Emigrazione: Usa temono l'assalto alla frontiera sud e chiedono la collaborazione del Messico

- di: Redazione
 
La fine delle restrizioni attivate, da partire dal 2020, per fronteggiare la pandemia di coronavirus fa temere, alle autorità statunitensi, un nuovo aumento degli arrivi di migranti alla frontiera sud, che divide l'America dal Messico e che è lunga quasi 3140 chilometri. Per questo, negli ultimi giorni, si sono intensificati i contatti tra funzionari statunitensi e messicani per trovare una intesa su nuove politiche sull'immigrazione intese a scoraggiare gli attraversamenti illegali delle frontiere. A conclusione della missione a Città del Messico del consigliere per la sicurezza interna Liz Sherwood-Randall, che ha anche incontrato il presidente Andres Manuel Lopez Obrador, è stato concordato un piano in cinque punti, secondo il quale il Messico continuerà ad accettare migranti provenienti da Venezuela, Haiti, Cuba e Nicaragua respinti al confine e fino a 100.000 persone provenienti da Honduras, Guatemala ed El Salvador che hanno famiglia negli Stati Uniti e potranno vivere e lavorare lì.

Emigrazione: Usa temono l'assalto alla frontiera sud e chiedono la collaborazione del Messico

Al Messico, nelle ultime settimane, era stato imputato il fatto di non avere partecipato al lancio di nuova serie di iniziative, ritenute importanti per rispondere al fenomeno dell'immigrazione, come la creazione di hub al di fuori degli Stati Uniti dove i migranti potessero recarsi per fare domanda per stabilirsi legalmente in America, Spagna o Canada. I primi centri con questa finalità saranno attivati in Guatemala e Colombia.
Le restrizioni contro il Covid-19 hanno dato alle autorità americane l'appiglio legale respingere decine di migliaia di migranti al confine meridionale. Queste misure verranno abolite l'11 maggio, giorno a partire dal quale i funzionari di frontiera statunitensi si aspettano un'impennata dei tentativi di attraversamento del confine. Ma tutte le misure - anche quelle che l'Amministrazione Biden ha adottato per respingere i migranti illegali - sono quasi inefficaci senza la collaborazione del Messico, il cui apporto è fondamentale per frenare il fenomeno, alimentato da migliaia di persone che, provenienti da nazioni lontane come Haiti, stanno facendo il viaggio a piedi attraverso il Messico e che è difficile riportati nei Paesi d'origine. Intano ieri è stato annunciato l'invio, nelle zone di confine, di 1.500 militari statunitensi che fungeranno da supporto amministrativo e per altre misure di repressione in atto.

Comunque, gli Usa continueranno a respingere cubani, haitiani, nicaraguensi e venezuelani che attraversano illegalmente il confine meridionale. Ieri, da parte sua, il Messico ha dichiarato che continuerà ad accettare fino a 30.000 migranti al mese dai quattro Paesi (appunto Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela) che costituiscono la maggioranza degli attraversamenti illegali complessivi delle frontiere. Secondo i dati sui richiedenti asilo in Messico, le persone provenienti da Haiti sono rimaste al vertice con 18.860 finora quest'anno, superiore al totale per tutto il 2022.
Nel frattempo, gli Stati Uniti accettano 30.000 persone al mese dalle quattro nazioni per due anni e offrono loro la possibilità di lavorare, purché arrivino legalmente, abbiano sponsor idonei e superino controlli e controlli dei precedenti.
L'amministrazione prevede inoltre di controllare rapidamente i migranti in cerca di asilo alla frontiera stessa, espellere rapidamente quelli ritenuti non qualificati e penalizzare le persone che attraversano illegalmente gli Stati Uniti o un altro Paese mentre si dirigono verso il confine statunitense.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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