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Trump bocciato dal 56%: i sondaggi lo mettono in crisi

- di: Bruno Legni
 
Trump bocciato dal 56%: i sondaggi lo mettono in crisi
Trump bocciato dal 56%: sondaggi 2025, approvazione in calo
La disapprovazione cresce, tra i giovani è crollo verticale. E l’economia diventa un fardello.

Trump in caduta nei consensi

Donald Trump entra nella seconda parte del suo mandato con un bagaglio sempre più pesante: i sondaggi lo inchiodano. Secondo le rilevazioni aggiornate tra il 4 e il 7 luglio 2025, soltanto il 43% degli americani approva il suo operato, mentre il 54% lo boccia. Un trend che ricalca la fotografia del 23 agosto, che parlava di un 56% di disapprovazione e appena il 40% di favorevoli.

Un presidente in saldo negativo costante

Il calo non è un fulmine a ciel sereno. Già a maggio l’approvazione era al 44% contro il 52% di disapprovazione, a giugno al 45% contro 53%. Luglio ha consolidato la frattura con un saldo negativo di –11 punti, segnale di un malcontento sempre più diffuso.

La forbice si allarga e la tendenza è chiara: le fasce più giovani e urbane allontanano il presidente, mentre il suo zoccolo duro resta concentrato tra gli over 60 e in alcune aree rurali del Paese.

Generazione Z: consenso ai minimi storici

Il vero crollo si registra tra i giovanissimi. Un sondaggio pubblicato il 18 luglio 2025 mostra che la Generazione Z concede a Trump solo il 28% di approvazione, in caduta libera rispetto al +19% registrato a novembre 2024. Nel giro di otto mesi si è passati da un inatteso entusiasmo iniziale a un vero e proprio rigetto.

Le ragioni sono molteplici: il 71% dei giovani giudica negativa la sua gestione dell’economia, il 66% critica la politica migratoria, e quasi la metà ritiene che Trump fosse a conoscenza dei crimini di Jeffrey Epstein.

Economia e fiducia: i nodi che strangolano la presidenza

Anche sul fronte economico la musica non cambia. Un sondaggio di aprile 2025 ha segnalato che il 53% degli americani ritiene peggiorata la propria situazione finanziaria personale dall’inizio del mandato Trump, un dato peggiore rispetto ad alcuni momenti di recessione passata.

Il rallentamento della crescita, l’aumento dei prezzi e la percezione di un’America sempre più chiusa al mondo alimentano la sfiducia. Non basta il pugno duro con i dazi a invertire la percezione: per molti cittadini, la politica economica appare dirigista, confusa e inadeguata a garantire stabilità.

L’America che si spacca

La fotografia dei sondaggi conferma che l’America è un Paese diviso. Da un lato, una base fedele che vede in Trump l’unico argine al caos globale e che si concentra soprattutto negli Stati del Sud e del Midwest. Dall’altro, una maggioranza ormai consolidata di cittadini che lo considera un presidente incapace di rappresentare l’interesse collettivo.

Gli analisti sottolineano che la tenuta del consenso dipenderà dalla capacità di Trump di riportare risultati concreti in economia e di ridurre la tensione internazionale. Ma a oggi, le cifre raccontano di un leader più fragile di quanto voglia apparire.

Un presidente che perso la connessione con l’elettorato più dinamico e con le nuove generazioni

La cifra del 56% di disapprovazione non è solo un numero: è il segnale di un presidente che ha smarrito la connessione con l’elettorato più dinamico e con le nuove generazioni. Se Trump resta forte in alcuni segmenti, è proprio tra i giovani e nelle città che si gioca la sfida del futuro. Lì, oggi, la sua popolarità è in macerie.

E in politica, come in Borsa, i numeri non mentono mai: un consenso che cala costantemente è un capitale politico che si erode giorno dopo giorno.

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