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Harry, Donald e il visto

- di: Barbara Bizzarri
 

Tutto il mondo è in fibrillazione per l’esito delle elezioni USA, per cui si è assistito a una battaglia senza esclusione di colpi fra i due contendenti, la dem Kamala Harris e il tycoon Donald Trump. A chiedersi cosa ne sarà di loro oltre a milioni di comuni mortali c’è anche lui, il principe Harry. Innanzitutto perché tra la duchessa di Sussex e il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti non corre buon sangue a causa di alcune spericolate dichiarazioni dell’attrice che, nel solco della più pura tradizione hollywoodiana, seguono una certa narrazione commie (tranne vivere all’esatto opposto quando si tratta del redde rationem). E poi perché Trump aveva dichiarato tranquillamente che, per quanto lo riguardava, non aveva né avrebbe avuto nessuna voglia di mettere a disposizione dei due viziatoni risorse pubbliche per presidiare alla loro sicurezza (ovviamente l’augusta coppia non ha gradito l’esternazione).

E infine perché contro Harry pende da mesi la richiesta della Heritage Foundation di accedere ai documenti relativi alla concessione del suo visto, dato che si è inguaiato con le mani sue (o con la penna, diciamo) dichiarando nell’autobiografia Spare di aver sperimentato da giovane ogni genere di droga anche per superare “momenti difficili”. Le leggi americane sono assolutamente stringenti al riguardo e quindi la Fondazione si chiede se il principe abbia mentito alle autorità per ottenere il visto Usa o se sia stato agevolato da qualche trattamento di favore. Per fugare ogni eventuale dubbio in proposito, finora la richiesta è stata bloccata dal quasi ex presidente Biden, ma il terzogenito di Donald, Eric Trump, interpellato dal Daily Mail sulla vexata quaestio del visto principesco, dalle colonne del tabloid ha tagliato corto: "Sinceramente non me ne frega niente del principe Harry e non credo che nemmeno questo Paese lo faccia". È seguita poi una nostalgica dissertazione sulla monarchia, roba da far accapponare la pelle agli australiani che hanno appena contestato Carlo: "Mio padre amava la regina e penso che la monarchia sia una cosa incredibilmente bella" ha detto l'imprenditore, che della famiglia reale conserva ottimi ricordi, disapprovando per questo l’allontanamento di Harry e Meghan, come del resto la maggior parte del Gotha di Hollywood che, dopo un iniziale divertimento, ha abbandonato i Sussex al loro destino prendendo le parti della vecchia e solida monarchia britannica. 

Ospite della regina Elisabetta nel giugno 2019 insieme alla famiglia, Eric ama ricordare la calorosa accoglienza ricevuta: "La regina è stata fantastica. Il modo in cui ha accolto mio padre a braccia aperte è stato al di là di tutto". Una frequentazione, quella fra Windsor e Trump Family, di vecchia data: "Conosciamo il re da sempre, ha detto Eric. Non molto tempo fa stavo rovistando in un album fotografico e mi sono imbattuto in una foto di lui con mio padre nella hall di Mar-a-Lago: avevo sei anni". Dopo l’obbligatorio ricordo dei bei tempi andati, Trump junior si scatena: "Guardi questa pecora nera che non sa esattamente dove si trova, guidata da una moglie che è piuttosto impopolare, sia qui in America che a Londra". Per il businessman sembra che Harry "sia andato fuori di testa ed è triste da guardare". Tuttavia, nonostante gli attacchi ricevuti, la famiglia reale resta un grande simbolo per la Gran Bretagna. Tornando al visa status del duca, Eric ribadisce: "Non me ne frega niente se si droga. Posso dirvi che nostro padre e tutta la nostra famiglia hanno un enorme rispetto per la monarchia", prendendo abilmente le distanze dai due reietti con parole di stima anche per William e Kate, dato che “il futuro re non ha mai fatto un passo falso" mentre la principessa del Galles "si comporta così incredibilmente bene e rappresenta una roccia per la prossima generazione della famiglia". Reali promossi a pieni voti dai repubblicani, quindi, con un messaggio più o meno sottile rivolto ai tanti monarchici che votano negli USA: a Meghan non resta che consolarsi con l’appoggio e la solidarietà woke, peccato che non siano i clienti ideali per il suo sito di lifestyle.

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