allo smaltimento di pannelli solari

Già dal 2019un produttore di pannelli con sede a Tokyo, la NPC, ha sviluppato apparecchiature meccaniche che consentono di riciclare oltre il 90% dei materiali contenuti nell'impianto solare. Il dispositivo utilizza una lama riscaldata a 300 gradi circa per rimuovere il vetro dalla superficie del pannello. Il procedimento consente il recupero di altri materiali usati per realizzare i pannelli, come resina e rame.
Ogni unità dell'apparecchiatura - del costo di circa 870 mila dollari - ha la capacità di trattare un pannello solare al minuto e fino a circa 140.000 pannelli all'anno. Finora NPC ne ha venduto cinque unità.
La rapida diffusione della produzione di energia fotovoltaica in Giappone è stata stimolata dall'introduzione nel 2012 di un sistema di tariffa ''feed-in'', che richiede alle società elettriche di acquistare elettricità generata da fonti di energia rinnovabile a prezzi fissi stabiliti dal governo.

I pannelli solari dovrebbero avere una vita utile di 20-30 anni. Secondo un'agenzia del governo giapponese, il volume dei pannelli solari che cadranno in disuso in un anno nel Paese raggiungerà il picco intorno al 2036, con una stima compresa tra 170.000 a 280.000 tonnellate.
C'è, comunque, la possibilità di riutilizzarli, ma pochi acquirenti vorrebbero pannelli di modelli più vecchi dotati di un'efficienza di generazione di energia inferiore. I pannelli potrebbero, tuttavia, essere utilizzati nella fabbricazione di altri macchinari, se lo smontaggio consente di estrarre da essi materiali di alto valore, come alluminio e argento.

I pannelli solari contengono sostanze tossiche, compreso il piombo, ma il modo in cui sono progettati per bloccare la permeazione dell'acqua significa che per smontarli sono necessari tempo e fatica. I pannelli usati, in Giappone, al di sopra e al di là delle capacità di lavorazione saranno assegnati alle discariche. Si ritiene, tuttavia, che i siti di smaltimento dei rifiuti industriali raggiungeranno i loro limiti di capacità intorno al 2035 se non ci sarà una riduzione dei rifiuti. Anche i costi di smaltimento, che dovrebbero essere sostenuti dai produttori di energia, presentano un problema. L'Agenzia giapponese per le risorse naturali e l'energia ha affermato che circa l'80% di tutti i generatori di energia non ha risparmiato fondi per lo smaltimento a partire dal 2019. Ciò solleva preoccupazioni sul fatto che i pannelli solari usati potrebbero finire abbandonati negli anni a venire.
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