Salvini rieletto leader della Lega fino al 2029: “Sono pronto per tornare al Viminale”
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Matteo Salvini è stato acclamato ieri come segretario federale della Lega fino al 2029 durante il congresso straordinario che si è tenuto a Roma, in un clima teso ma determinato, con l’obiettivo dichiarato di rimettere il partito al centro della coalizione di centrodestra. Il leader ha raccolto il consenso della stragrande maggioranza della platea, ribadendo la volontà di guidare la Lega in una nuova fase politica in cui, ha detto, “l’identità, la sicurezza e la sovranità torneranno a essere centrali”. Un’elezione senza contendenti, ma non priva di ombre e malumori interni.
L’apertura al ritorno al Viminale
Durante il suo discorso conclusivo, Salvini ha rilanciato apertamente la possibilità di un ritorno al Ministero dell’Interno: “Se Giorgia me lo chiede, io sono a disposizione per tornare al Viminale. Ne parleremo insieme, con serietà e spirito di squadra”. Un’uscita che ha immediatamente scatenato un dibattito politico. Da un lato, i sostenitori del segretario vedono nella sua eventuale nomina un segnale di forza e coerenza; dall’altro, Forza Italia ha frenato, sottolineando che “il governo va bene così” e che non è il momento di aprire partite interne alla maggioranza.
La tessera a Vannacci e il nuovo simbolismo
Uno dei momenti più simbolici dell’evento è stato l’ingresso ufficiale di Roberto Vannacci tra le fila del partito: il generale, già noto per le sue posizioni controverse, ha ricevuto la tessera della Lega dalle mani di Salvini. Un gesto accolto con lunghi applausi dai militanti, ma che ha sollevato reazioni durissime dal centrosinistra. Il Partito Democratico ha bollato l’operazione come “un ridicolo minuetto che espone il Paese a un estremismo senza filtri”, accusando la Lega di alimentare tensioni e di “legittimare personaggi fuori dal perimetro democratico”.
La strategia per tornare protagonisti nella coalizione
Il congresso ha rappresentato per Salvini una piattaforma da cui rilanciare l’ambizione di riportare la Lega in posizione di forza all’interno della coalizione di governo, dopo mesi di appannamento e calo nei sondaggi. “L’obiettivo è tornare primi”, ha detto con enfasi, sottolineando come “nessun alleato deve temere il nostro protagonismo, perché sarà al servizio della squadra”. Un messaggio chiaro alla presidente del Consiglio e a Fratelli d’Italia, che negli ultimi due anni hanno capitalizzato il consenso elettorale. Il leader leghista punta ora alle elezioni europee come banco di prova per verificare la tenuta del suo progetto.
Un partito spaccato ma disciplinato
Dietro l’applauso compatto della sala si nasconde però una Lega ancora profondamente divisa. Le critiche interne, seppur silenziate nei momenti ufficiali, non sono scomparse. Alcuni governatori del Nord hanno espresso riserve sull’attuale linea politica, troppo spostata su tematiche identitarie e meno incisiva su quelle economiche e territoriali. Tuttavia, nessuno ha avanzato una candidatura alternativa, segno che, almeno per ora, Salvini tiene saldamente le redini del partito. La disciplina interna sembra prevalere, anche in nome di una posta in gioco molto alta.
Reazioni e prospettive per il governo
Il nuovo mandato quinquennale rafforza formalmente Salvini, ma potrebbe creare nuove tensioni all’interno dell’esecutivo. Giorgia Meloni, per ora, tace. Fonti vicine a Palazzo Chigi fanno sapere che “il premier prende atto con rispetto delle dinamiche interne alla Lega”, ma non intende aprire alcuna discussione sul rimpasto. Anche Antonio Tajani ha escluso cambiamenti di equilibri, rivendicando la tenuta e la coesione dell’attuale esecutivo. Tuttavia, è evidente che l’attivismo di Salvini potrebbe rimettere in moto una dialettica interna che finora Meloni era riuscita a contenere.
La reazione delle piazze e del centrosinistra
Nel frattempo, l’opposizione cerca di capitalizzare il momento per rilanciare la propria mobilitazione. Marine Le Pen, in visita a Parigi, ha infiammato la piazza parlando di “un vento nuovo che attraversa l’Europa”, suscitando applausi tra i sovranisti italiani. Per il centrosinistra, invece, la mossa della Lega è la conferma che “la destra estrema sta cercando di prendere il sopravvento”, come ha dichiarato la segretaria del Pd Elly Schlein. Le prossime settimane si preannunciano cruciali, con la campagna per le europee che potrebbe rivelare i veri rapporti di forza.