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Scoperto a Napoli sott’acqua il più grande tempio romano

- di: Bruno Coletta
 
Scoperto a Napoli sott’acqua il più grande tempio romano

Spettacolare sott’acqua sul lungomare di Puteoli: un santuario intatto che riscrive la storia archeologica.

(Foto: archeologia subacquea)

Un tesoro sommerso che emoziona
Durante una campagna di mappatura subacquea a Pozzuoli, sul lungomare di Puteoli, archeologi italiani e internazionali hanno portato alla luce un tempio romano intatto, probabilmente il più grande mai scoperto sotto Napoli. Il tempio, risalente a circa 2.000 anni fa, è emerso nel corso del 2023 – la scoperta è stata ufficializzata nell’ottobre 2024 dai Ministeri della Cultura e del Mare.

Un’architettura imponente

Il complesso comprende due ambienti principali in opus reticulatum con due altari in marmo bianco di Luni: l’altare A1, più maestoso, misura 1,6 × 0,38 × 0,65 m e presenta una mensa con otto nicchie per betili aniconici. In entrambi gli spazi sono state trovate iscrizioni in latino dedicate al dio nabateo Dusares (o Dushara), confermando il culto di divinità orientali.

Un tempio nabateo… nel cuore di Pozzuoli

La scoperta è tanto clamorosa quanto sorprendente: si tratta di un tempio nabateo, collegato a una comunità straniera stabilita nell’antico porto di Puteoli. “Un’enclave religiosa nel principale scalo commerciale romano”, spiega l’archeologo Michele Stefanile della Scuola Superiore Meridionale. Alla luce dei dati raccolti, il tempio era situato a pochi metri dalla costa antica, un luogo strategico dove mercanti e culti si intrecciavano.

Dichiarazioni ufficiali

Il ministero della Cultura ha definito la scoperta “straordinaria”, evidenziando la collaborazione tra Soprintendenze, Università Vanvitelli, Scuola Superiore Meridionale e Carabinieri Subacquei. Will Kennedy, archeologo dell’Istituto Archeologico Germanico, ha dichiarato: “Se confermato, si tratta di un nuovo reperto di grande rilievo… davvero spettacolare”.

Un patrimonio che si risveglia

L’area più ampia del porto di Puteoli è stata mappata tramite droni e scansioni laser, confermando la presenza di edifici sacri, magazzini e strutture portuali sommersi: un vero panorama archeologico emerso grazie ai movimenti del bradisismo. A ciò si aggiunge una tendenza di emergenza dei fondali: alcune strutture che negli ultimi decenni erano sommerse per uno o due metri ora riemergono parzialmente.

Significato storico e culturale

Il ritrovamento mostra la forte integrazione tra Roma e comunità orientali: i Nabatei, mercanti originari della Giordania e dell’Arabia Saudita, avevano stabilimenti religiosi e commerciali a Puteoli, riflettendo una sinergia tra economia e spiritualità globalizzata già a inizio impero. I culti venivano praticati in un luogo sacro, probabilmente un sacello all’aperto, come un porto “multicultural” ante litteram.

Cosa ci aspetta

Le prossime campagne di scavo sono orientate a ricostruire la pianta completa del tempio e dei suoi ambienti, valutare l’ampiezza degli scambi religiosi e commerciali e conservare i marmi iscritti in latino. Le analisi litiche e dei materiali permetteranno di datare con precisione l’attività del santuario, ipotizzata tra età augustea e trianea.

Un evento archeologico ma non solo

Il ritrovamento del tempio nabateo sotto Napoli non è solo un evento archeologico: è una pagina di narrazione storica che racconta di porti, scambi, fede e convivenza culturale. Un patrimonio emergente che ripesca emozioni antiche e alimenta nuove domande sul volto cosmopolita di Roma antica.

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