Dal mito alle fondamenta: la leggenda del teatro privato dell’imperatore Nero riemerge accanto al Vaticano con decorazioni dorate, vetri medievali e nuove prospettive per la storia della Roma imperiale.
Un’emozione sepolta per duemila anni
È stata annunciata il 27 luglio 2023 in conferenza stampa dalla soprintendente Daniela Porro: gli archeologi hanno ritrovato i resti del Teatro di Nerone, costruito tra il 54 e il 64 d.C. nell’area dell’Ager Vaticanus, sotto il cortile interno del Palazzo dei Penitenzieri (detto anche Palazzo della Rovere), tra Via della Conciliazione e Borgo Santo Spirito, a pochi passi da San Pietro.
Idee antiche confermate, nuovo patrimonio archeologico
Il Theatrum Neronis era conosciuto sin qui solo da Plinio il Vecchio, Tacito e Svetonio. Plinio lo definisce theatrum peculiare dove Nerone esibiva beni confiscati e provava le sue performance, “abbastanza grande da soddisfare la sua vanità”.
Ora le strutture rinvenute – cavea semicircolare, scaenae frons rivestita di marmi e stucchi dorati, ambienti di servizio per costumi e scenografie – coincidono perfettamente con quelle descritte nelle fonti e confermano la leggenda con prove archeologiche concrete.
Cosa è stato scoperto: resti, materiali e stratigrafia
- È stata riportata alla luce la parte sinistra della cavea a semicerchio e la parete decorata del palcoscenico orientata verso ovest.
- Sono emersi bollini laterizi databili all’età giulio‑claudia, robusti materiali e tecniche costruttive imperiali.
- Colonne in marmo pregiato, decorazioni a stucco con foglia dorata, indicano una committenza imperiale sfarzosa, in stile Domus Aurea.
- Il sito restituisce un palinsesto stratigrafico che va dalla Roma repubblicana fino al XV secolo: tra i reperti, calici vitrei del X secolo, ceramiche, rosari in osso, strumenti liturgici medievali, tracce di strade e attività artigianali legate ai pellegrinaggi verso San Pietro.
Parole dagli archeologi
Marzia Di Mento, responsabile dello scavo, ha sottolineato che il numero di calici colorati del X secolo rinvenuti – sette – raddoppia la quantità nota fino ad allora a Roma, offrendo un raro sguardo sulla città medievale poco conosciuta.
Renato Sebastiani, uno dei direttori scientifici, ha dichiarato: “La ricchezza dei materiali, i marmi, gli stucchi con foglia d’oro testimoniano un edificio della famiglia imperiale”.
Daniela Porro ha definito la scoperta “di eccezionale importanza” perché finalmente porta alla luce un edificio menzionato nelle fonti antiche ma fino ad oggi mai localizzato.
Tra hotel di lusso e tutela del passato
Lo scavo è parte di un progetto iniziato nel 2020 per realizzare un hotel Four Seasons nel Palazzo della Rovere: la Soprintendenza ha collaborato salvaguardando e documentando il patrimonio archeologico prima di re-interrare le strutture, in attesa di musealizzazione e allestimento di un futuro museo all’interno del palazzo.
Perché è un affondo archeologico e culturale di grande rilievo
- Dalla letteratura alla pietra: un edificio descritto solo nei testi antichi diventa realtà tangibile.
- Ricchezza stratigrafica: testimonianza continua dal I secolo d.C. al Medioevo, rarissima nel cuore di Roma.
- Archeologia urbana contemporanea: un contrasto sorprendente tra boutique hotel e reperti imperiali.
- Premio internazionale: la scoperta è stata premiata all’International Archaeological Discovery Award nel novembre 2024, scelta come quella più votata tra finalisti di alto profilo mondiale.
Una leggenda trasformata in archeologia viva
Il ritrovamento del Teatro di Nerone sotto un cortile che presto ospiterà un hotel di lusso ha trasformato una leggenda in archeologia viva. Da Plinio, Tacito e Svetonio a una cavea semicircolare, colonne dorate e vetri medievali inaspettati: la scoperta conferisce nuova narrazione al paesaggio urbano e storico di Roma.