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Sanremo, con Mattarella in platea. Gli ospiti rinuncino ai cachet per aiutare i sopravvissuti del terremoto

- di: Diego Minuti
 
Sanremo, con Mattarella in platea. Gli ospiti rinuncino ai cachet per aiutare i sopravvissuti del terremoto
Il presidente Mattarella, per lo spiccato senso dello Stato, rappresenta, e certo non soltanto per la carica che ricopre, dopo il primo settennato al Quirinale, l'unità del Paese. Che, parlando di lui, non è certo una frase fatta perché, oltre avere pagato un altissimo prezzo altissimo personale quando la mafia gli ha ucciso il fratello Piersanti, ha incarnato la democrazia che la Costituzione, di cui ricorre il 75/mo anniversario, ha dato all'Italia. Una stima che è di tutto il Paese e che gli riconoscono anche quei parvenu della politica che avevano solo pensato di privarlo della carica in base a loro particolarissime, singolari e cialtronesche interpretazioni della Carta fondante del nostro Paese.

Sanremo, gli ospiti rinuncino ai cachet per aiutare i sopravvissuti del terremoto

Mai, in questi anni, il nostro quotidiano ha mai mosso anche solo un barlume di critica nei confronti del Presidente, riconoscendogli le virtù che lo faranno ricordare anche quando il suo secondo mandato finirà, e sarà lui a decidere come e quando. Noi diciamo solo che la sua seconda elezione ha forse evitato al Paese l'imbarazzo di ritrovarsi presidente quanto di più divisivo il panorama politico possa offrire.
Per volere essere espliciti, mai Italia Informa ha avuto nei confronti di Mattarella anche solo una parola che non sia stata di stima e riconoscenza. Oggi quindi ci si può perdonare se ci permettiamo, nel rispetto del ruolo del Presidente, di parlare della sua presenza alla serata di apertura del Festival di Sanremo.

Sgombriamo il campo dall'ipocrisia, legata a quello che è ormai l'evento, ai criteri con i quali vengono scelti brani e cantanti, dei cachet riconosciuti agli ospiti e agli argomenti che, a margine della musica, saranno toccati. Abbiamo la cultura che ci meritiamo: basta vedere quel che passa per le televisioni per capire che troppo spesso le trasmissioni sono un insieme di falsa partecipazione ad un fatto, sbandierato solo per rubacchiare qualche centesimo di audience agli avversari. Ma, appunto perché, con presunzione, riteniamo di potere parlare di cultura, diciamo che Sanremo è tutto fuorché questo: è spettacolo, è musica, paillettes, luci, fiori, gag e comparsate. Di cultura poco o nulla.

Non solo questo Sanremo, ovviamente, ma la manifestazione in sé che, senza infingimenti, è diventata una enorme rete a strascico per catturare telespettatori, grazie anche al fatto che tutto il servizio pubblico televisivo ha svolto un ruolo da spettacolare traino, proponendo - scusate il ricorso agli anglicismi - spoiler a tutto spiano, dando anche l'impressione di una sovraesposizione che, col passare dei giorni, è stata anche fastidiosa.
Ma la presenza di Sergio Mattarella dà alla manifestazione un tenore afflato istituzionale che mai in passato aveva avuto, segnando il trionfo personale di Amadeus, ormai cuore pulsante del Festival e della sarabanda che, da mesi, lo circonda. Una sorta di imprimatur per elevare Sanremo a livello di simbolo nazionale, anche se alla fine è solo un evento musicale, in cui a determinare le fortune di questo o quel cantante e del suo brano contribuiscono molti fattori, in cui quello artistico non è forse il più importante.

Ma, se è vero he il presidente della Repubblica - Mattarella come gli altri - incarna l'unità del Paese, può anche starci che sieda in prima fila all'Ariston, dando alla manifestazione un altissimo profilo istituzionale. Che poi però questa accade nelle ore in cui in altre porzioni del Pianeta si piangano migliaia di morti e che si sentiranno acuti e gorgheggi mentre, a mani nude si cerca di strappare vite al cemento che si è sbriciolato portando con sé vittime anche giovanissime, poco o nulla c'entra o potrebbe entrarci, anche cercando di farlo a forza. Il cerimoniale e le rigidissime misure di sicurezza che seguono il Presidente in ogni suo spostamento fanno pensare che la visita a Sanremo, tirata fuori questa mattina con un coup de theatre, sia stata organizzata da tempo. Troppo per poterla cancellare per quel che è accaduto e continua ad accadere in Turchia e in Siria, di cui, speriamo, venga fatto cenno, magari annunciando qualche iniziativa, come potrebbe essere che gli ospiti rinuncino al loro compenso per comprare coperte e cibo per i sopravvissuti. Anche se lo spettacolo deve andare avanti.
Tags: sanremo
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