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RAI 2025: la sfida vinta del Servizio Pubblico che si reinventa

- di: Redazione
 
RAI 2025: la sfida vinta del Servizio Pubblico che si reinventa

La Rai è un pezzo di storia d’Italia. È la voce che ha accompagnato il dopoguerra, le immagini che hanno raccontato Olimpiadi e mondiali, le serie che hanno fatto sognare generazioni, i programmi che hanno dato forma a dibattiti culturali e sociali. Ma la Rai di oggi non è solo memoria: è un’azienda che si rinnova e che nel 2025 appare più solida, più dinamica, più internazionale.

RAI 2025: la sfida vinta del Servizio Pubblico che si reinventa

Se per decenni la parola “Rai” evocava soprattutto televisione, oggi significa piattaforme digitali, archivi digitalizzati, social network, streaming, podcast, ma anche un forte radicamento territoriale e una rete internazionale di corrispondenti che non ha nulla da invidiare ai grandi broadcaster internazionali.

Bilanci che sorridono
Il 2024 ha rappresentato un passaggio decisivo. Nonostante il peso di eventi sportivi come Europei di calcio e Olimpiadi di Parigi, con costi inevitabilmente rilevanti, la Rai ha chiuso con un risultato netto consolidato in pareggio e un indebitamento netto di 513 milioni di euro, in calo di 55 milioni rispetto al 2023.
Il 2024 del Gruppo Rai si chiude con ricavi in aumento di circa 115 milioni di euro rispetto al 2023, spinti soprattutto dalla pubblicità. È la dimostrazione che il Servizio Pubblico, pur finanziato dal canone, sa generare valore anche sul mercato.

Questi dati assumono un significato particolare se si considera che la Rai deve fare i conti con un canone tra i più bassi d’Europa: 90 euro l’anno. In termini assoluti, la Rai riceve dal canone molto meno di BBC, ARD o France Télévisions. Eppure mantiene una produzione ampia, una rete di canali e testate che coprono tutto lo spettro dell’informazione, della cultura e dell’intrattenimento.

Il piano industriale: verso la digital media company
L’elemento più innovativo è il Piano Industriale, che punta a trasformare la Rai in una moderna Digital Media Company. Non è uno slogan: significa cambiare il modo di pensare e realizzare i contenuti fin dall’origine, immaginarli da subito per TV, radio, web, social, streaming.

Un esempio è il Festival di Sanremo 2025, che ha visto un’esplosione di interazioni su TikTok superiore a quelle del Superbowl americano. Un dato che testimonia come la Rai stia intercettando il linguaggio delle nuove generazioni, senza rinunciare alla propria identità nazionale.

La trasformazione digitale significa anche robotizzazione di alcuni processi, l’uso accorto e consapevole dell’intelligenza artificiale, modelli centrati sull’utente, valorizzazione delle professionalità interne. Non è solo tecnologia: è un nuovo modo di lavorare, che unisce tradizione e modernità.

L’anima editoriale
La visione multipiattaforma è oggi la bussola che orienta ogni scelta creativa e produttiva: i contenuti vengono ideati fin dall’origine per essere fruiti su televisione, radio, web, social, streaming e on demand, con linguaggi differenti ma una regia editoriale unitaria. È un nuovo modo di concepire il Servizio Pubblico: non più un’emittente, ma un ecosistema narrativo capace di raggiungere ogni pubblico, in ogni momento della giornata e su ogni dispositivo.

La Rai resta il primo produttore di fiction italiana, con titoli che hanno conquistato anche mercati esteri: da Il commissario Montalbano, ormai un classico, a Mare Fuori, diventato fenomeno generazionale. È una leadership che si fonda su una capacità unica di raccontare l’Italia, unendo tradizione e innovazione, e di trasformare la serialità nazionale in un linguaggio riconosciuto anche all’estero.
L’offerta culturale non è da meno: Rai Cultura, Rai Storia e Rai Scuola continuano a portare approfondimento e memoria collettiva nelle case, costruendo un ponte tra passato e futuro. Accanto a loro, l’offerta dei tre canali generalisti - Rai 1, Rai 2 e Rai 3 - resta la spina dorsale del Servizio Pubblico, con una programmazione che combina informazione, intrattenimento e approfondimento, parlando a pubblici diversi ma con la stessa autorevolezza.

