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Regionali 2025: Campania, Veneto e Puglia, tre scenari a confronto

- di: Marta Giannoni
 
Regionali 2025: Campania, Veneto e Puglia, tre scenari a confronto
Regionali 2025: Campania, Veneto e Puglia, tre scenari a confronto
Una mappa politica in tre atti: vittoria del centrosinistra al Sud, conferma del centrodestra al Nord — il tutto in un clima di affluenza ai minimi storici.
 
(Foto: i vincitori delle elezioni regionali, da sinistra Roberto Fico, Antonio Decaro e Alberto Stefani).

Le elezioni regionali del 23 e 24 novembre 2025 consegnano un quadro complesso e composto: in Campania e Puglia la coalizione di centrosinistra-M5S conquista la guida della Regione, mentre in Veneto il centrodestra mantiene il controllo con un risultato netto. La lettura approfondita dei numeri, delle dichiarazioni e dei riflessi nazionali evidenzia tre scenari distinti ma intrecciati.

Campania: Fico trionfa e lancia il «campo largo»

In Campania, Roberto Fico ha centrato una vittoria significativa, ottenendo circa il 59 % dei voti contro il 36 % dell’avversario Edmondo Cirielli. La partecipazione si è fermata al circa 44 %, oltre undici punti in meno rispetto alla tornata precedente. La coalizione di centrosinistra ha ottenuto ottimi risultati, mentre il centrodestra, nonostante una campagna elettorale intensa con big nazionali schierati, non è riuscito a invertire il trend.

Fico ha dichiarato: “Sarò presidente di tutti i cittadini della Campania, di chi ci ha votato e di chi non lo ha fatto. Tutto il territorio e le persone contano.” E ancora: “Questa maggioranza batte il governo Meloni”. Il riferimento è al governo nazionale guidato da Giorgia Meloni, e al tentativo di Fico di interpretare la vittoria regionale come preludio nazionale.

Il dato dell’astensione pesa: con meno di metà degli elettori al voto, molti sottolineano che la vittoria arriva in un contesto di legittimazione indebolita. C’è chi avverte che «tassi così bassi indeboliscono le nostre istituzioni».

Veneto: Stefani guida il cambiamento restando nel solco del centrodestra

Stefani ha dichiarato: “Dedico questa vittoria ai nonni” e “Sarò il presidente dei veneti”. Ha inoltre sottolineato che “Al primo posto bisogni e persone”. Si presenta dunque come l’erede di Luca Zaia, forte della continuità con l’amministrazione uscente ma anche con una dichiarata volontà di puntare su identità, autonomia e territorio.

Il centrodestra – Lega in testa – interpreta questa vittoria come conferma di forza e di credibilità, ma deve confrontarsi con l’ennesima affluenza in calo e con la domanda: quanto pesa davvero il consenso quando l’elettorato resta a casa?

Puglia: Decaro vince e promette una politica diversa

In Puglia, Antonio Decaro (Partito Democratico) ha vinto con circa il 64 % dei voti contro circa il 35 % del candidato del centrodestra Luigi Lobuono, secondo dati preliminari del 24 novembre 2025. L’affluenza è scesa al 41,8 %, segnalando un calo superiore ai 14 punti rispetto al 2020.

Decaro ha dichiarato: “Il presidente lo farò a modo mio, non voglio essere un duro”. Ha aggiunto: “Quel tipo di politica serve solo ai fan, ai voti, … Io non so fare la politica tirando i pugni. Faccio la politica cercando di conoscere i problemi dei concittadini, provando a dare delle risposte concrete”. Ha insistito sul fatto di essere «abituato al ruolo istituzionale», di non volere nemici ma solo avversari.

La vittoria del centrosinistra in Puglia è letta come rafforzamento dell’asse meridionale progressista, ma anche come risultato ottenuto in un contesto di forte delegittimazione dell’atto di voto: la partecipazione ai minimi storici pone interrogativi su mobilitazione e legame tra cittadini e istituzioni.

Tre vittorie, un grande interrogativo: l’astensione

In tutte e tre le Regioni la partecipazione al voto è drammaticamente bassa: circa 44 % in Campania e Veneto, circa 41,8 % in Puglia. Un tema comune che getta ombra su ogni vittoria. Anche vincere in queste condizioni alimenta domande sulla forza reale del consenso e sulla tenuta della democrazia rappresentativa.

Da Roma, le reazioni sono state immediate: la leader Meloni ha rivendicato che in Veneto «la nostra vittoria è frutto del lavoro e della credibilità», mentre il centrosinistra ha parlato di «unità che vince». Ma gli analisti sottolineano che, nonostante la conferma del quadro politico attuale — centrodestra al Nord, centrosinistra al Sud — non è emersa alcuna onda lunga di cambiamento nazionale.

Quali conseguenze per il futuro politico?

Per il centrosinistra, le vittorie in Campania e Puglia rappresentano opportunità ma anche sfide: trasformare il consenso in governo efficace, rispondere alle aspettative e gestire il tema dell’astensione. In Veneto, il centrodestra torna al governo con rinnovato vigore ma con la consapevolezza che il contesto attuale non è ancora scontato.

In prospettiva nazionale, il risultato segnala che il bipolarismo resta vivo, ma che nessuna forza ha messo a segno un salto di qualità tale da cambiare le carte in tavola. Il tema resterà l’astensione: finché un elettore su due non va a votare, la legittimità del mandato e il rapporto tra istituzioni e cittadini restano sotto pressione.

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