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Von der Leyen avverte: “Minacce crescenti all’Europa, droni e caccia violano i nostri confini”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Von der Leyen avverte: “Minacce crescenti all’Europa, droni e caccia violano i nostri confini”

Nell’aula di Strasburgo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha usato parole che pesano come un avvertimento: “Qualcosa di nuovo e pericoloso sta accadendo nei nostri cieli”.

Von der Leyen avverte: “Minacce crescenti all’Europa, droni e caccia violano i nostri confini”

Il tono è stato fermo, il messaggio diretto: nelle ultime due settimane caccia MiG hanno violato lo spazio aereo dell’Estonia, mentre droni non identificati sono stati intercettati sopra siti critici in Belgio, Polonia, Romania, Danimarca e Germania.

Le intrusioni e la risposta

Non è la prima volta che l’Europa subisce provocazioni aeree, ma la presidente parla di un “preoccupante schema di crescenti minacce”. “I voli sono stati bloccati, i jet richiamati e sono state dispiegate contromisure per garantire la sicurezza dei nostri cittadini”, ha detto.

Gli episodi hanno fatto scattare l’allerta nei centri di difesa: decolli immediati dei caccia Nato, sorveglianza intensificata, pattugliamenti ai confini orientali.
L’Europa, ha aggiunto von der Leyen, “è al fianco di ogni Stato membro preso di mira. Insieme, preserveremo la pace ovunque sia minacciata. Non ci siano dubbi”.

Un clima che ricorda la Guerra Fredda
La preoccupazione non riguarda solo i singoli episodi. A Bruxelles si teme un nuovo tipo di pressione ibrida, fatta di incursioni brevi ma ripetute, come un test per sondare la capacità di reazione europea.

Il fatto che le violazioni abbiano coinvolto Paesi baltici, centroeuropei e perfino l’area del Mare del Nord indica un disegno che va oltre il semplice errore di rotta.
Dietro la tensione c’è l’ombra di un messaggio politico: mostrare vulnerabilità, alimentare incertezza e paura.

Difendere i confini aerei
Per l’Unione europea questa sfida arriva in un momento delicato: la guerra in Ucraina è ancora in corso, i rapporti con Mosca restano ai minimi storici, la Nato ha rafforzato i dispositivi militari sul fianco orientale.

Von der Leyen insiste che l’Europa deve “restare unita e pronta a reagire”, non solo sul piano militare ma anche su quello tecnologico, investendo in sistemi di difesa aerea e cyberdifesa.
Le intrusioni con droni, sottolineano gli esperti, sono più difficili da intercettare rispetto ai caccia, perché possono agire a bassa quota e colpire infrastrutture sensibili: centrali energetiche, snodi logistici, reti di telecomunicazione.

L’incognita del futuro

Il discorso della presidente ha il sapore di un campanello d’allarme: quello che sta succedendo nei cieli europei potrebbe non essere un episodio isolato, ma l’inizio di una nuova stagione di provocazioni.
In aula a Strasburgo, le sue parole hanno trovato consenso trasversale: la minaccia non riguarda più solo i Paesi di frontiera ma l’intera architettura di sicurezza del continente.

Con un linguaggio sobrio ma teso, von der Leyen ha ricordato che la pace europea non è un dato acquisito, ma un equilibrio che oggi viene messo alla prova anche attraverso i cieli.
Un messaggio rivolto non solo ai governi ma anche all’opinione pubblica: la vigilanza, dice, deve diventare parte del presente europeo.

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