A completare il quadro, Rai 5 conferma il suo ruolo di vetrina per l’arte, la musica e il teatro, portando in prima serata la grande tradizione culturale italiana. Sul fronte digitale, RaiPlay rappresenta il cuore della strategia multipiattaforma: una piattaforma che non si limita a riproporre contenuti televisivi, ma produce linguaggi propri, con serie originali, eventi live e speciali pensati per il pubblico connesso. Oltre 20 milioni di utenti registrati testimoniano la portata di un cambiamento profondo, che proietta la Rai nel panorama internazionale dello streaming.

L’integrazione con RaiPlay Sound e l’universo dei podcast Rai amplia ulteriormente l’offerta, portando informazione, cultura e intrattenimento anche in formato audio, con produzioni originali e un’attenzione crescente all’ascolto personalizzato. È il segno di una strategia coerente, che valorizza la qualità editoriale attraverso piattaforme complementari, mantenendo saldo il legame con la missione pubblica.
L’universo dei canali tematici - Rai Yoyo, Rai Gulp, Rai Cultura, Rai Storia, Rai Scuola, Rai 5, Rai Radio Kids e RaiPlay con offerta dedicata - costituisce un mosaico coerente che rafforza la missione educativa e culturale della Rai. Un sistema integrato che parla a tutti, dalle famiglie ai più giovani, dai ricercatori agli appassionati d’arte, e che oggi si esprime con una presenza coordinata su tutte le piattaforme.

Essere multipiattaforma, per la Rai, non è solo una scelta tecnologica, ma un progetto culturale e identitario. Significa garantire accesso, pluralismo e qualità a ogni cittadino, ovunque si trovi e con qualsiasi mezzo scelga di informarsi o di intrattenersi. È la nuova forma del Servizio Pubblico: aperta, accessibile, connessa e profondamente radicata nella cultura italiana, capace di rinnovarsi senza perdere la propria anima.

Ricerca e innovazione
La Rai investe su ricerca e innovazione. A Torino, il Centro Ricerche, Innovazione Tecnologica e Sperimentazione (CRITS) studia da anni le tecnologie del futuro: trasmissioni in 5G, realtà aumentata, sistemi di fruizione immersiva. Parallelamente, Rai Way lavora per rendere più sostenibili le infrastrutture di trasmissione, riducendo consumi energetici e puntando su energie rinnovabili. Le nuove sperimentazioni includono anche l’uso dell’intelligenza artificiale per catalogare contenuti e personalizzare l’esperienza utente, aprendo la strada a un Servizio Pubblico più vicino e più accessibile.

L’informazione internazionale Rai: una rete globale di eccellenza

La Rai non è solo Italia. Con 11 uffici esteri e 22 corrispondenti, supera i confini nazionali per offrire una copertura tempestiva e approfondita degli eventi globali più rilevanti. Dal conflitto ucraino seguito ininterrottamente dal 2022, alla crisi mediorientale esplosa nell’ottobre 2023, fino alle elezioni americane e all’analisi del primo anno dell’amministrazione Trump. Un forte impegno aziendale che dimostra pluralismo, tempestività e rigore giornalistico.

La rete dei corrispondenti è e sarà rafforzata in America Latina. Un segno concreto della volontà aziendale di allargare lo sguardo verso aree diventate protagoniste nel nuovo scenario geopolitico.
Particolare rilevanza ha avuto l’avvio di un telegiornale quotidiano in lingua ucraina su Rainews24, pensato per la comunità ucraina in Italia. Una scelta che unisce Servizio Pubblico, inclusione e attenzione alle minoranze.

