Quando si parla di zanzare, per molti di noi il pensiero corre subito a quelle serate d’estate rovinate da un ronzio insistente, al prurito che dura giorni e alle notti insonni passate a cercarle con la luce accesa. Ma la realtà, soprattutto se allarghiamo lo sguardo al mondo intero, è molto più seria: le zanzare non sono solo fastidiose, sono anche il vettore di alcune delle malattie più pericolose al mondo. Malaria, dengue, febbre gialla, virus Zika: la lista è lunga e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, questi piccoli insetti sono responsabili di oltre 700.000 morti ogni anno. È per questo che, a volte, ci si chiede: e se sparissero? Vivremmo meglio?
Zanzare: tra fastidio, malattie e ruolo nella natura. Cosa accadrebbe se sparissero
Per rispondere, dobbiamo capire cosa fanno le zanzare quando non ci pungono. Appartengono alla famiglia dei Culicidi e sono diffuse in quasi tutto il pianeta, tranne nelle zone polari e in alcune isole oceaniche. La loro vita comincia in acqua stagnante: pozzangheri, sottovasi, risaie, lagune. Lì, le larve di zanzara diventano cibo per pesci, anfibi, libellule. Per molte specie acquatiche, rappresentano una fonte proteica costante, soprattutto in primavera e in estate, quando la popolazione di zanzare esplode.
Il legame con altre specie
In certe zone umide, togliere le zanzare significherebbe togliere un pezzo importante della catena alimentare. Piccoli uccelli insettivori, come rondini e rondoni, integrano le zanzare nella loro dieta. Anche pipistrelli e rane ne traggono beneficio. È vero, in altri ambienti questo vuoto verrebbe colmato da altri insetti, ma non ovunque. Gli ecosistemi più fragili potrebbero risentirne, soprattutto quelli che hanno poche fonti di cibo alternative.
Non solo “punture”
Sorprende sapere che molte zanzare, soprattutto i maschi, non si nutrono affatto di sangue. Vivono di nettare e, in questo, svolgono una funzione di impollinazione. Alcune piante tropicali si sono evolute proprio per attirarle, approfittando della loro capacità di spostarsi rapidamente da un fiore all’altro. Le larve, invece, partecipano al riciclo di sostanze organiche nell’acqua: si nutrono di microrganismi e residui vegetali, contribuendo alla pulizia e al bilancio dei nutrienti in piccoli bacini.
I rischi di una scomparsa improvvisa
La domanda “cosa accadrebbe se sparissero” non ha una risposta univoca. Alcuni biologi ritengono che, in molte aree, gli ecosistemi si adatterebbero senza grandi conseguenze. Altri, invece, sottolineano che specie specializzate nel nutrirsi di zanzare potrebbero subire cali importanti. E ricordano che, in natura, quando un tassello viene rimosso, a volte l’effetto domino può arrivare in punti inattesi.
Scienza e tecnologia contro le malattie
È qui che entra in gioco la ricerca scientifica. Negli ultimi anni, sono state messe a punto tecniche mirate per colpire solo le specie più pericolose per l’uomo. L’introduzione del batterio Wolbachia, ad esempio, riduce la capacità delle zanzare di trasmettere virus. La modificazione genetica dei maschi, che li rende sterili, è un’altra strategia in sperimentazione. L’obiettivo non è sterminare tutte le zanzare, ma ridurre drasticamente quelle che diffondono malattie, lasciando che le altre continuino a svolgere il loro ruolo negli ecosistemi.
Il sogno di un’estate tranquilla
Pensare a un mondo senza zanzare è comprensibile. Significherebbe serate all’aperto senza repellenti, notti senza rumori molesti, e meno rischi per la salute in intere aree del pianeta. Ma la realtà ecologica è più sfumata: eliminare una specie intera è un passo che la comunità scientifica valuta con estrema prudenza. Per ora, la strada più percorribile resta quella della selezione mirata, per proteggere la salute pubblica senza alterare in modo irreversibile l’equilibrio della natura.