Gruppo Cap: "8 cittadini su 10 promuovono l’acqua del rubinetto"

- di: Redazione
 

In occasione della giornata mondiale dell'acqua, sono stati pubblicati i risultati di uno studio realizzato da CSA Research per Gruppo Cap: stando alla ricerca (svolta su un campione di 1.300 cittadini), l’acqua del rubinetto è considerata buona, comoda e amica dell’ambiente, ma quasi la metà dei cittadini beve solo quella in bottiglia.

Gruppo Cap: "8 cittadini su 10 promuovono l’acqua del rubinetto"

Alessandro Russo, Amministratore Delegato di Gruppo Cap (nella foto), ha dichiarato: Ci sono ancora troppi pregiudizi rispetto all’acqua che arriva nelle nostre case, quella che usiamo ogni giorno per fare il caffè e la pasta, per lavarci e per lavare i piatti. Per esempio, si teme il calcare contenuto nell’acqua del rubinetto, senza sapere che, invece, contribuisce alla salute delle nostre ossa e che lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha escluso qualunque correlazione tra un'acqua anche ricca di calcio e lo sviluppo di calcoli. Per questo abbiamo realizzato una grande campagna informativa, con la quale vogliamo parlare a tutti, ma in primo luogo ai giovani, per promuovere il consumo dell’acqua del rubinetto, contribuendo così a migliorare il mondo in cui viviamo. Infatti, consumare acqua di rubinetto è il gesto che ognuno di noi può fare senza alcuno sforzo per salvaguardare l’ambiente. Meno plastica e meno Co2 per imbottigliare e trasportare l’acqua in bottiglia”.

 

Del resto, in generale la stragrande maggioranza degli intervistati promuove l’acqua del rubinetto: oltre la metà afferma che è molto buona (50,3%) e il 33,1% che è buona, e un quinto degli intervistati (21,2%) dichiara che la qualità è migliorata nel corso degli ultimi anni. Insomma, acqua da 10 e lode, ma a berla tutti i giorni è circa un terzo degli intervistati: il 29,2% la beve ogni giorno, mentre il 27,5% alterna acqua minerale in bottiglia e acqua del rubinetto, a fronte di un 43,3% che beve solo acqua in bottiglia,

 

I motivi per cui si consuma l’acqua dell’acquedotto sono presto detti. Al primo posto, la comodità (59,7): è sempre disponibile, non ci si deve sobbarcare il peso delle bottiglie e la fatica di fare avanti e indietro dal supermercato carichi di bottiglie. Del resto, è la stessa che usiamo per cucinare e lavarci i denti. Al secondo posto, la sostenibilità (54,2%), e la consapevolezza di contribuire ad abbattere la diffusione della plastica, uno dei principali nemici dell’ambiente. Al terzo posto, la sicurezza (38,7%), fattore confermato dal fatto che i gestori sono tenuti a effettuare controlli obbligatori sull’acqua erogata. Gruppo CAP, per esempio, analizza 20.000 campioni all’anno per determinare oltre 700.000 parametri chimici e microbiologici e per assicurare un'acqua buona e di qualità. Al quarto posto, il gusto: per il 31% l’acqua del rubinetto ha un buon sapore, oltre che sicura. Ma è anche conveniente, come sottolinea un terzo degli intervistati (31%). Nella Città metropolitana di Milano, per esempio, l’acqua costa poco più di 1 euro al metro cubo, che sono mille litri.

 

Chi beve acqua in bottiglia la preferisce liscia (61,6%, mentre frizzante la beve il 28,6%), segno che ci sarebbe decisamente spazio per aumentare il consumo di acqua del rubinetto. Ma allora, quali sono i motivi dietro a questa abitudine tutta italiana? I consumatori esclusivi di acqua in bottiglia sostengono che è più sicura (33%), molti non si fidano dell’acqua di rete (37,7%), ma per quasi 6 intervistati su 10 è una questione di gusto (il 28,8% dice che non gli piace il sapore dell’acqua casalinga e 27,2% che è più buona quella in bottiglia).

 

Secondo i dati di Utilitalia, ogni italiano, in media, beve 208 litri di acqua in bottiglia in un anno: siamo il primo Paese in Europa, dove la media è addirittura la metà (106 litri), e secondi al mondo dopo il Messico (244 litri). Ogni giorno in Italia vengono utilizzate 30 milioni di bottiglie di plastica, che coprono oltre il 90% dei consumi (sono residuali le bottiglie in vetro, poco più del 7%), con il risultato che in un anno 13,5 miliardi di bottiglie diventano rifiuti da gestire. Di questa mole di bottiglie in plastica, l’80% circa viaggia su gomma per la distribuzione e in media solo il 46% viene riciclato (Reloop 2022).

 

Ma oltre alle bottiglie di plastica, è estremamente diffuso l’utilizzo di borracce di ogni tipo, foggia e materiale. Ne possiede almeno una oltre l’83% degli intervistati, addirittura oltre il 90% nelle fasce di età più giovani (tra i 18 e i 35 anni). Tuttavia, la usa quotidianamente solo un quarto di loro (25,1%) a cui si aggiunge il 34,4% che dice di utilizzarla spesso. Ma se la borraccia dovrebbe essere lo strumento a portata di mano di chiunque per contribuire alla sostenibilità ambientale, solo il 42,8% degli intervistati la riempie con acqua del rubinetto, percentuale che, curiosamente, scende tra le donne (39,4%) e i giovani (sempre 39,4% tra gli under 25 e 36,9% tra i 24 e i 34 anni), cioè le categorie che comunemente si associano a una maggiore sensibilità ambientale. Il 40,6%, invece, travasa nella borraccia acqua dalle bottiglie di plastica, in un certo senso vanificandone l’uso.

 

La campagna che Gruppo CAP ha ideato per promuovere l’utilizzo dell’acqua del rubinetto parte da un presupposto ben preciso: in gran pare degli asili e nelle scuole primarie i bambini bevono ogni giorno l’acqua del rubinetto, perché è buona e sicura. E proprio i bambini sono i protagonisti della campagna attraverso una frase che si sentono spesso ripetere dagli adulti “prima di dire che non ti piace, almeno assaggiala!”. Ecco allora che si capovolge il punto di vista e sono i bambini a insegnarci una nuova buona abitudine.

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