Attore della diplomazia culturale italiana

La Rai non è solo informazione, svolge oggi un ruolo di primo piano nella mediazione e nella diffusione della cultura italiana nel mondo. Grazie a Rai Italia, che trasmette in America, Africa e Asia, racconta l’Italia a milioni di connazionali all’estero, promuovendo la cultura, l’arte e i valori del Paese.
Le produzioni Rai partecipano a festival internazionali e spesso diventano strumenti di soft power, capaci di promuovere l’immagine dell’Italia come nazione creativa e pluralista. La collaborazione costante con l’EBU (European Broadcasting Union) e con i principali broadcaster europei rafforza questo posizionamento globale.

Lavoro e persone al centro
La Rai rappresenta uno dei maggiori datori di lavoro culturali in Italia. Il rinnovo del Contratto collettivo nazionale e l’accordo per la stabilizzazione di 127 giornalisti precari sono segnali di un impegno che va oltre i numeri: la qualità dell’informazione e dei contenuti passa per la valorizzazione delle risorse interne.
Questo rafforza anche il senso di appartenenza: il capitale umano è la vera ricchezza del Servizio Pubblico. In un’epoca in cui le piattaforme globali puntano su modelli “snelli” e precarietà diffusa, la Rai sceglie di investire su stabilità e professionalità.

Confronto con i grandi d’Europa
Il confronto con gli altri broadcaster europei mette in luce punti di forza e fragilità.
· ARD-ZDF (Germania): 10,5 miliardi di ricavi, con finanziamento pubblico all’88%.
· BBC (Regno Unito): 6,2 miliardi di ricavi, finanziamento pubblico al 75%.
· France Télévisions: 4,1 miliardi di ricavi, finanziamento pubblico al 79%.
· RTVE (Spagna): 2,3 miliardi di ricavi, finanziamento pubblico oltre il 90%.
· Rai (Italia): 2,7 miliardi di ricavi, finanziamento pubblico al 67%.
L'Italia ha il canone più basso e il livello più ridotto di finanziamento, pur investendo fortemente nella programmazione, dimostrando la capacità di fare molto con risorse relativamente limitate.

Pubblicità e mercato
La raccolta pubblicitaria resta una colonna portante. Rai Pubblicità gestisce l’intero portafoglio dell’azienda su TV, radio e web, garantendo una proposta integrata che la mantiene competitiva anche contro i giganti digitali globali. Nel 2024 la quota mercato pubblicitario Rai è cresciuto di quasi un punto percentuale, raggiungendo il 20,6%, anche trainata dai grandi eventi sportivi. La combinazione tra canone e pubblicità è ciò che consente alla Rai di garantire pluralismo, qualità e universalità, rimanendo fedele alla sua missione pubblica pur competendo in un mercato libero.

Innovazione e sostenibilità
La Rai ha deciso di puntare anche sulla sostenibilità ambientale. Gli interventi di efficientamento energetico nelle sedi, l’uso di materiali e tecnologie green, il ricorso al desk sharing e la digitalizzazione degli archivi sono esempi concreti di un percorso che coniuga modernità e responsabilità sociale.
Interventi di robotizzazione nei centri di produzione, l’uso dei dati per personalizzare i contenuti, la formazione interna continua sono strumenti che rendono l’azienda più agile. Ma l’obiettivo finale resta uno: servire il pubblico in modo moderno ed efficiente.

Un laboratorio di futuro
Guardando numeri e strategie, la Rai si presenta oggi come un’azienda resiliente, innovativa, responsabile. Ha saputo affrontare un contesto economico difficile, ridurre l’indebitamento, rinnovare le proprie sedi, ampliare la rete internazionale, valorizzare i lavoratori e spingere sull’innovazione tecnologica.
Non mancano sfide aperte: la governance, la concorrenza globale, la necessità di attrarre i giovani in modo stabile. Ma la direzione è chiara.
Nel 2025, la Rai non è un gigante stanco, ma un laboratorio di futuro. Radicata nella sua storia, ma pronta ad essere competitiva sul mercato. Un patrimonio nazionale che si reinventa e che, ancora una volta, dimostra che il Servizio Pubblico non è un retaggio del passato, ma un bene strategico per il domani.

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