Usa: il petrolio nel braccio di ferro con Teheran sul nucleare

- di: Brian Green
 
Gli Stati Uniti starebbero pensando ad usare l'arma del petrolio per spingere l'Iran a modificare la sua posizione al tavolo delle trattative sul nucleare. È quello che sostiene, nella sua edizione odierna, il Wall Street Journal, secondo cui Washington sta "valutando sanzioni più severe sulle vendite di petrolio iraniano alla Cina come un modo per incoraggiare Teheran a concludere un accordo nucleare e aumentare i costi dell'abbandono dei negoziati in stallo".

Secondo l'autorevole quotidiano americano, i negoziatori statunitensi, a Vienna (dove ha sede l'agenzia internazionale sul nucleare, l'Aiea) da aprile stanno lavorando con l'Europa e altri partner internazionali per rilanciare l'accordo che è stato siglato nel 2015 e che limita il programma nucleare iraniano in cambio di un allentamento delle ampie sanzioni di cui è destinataria Teheran. Ma i colloqui negoziali sembrano non potere uscire da una fase prolungata di stagnazione. Al punto che, secondo il giornale, gli Stati Uniti stanno esaminando alcune opzioni - come appunto quella di usare il petrolio come leva per ammorbidire la posizione di Teheran -, volte a indurre l'Iran a continuare a negoziare. In caso di ulteriore stallo della trattativa, conseguenza delle decisioni iraniane, gli Stati Uniti potrebbero individuare delle misure per ''punire'' la teocrazia iraniana.

Una delle alternative allo studio, sempre secondo il Wall Street Journal, sarebbe l'adozione di misure per fermare le crescenti vendite di petrolio iraniano alla Cina, il principale cliente del paese, attraverso nuove sanzioni mirate alle reti di spedizione che aiutano a esportare circa un milione di barili al giorno e portano valuta di cui il Paese ha bisogno. I primi passi della nuova strategia americana, hanno riferito alcuni dei funzionari che stanno conducendo la trattativa, ci saranno se i colloqui sul nucleare falliranno.

Il piano comporterebbe quella che viene definita una ''applicazione aggressiva" delle attuali sanzioni che già vietano i rapporti con l'industria petrolifera e marittima iraniana, anche attraverso azioni legali. Come accaduto in passato quando gli Stati Uniti hanno sanzionato il capitano di una petroliera iraniana diretta in Siria o quando hanno ottenuto il sequestro del carico di carburante che Teheran stava inviando in Venezuela.
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