A urne chiuse e con la vittoria di Trump che ha fatto venire più di qualche mal di pancia perfino agli insospettabili (uno per tutti, Vivian Jenna Wilson, la figlia trans di Elon Musk: lui aveva detto che la considerava morta, lei ha annunciato di voler lasciare gli Stati Uniti ai fautori del MAGA), si cominciano a contare i dollari, del resto una cosa Renzi l’ha detta giusta, ovvero che gli americani votano con il portafoglio (strano che non abbia pure aggiunto che senza di lui Donald non poteva vincere).
Facili ironie a parte, i reporter d’oltreoceano sono andati a farsi gli affari, letteralmente, della leggenda vivente della tv americana: Oprah, l’incarnazione dell’american dream e la cocca dei dem, quella che è partita dal ghetto per essere eiettata nella staritudine con a disposizione le carte peggiori che si possano avere negli USA: sola, povera, nera (devo dire di colore?), insomma distante anni luce dagli osannatissimi wasp che, checché se ne dica, incarnano ancora l’ideale yankee ovunque, sopra e sotto la Bible Belt. Oprah: colei che si chiama e si riconosce solo con il nome ma non ha nulla da spartire con i divetti di Amici, l’unica cui è stato dato il privilegio di intervistare i Sussex, a cui poi, si dice, ha voltato le spalle perché in un paese senza regnanti lo stigma peggiore si riceve quando si manca di rispetto a una corona, a chiunque appartenga.
E dunque lo scandalo ora regna sovrano perché si vocifera che, per sostenere Kamala Harris in campagna elettorale, Oprah abbia incassato un milione di dollari. Intendiamoci: per lei sono robetta ma, a parte che pecunia non olet, quando si vive ad altissimi livelli si ha sempre bisogno di un po’ di cash supplementare. L’accusa però non è piaciuta alla star che, braccata dai solerti ficcanaso di Tmz e sorpresa in una mise molto poco glam, ha respinto al mittente ogni illazione spiegando che no, lei non ha mai preso un solo centesimo per offrire il suo sostegno incondizionato alla causa e barricandosi poi in auto per non rispondere alle domande sul visto del principe Harry (ne abbiamo parlato qui).
Nonostante il Washington Examiner riferisca prove alla mano che Harpo Productions, ovvero la casa di produzione di Oprah Winfrey abbia incassato eccome, fornendo addirittura la data dell’accredito (il 15 ottobre), vicenda che fa assumere alla chiamata al voto di Oprah tutto un altro significato («Stiamo votando per i valori e l'integrità», aveva detto), la conduttrice tv si sta adoperando per ribadire la sua fedeltà senza macchia e senza paura, mentre saltano fuori altri nomi eccellentissimi che sarebbero stati pagati per sostenere Harris, restituendomi fiducia perfino negli ingranaggi di Hollywood e dintorni: sono stati pagati, perciò è tutto nella normalità, vivaddio.