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Roma 2025, la città che si conosce per crescere

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Roma 2025, la città che si conosce per crescere

Museo nazionale delle arti del XXI secolo ospita la presentazione di “I Quartieri di Roma 2025, per una nuova mappa della città”, promosso da Roma Capitale e coordinato da Andrea Catarci, responsabile dell’Ufficio Giubileo delle Persone e Partecipazione.
Un’iniziativa che non ridisegna solo i confini, ma introduce un nuovo modo di governare l’economia urbana attraverso la conoscenza.

Roma 2025, la città che si conosce per crescere

La nuova mappa individua 327 quartieri e 22 rioni, molti dei quali oltre il Grande Raccordo Anulare.
In quarant’anni la popolazione delle aree esterne è quasi raddoppiata — da 410.000 a circa 800.000 persone — e con essa sono cresciuti i bisogni, le attività economiche e i modelli sociali.
Rendere visibili questi territori significa riconoscere la loro funzione produttiva e costruire un sistema metropolitano policentrico, dove il valore non si concentra solo nel centro storico, ma si distribuisce su tutta la città.

Una geografia per investire
La mappatura dei quartieri rappresenta una svolta economica e amministrativa.
Ogni quartiere diventa unità di analisi e di programmazione: uno spazio in cui leggere la domanda di servizi, i flussi di mobilità, la densità delle imprese e delle reti sociali.
La città, finalmente, si dota di una base conoscitiva per orientare investimenti pubblici e privati, calibrare la spesa e misurare l’efficacia delle politiche.

Nel linguaggio della governance, la mappa è una infrastruttura cognitiva: una piattaforma che unisce dati, identità e funzioni economiche.
Conoscere significa poter scegliere, investire, redistribuire.
È un’operazione che sposta Roma nel dibattito europeo sulle politiche urbane di nuova generazione: governare non per confini, ma per reti.

Una lezione dalle capitali europee
Il progetto si inserisce nel movimento di riforma territoriale che coinvolge le principali metropoli del continente.
Parigi ha reinventato la ville du quart d’heure, fondata sulla prossimità come leva di produttività sostenibile.
Londra gestisce la sua crescita attraverso i boroughs, micro-sistemi di autonomia locale e pianificazione economica.
Berlino ha fatto dei suoi Kiez un modello di rigenerazione culturale e immobiliare.
Madrid e Barcellona sperimentano i barrios resilientes e i superilles, ripensando mobilità e spazi pubblici come beni collettivi.

Roma entra in questa rete con una proposta coerente ma originale: ricucire la città reale, superando la frammentazione e restituendo ai quartieri un ruolo produttivo.
Nel contesto del Giubileo, questa visione diventa anche un piano economico: investire sulla prossimità per ridurre le disuguaglianze, generare lavoro e migliorare la qualità della vita.

Gentrificazione e riequilibrio urbano
Come tutte le capitali europee, Roma vive la tensione tra centro turistico e periferie abitate.
La gentrificazione ha svuotato i rioni storici di funzioni sociali, spingendo le famiglie e le attività verso l’esterno.
Le periferie, spesso considerate “margini”, sono invece oggi motori di crescita: luoghi dove nascono nuove imprese, servizi digitali, esperienze culturali e sociali.

Riconoscerle e mapparle significa trasformare la dispersione in progettualità, rendendo la città più leggibile e più giusta.
Il censimento non è dunque un esercizio tecnico, ma una politica di riequilibrio territoriale: chi conosce dove si produce valore può investire in modo più equo e sostenibile.

Catarci: “Contare per governare, governare per crescere”
«Contare i quartieri è il primo atto di giustizia urbana" - spiega Andrea Catarci - "Roma deve sapere dove vivono e lavorano le persone, dove nascono le economie locali, dove mancano i servizi. Solo conoscendo la città reale possiamo pianificare politiche di sviluppo efficaci».
Parole che sintetizzano la visione del progetto: una mappa che diventa strumento di governo economico, capace di leggere la complessità e orientare le risorse verso la coesione.
La presentazione al MAXXI, con il sindaco Roberto Gualtieri, la direttrice Lorenza Baroncelli, lo storico Claudio Strinati, la ricercatrice Keti Lelo e l’assessore Maurizio Veloccia, sarà l’occasione per condividere un metodo e una sfida.

Una capitale che investe sul territorio
Nel tempo del Giubileo, Roma si propone come laboratorio nazionale di pianificazione territoriale.
La nuova mappa dei quartieri è una piattaforma economica e urbanistica: consente di monitorare la crescita, individuare i divari, programmare interventi e attrarre investitori che scelgano la città non per rendita, ma per prospettiva.

Roma 2025 diventa così un modello di sviluppo diffuso, fondato sulla conoscenza, sulla prossimità e sulla cooperazione tra pubblico e privato.
Una capitale che non cresce per espansione, ma per connessione.
Una città che, riconoscendosi, torna a generare valore.

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