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Trump attacca Chicago: manda la Guardia nazionale. Proteste e paura

- di: Bruno Legni
 
Trump attacca Chicago: manda la Guardia nazionale. Proteste e paura
Chicago sotto assedio: Trump manda la Guardia nazionale
Con Portland fermata dai giudici, la Casa Bianca apre un nuovo fronte in Illinois. Pritzker accusa: “Si calpesta la Costituzione”. Noem alza i toni, intanto la città insorge tra proteste e retate Ice.

Chicago diventa il nuovo epicentro dello scontro tra potere federale e Stati. Dopo lo stop della magistratura al dispiegamento a Portland, Donald Trump ordina l’invio di 300 militari della Guardia nazionale nell’area metropolitana, mentre retate dell’Ice e reparti federali si muovono nei quartieri più sensibili.

Il cambio di passo

La mossa, presentata come risposta all’“emergenza sicurezza”, arriva malgrado l’opposizione del governatore J.B. Pritzker e del sindaco Brandon Johnson, riaccendendo il dibattito sui limiti costituzionali dell’impiego di forze militari in ambito interno.

Il nodo costituzionale dopo Portland

Un provvedimento della magistratura federale ha bloccato temporaneamente l’invio della Guardia nazionale a Portland, evidenziando l’assenza di evidenze su disordini tali da giustificare la militarizzazione e avvertendo del rischio di confusione tra potere civile e militare.

Chicago, proteste e operazione “blitz”

Nell’area di Broadview, sit-in e cortei si intrecciano a raid coordinati: arresti mirati di persone ricercate per reati gravi, ma anche denunce di eccessi nelle perquisizioni. L’obiettivo dichiarato è colpire reti criminali e trafficanti, l’effetto percepito sul terreno è un’escalation di tensione.

È oltraggioso e antiamericano pretendere l’invio di truppe contro i nostri cittadini”, accusa Pritzker. La replica federale promette ulteriori rinforzi e una presenza più capillare.

Le frasi che pesano

Questa è una nazione di diritto costituzionale, non di legge marziale”, ricorda la magistratura nel dispositivo che congela Portland. “State facendo la guerra alla nostra comunità”, protestano amministratori e associazioni civiche nei sobborghi colpiti dai raid. “I nostri agenti saranno ovunque”, promette il governo federale, lasciando intendere una strategia su scala nazionale.

Politica, consenso e la regia dello scontro

La strategia punta a trasformare sicurezza e immigrazione nel terreno identitario per ricompattare l’elettorato conservatore e mettere all’angolo i governatori democratici. Ma la federalizzazione di truppe provenienti da altri Stati apre una faglia senza precedenti su chi decida quando le forze ordinarie non bastano più.

Cosa succede adesso

I fari restano puntati su tribunali, città e politica nazionale: ordinanze e appelli, convivenza difficile tra reparti federali e polizie locali, e uno scontro che può ridisegnare i rapporti tra Washington e gli Stati.

Perché l’Europa deve guardare

Il caso Chicago-Portland è una lezione di democrazia stressata: quando il principio di separazione dei poteri regge, la crisi rientra; quando salta, il rischio è normalizzare l’eccezione. 

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