Perugino, Man Ray e un inedito Gino Galli nell’agenda del weekend

- di: Samantha De Martin
 
“Il meglio maestro d’Italia”. Così in una lettera del 7 novembre 1500 il grande mecenate e banchiere Agostino Chigi definiva Pietro di Cristoforo Vannucci, noto come Perugino. E forse il pittore delle pale d’altare e delle dolcissime madonne angelicate miglior pittore lo fu davvero lasciando tracce profonde del suo pennello in tutte le località della penisola toccate dalla sua attività, da nord a sud, a cominciare dall’Umbria e dalla Toscana. A 500 anni dalla morte del “divin pittore” una mostra a Perugia celebra Perugino, mentre l’agenda del weekend, da Torino a Genova, si tinge dei colori dei maestri impressionisti e della creatività del grande fotografo Man Ray. Ecco quattro appuntamenti da non perdere.

A Genova il weekend è nel segno di Man Ray

Passato alla storia come uno dei più grandi fotografi del secolo scorso, ma anche straordinario pittore, scultore e regista d’avanguardia, Emmanuel Radnitzky, in arte Man Ray, porta nel weekend di Genova il fecondo periodo delle avanguardie di inizio Novecento. Fino al 9 luglio a Palazzo Ducale la mostra Man Ray. Opere 1912-1975 rende omaggio al lavoro del grande maestro di Philadelphia. Il percorso - a cura di Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola - raccoglie circa 340 pezzi, fra fotografie, disegni, dipinti, sculture e film, in arrivo da importanti collezioni nazionali e internazionali, che ne ripercorrono cronologicamente la biografia, dagli esordi nella New York di inizi Novecento, passando per la Parigi delle avanguardie storiche tra anni Venti e Trenta, fino agli ultimi anni della sua carriera e della vita, trascorsi tra gli Stati Uniti e Parigi.

Perugia omaggia Pietro Vannucci

Fino all’11 giugno, in occasione del V centenario della morte di Perugino, la Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia celebra Pietro Vannucci. La mostra, dal titolo Il meglio maestro d’Italia”. Perugino nel suo tempo, a cura di Marco Pierini e di Veruska Picchiarelli, ripercorre la produzione del maestro, dalla formazione fino allo Sposalizio della Vergine del 1504, anno che segna l’acme della sua carriera. Tra le circa settanta opere in mostra brilla lo Sposalizio della Vergine per la cappella del Santo Anello del Duomo di Perugia, oggi al Musée des Beaux-Arts di Caen (Francia). Il percorso dà conto delle monumentali pale d’altare, come il Trittico Galitzin, ora alla National Gallery di Washington, e il Polittico della Certosa di Pavia, per gran parte alla National Gallery di Londra ed eccezionalmente ricomposto per l’occasione.

A Torino gli Impressionisti tra sogno e colore 

Il Museo Nazionale di Artiglieria Mastio della Cittadella di Torino diventa, fino al 4 giugno, la tela dei grandi pennelli dell’Impressionismo. Impressionisti tra sogno e colore, a cura di Vincenzo Sanfo, è il titolo del percorso che abbraccia circa 300 opere di oltre cento artisti che raccontano le origini e la storia del rivoluzionario movimento artistico nato in Francia a metà Ottocento. Il percorso abbraccia i lavori dei maestri che hanno partecipato alle otto mostre impressioniste, tenutesi tra il 1874 e il 1886. Dipinti a olio, opere in tecnica mista, opere grafiche, studi preparatori, ceramiche, sculture, restituiscono la ricchezza di quelle ricerche che, dal classicismo di Ingres,  attraversando il realismo di Courbet e la lezione dei barbisonnier, hanno portato alla nascita dell’Impressionismo e alla sua eredità.

Roma riscopre Gino Galli 

Pittore solitario, tormentato, omosessuale, appassionato di occultismo, probabilmente morfinomane, membro della polizia segreta di Mussolini (Ovra), Gino Galli fu un protagonista controverso, ma di primo piano, dell’arte del Novecento. Una mostra getta nuova luce sul pittore romano, fino a oggi quasi del tutto ignoto anche alla storiografia sul Futurismo, attraverso una cinquantina di opere - dagli esordi prefuturisti agli anni Quaranta - provenienti principalmente da collezioni private, unitamente a documenti originali. Ad accogliere fino al 6 maggio il percorso Gino Galli (1893-1944). La riscoperta di un pittore tra Futurismo e Ritorno all’ordine, a cura di Edoardo Sassi, giornalista del Corriere della Sera e Giulia Tulino, assegnista di ricerca (Sapienza Università di Roma), realizzata con il coordinamento scientifico di Ilaria Schiaffini, è il MLAC - Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università La Sapienza di Roma. Di particolare interesse risulta anche la produzione di quadri di soggetto erotico, eccezionalmente di grandi dimensioni (cosa rara nella storia dell’arte), di cui i curatori presentano alcuni esemplari. Tra questi spicca in mostra un dipinto sopravvissuto fino a oggi grazie a un occultamento in una cantina: un ritratto di un giovane in camicia nera in un esplicito gesto di autoerotismo, databile 1920-1921 circa, un vero unicum nella storia dell’arte.


Nella foto: Perugino, Trittico Galitzin, 1482 - 1485 circa, Olio su tavola trasferita su tela, Washington, National Gallery of Art
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