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Spoleto 2025, il mito si fa spettacolo

- di: Bruno Coletta
 
Spoleto 2025, il mito si fa spettacolo

Baricco e Bollani incantano il Duomo con Novecento, Rava li accompagna in un duello jazz tra parola e suono. Tra Ariadne, Orfeo, mafia e AI, la 67ª edizione del Festival dei Due Mondi si conferma laboratorio di visioni.

(Foto: veduta di uno spettacolo serale al Festival dei Due Mondi di Spoleto)

Il mito come chiave per leggere il presente

Alla sua sessantasettesima edizione, il Festival dei Due Mondi di Spoleto si conferma uno dei cantieri più vitali della cultura europea. Diretto da Monique Veaute, il cartellone 2025 ruota attorno a una parola antica e mai così attuale: mito. Non come favola distante, ma come lente per interrogare ciò che siamo, tra passato che ritorna e futuro in costruzione. Miti classici e miti contemporanei, tragedie antiche e nuovi riti urbani, corpo, parola e musica: tutto si fonde in un programma che è insieme viaggio estetico e riflessione civile.

Baricco, Bollani e Rava: duello d’autore in diretta Rai

L’evento clou, in onda il oggi 6 luglio alle 21.15 su Rai5, è Novecento, il Duello: Alessandro Baricco torna sul suo testo più celebre, affiancato dal pianista Stefano Bollani e dalla tromba inconfondibile di Enrico Rava. “È un confronto diretto tra parole e sonorità”, ha dichiarato Bollani, trasformando il romanzo in uno spazio scenico vibrante, dove il racconto del pianista nato su una nave diventa sfida emotiva tra voce e improvvisazione jazz.

La serata, in diretta dal Duomo di Spoleto, è seguita dalla riproposizione del concerto finale del Festival 2022 diretto da Antonio Pappano, con il soprano Barbara Hannigan, Santa Cecilia e pagine americane di Barber e Copland.

Miti antichi, sguardi nuovi

Il mito torna anche nelle grandi produzioni operistiche: Ariadne auf Naxos di Strauss è affidata al carisma del direttore Iván Fischer, mentre Orfeo ed Euridice di Gluck prende nuova vita con la regia di Damiano Michieletto, che conferma a Spoleto il suo talento visionario. La rilettura di La morte a Venezia di Thomas Mann è firmata da Liv Ferracchiati, tra i registi italiani più acuti nel raccontare la dissoluzione dell’identità maschile e borghese.

L’altra grande mitologia, quella civile, la porta in scena Davide Enia con Autoritratto, un’orazione teatrale che intreccia memoria personale e lotta alla mafia. Una forma d’arte che scava nella coscienza collettiva, riportando al centro la parola come atto politico.

Spettacoli che parlano alla città (e al pianeta)

Spoleto è anche spazio per nuove forme di conoscenza. Il botanico Stefano Mancuso tiene una lectio sulla saggezza delle piante e la vivibilità urbana, in un dialogo tra ecologia e cultura. Il coreografo Mehdi Kerkouche esplora i legami familiari con Portrait, mentre Yoann Bourgeois trasforma la piazza del Duomo in palcoscenico onirico con Memory of a fall, uno spettacolo dove l’equilibrio si fa metafora della condizione umana.

Tra le performance più attese anche Deepstaria, la nuova creazione del britannico Wayne McGregor, che intreccia danza e intelligenza artificiale. L’opera, realizzata con l’ausilio di software generativi, interroga i confini tra il gesto umano e il movimento algoritmico, aprendo riflessioni radicali sul futuro dell’arte. Spazio anche all’esperienza immersiva con Piano Piano di Babx e Adrien Mondot, in cui suoni e immagini interattive generano un ambiente sensoriale in continua trasformazione.

Jazz, America e voci femminili

Non manca il jazz, marchio di fabbrica del Festival, con Shadow, il live della cantante americana Lizz Wright, voce profonda della nuova spiritualità nera. Chiude il cartellone Girl Crazy, musical jazz diretto e interpretato dalla straordinaria Barbara Hannigan, che torna a Spoleto dopo il successo con Pappano. Un concerto che riempie la piazza di ironia, virtuosismo e libertà.

"Punto Nave": il Festival raccontato dalla Rai

A documentare questa edizione densa e polifonica, Rai Cultura propone anche lo speciale Punto Nave. Mappe per l’immaginario, in onda sempre stasera 6 luglio alle 23.30 su Rai5. Con la conduzione di Carolina Di Domenico, lo speciale guida il pubblico tra gli snodi concettuali e le immagini del Festival, offrendo una lettura trasversale che intreccia spettacoli e visioni.

Un Festival che respira con il mondo

Spoleto si conferma così molto più di un evento: è un termometro culturale, un laboratorio di futuro. In un’epoca che sembra voler chiudere ogni frontiera, il Festival dei Due Mondi rilancia la sfida dell’incontro, tra generi, discipline, epoche e identità. E lo fa con l’arte, che resta l’unico linguaggio capace di tradurre il caos in senso.

Nel 2025 il mito non è evasione. È una bussola per tornare a immaginare.

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