Il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, ha affermato che la priorità a livello globale "deve essere preservare un'economia mondiale aperta agli scambi internazionali". "Recidere i legami economici e commerciali comporterebbe una significativa perdita di benessere per la popolazione mondiale, indebolendo ulteriormente l'assetto multilaterale che ha sorretto lo sviluppo globale dal secondo dopoguerra, con effetti che finirebbero per travalicare i confini dell'economia e della finanza", ha sottolineato nel suo intervento all'incontro "Economia e pace: un'alleanza possibile", organizzato dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice a Bologna al Centro San Domenico.
"Tuttavia – ha ricordato il governatore –, è necessario correggere gli squilibri emersi nel tempo, al fine di evitare che le privazioni e le frustrazioni alimentino tensioni e conflitti".
"Il mondo si trova oggi di fronte a un aumento delle tensioni geopolitiche e dei conflitti che non può non allarmarci. Il numero delle guerre, diminuito dopo la caduta del Muro di Berlino, è tornato a crescere negli ultimi quindici anni, raggiungendo nel 2023 il valore massimo dal secondo conflitto mondiale", ha sottolineato, aggiungendo però che "non sono solo i conflitti a destare preoccupazione. La negazione dei bisogni primari che ancora affligge vasti strati della popolazione mondiale è anch'essa una forma di violenza. Dopo anni di rafforzamento della cooperazione internazionale e dell'integrazione economica, la storia sembra ora fare un passo indietro".
Panetta ha delineato alcune linee guida come il contrasto alle disuguaglianze, il rafforzamento dei sistemi di istruzione e formazione, l'assicurare protezione sociale e garantire l'accesso a servizi sanitari efficienti e ha sottolineato che, a livello internazionale, "una priorità è la gestione del debito estero dei paesi più poveri, che ha raggiunto i 1.100 miliardi di dollari".
"La globalizzazione ha indubbiamente determinato una maggiore integrazione tra paesi e creato opportunità di progresso economico e sociale in molte regioni del mondo. Tuttavia, essa ha mostrato limiti evidenti. Le attuali tensioni commerciali e geopolitiche sono segnali di un sistema che non è riuscito a rispondere appieno alle aspettative e ai bisogni della popolazione mondiale", ha spiegato il governatore della Banca d'Italia. "L'economia sembra essersi globalizzata senza una "coscienza globale" – ha proseguito –. È necessario rilanciare l'integrazione economica e la cooperazione internazionale, correggendone i difetti con politiche che promuovano uno sviluppo sostenibile e inclusivo, capace di coniugare la crescita con il superamento della povertà, con la giustizia sociale, con la difesa dell'ambiente".
"La pace e la prosperità sono legate da un vincolo profondo. La pace non è solo l'assenza di conflitti, ma la creazione di condizioni che consentano a ogni individuo di vivere una vita dignitosa, libera dalla paura e dalla povertà. Allo stesso tempo, una prosperità che non genera benessere diffuso è una prosperità effimera, che rischia di generare conflitti e instabilità. Come disse Papa Paolo VI nell'enciclica Populorum progressio "… lo sviluppo è il nuovo nome della pace". Oggi queste parole ci ricordano l'urgenza di lavorare per un futuro di prosperità più giusto e pacifico", ha concluso Panetta.