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Orban più realista del re: proclama vittoria russa, Rubio lo smentisce

- di: Matteo Borrelli
 
Orban più realista del re: proclama vittoria russa, Rubio lo smentisce
Orban proclama vittoria russa; Rubio lo smentisce sulla guerra in Ucraina
Il premier ungherese si isola sempre di più in Europa: “L’Ucraina ha perso”. Ma il capo della diplomazia Usa avverte che il conflitto non è chiuso e la pace resta lontana.

Orban più realista del re

Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha scelto YouTube per lanciare una dichiarazione che ha scosso Bruxelles: “Gli ucraini hanno perso la guerra. La Russia ha vinto questa guerra”, ha dichiarato. Per lui la vera domanda è quando l’Occidente ammetterà questa realtà e con quali conseguenze. L’intervento, rilanciato il 12 agosto 2025, è arrivato a pochi giorni dal vertice previsto tra Donald Trump e Vladimir Putin, a Washington, il 15 agosto.

Orban è stato l’unico leader dell’Unione Europea a rifiutare la firma di una dichiarazione comune in cui si riaffermava che l’Ucraina deve essere libera di scegliere il proprio futuro. Una scelta coerente con la sua linea: mantenere rapporti stretti con Mosca anche dopo l’invasione del 24 febbraio 2022.

La replica implicita di Rubio

Le parole del premier ungherese si scontrano con la prudenza del segretario di Stato americano Marco Rubio, che negli ultimi mesi ha evitato qualsiasi affermazione di vittoria da una parte sola. Il 27 aprile 2025, in un’intervista, Rubio aveva parlato di una pace “più vicina che negli ultimi tre anni”, ma aveva precisato che “non siamo ancora arrivati”. Nessun trionfo, nessuna resa: la diplomazia Usa continua a spingere per un negoziato, ma a condizioni che includano Kiev come parte attiva.

A febbraio 2025, in un vertice a Riad con Russia, Ucraina e mediatori internazionali, Rubio aveva insistito perché l’Europa e l’Ucraina non fossero spettatori ma protagonisti delle trattative. Una linea ben lontana dalla resa di fatto che Orban sembra suggerire.

Guerra tutt’altro che chiusa

Gli aggiornamenti all’11 agosto indicano che Mosca ha ottenuto guadagni territoriali a est, mentre Kiev ha riconquistato villaggi nella regione di Sumy e ha rafforzato le difese nel Donbass. L’avanzata russa non equivale a una vittoria definitiva: le linee restano mobili e il conflitto è ancora attivo su più fronti.

L’isolamento di budapest

L’11 agosto, 26 Paesi membri hanno ribadito all’unanimità – con l’eccezione dell’Ungheria – che l’Ucraina deve decidere in piena autonomia il proprio futuro. Nelle capitali europee le parole del leader ungherese sono lette come un favore esplicito alla strategia di Putin, che punta a presentare l’invasione come un fatto compiuto. Il risultato, per Budapest, è un isolamento politico sempre più marcato.

Amplificatore della narrativa russa

Orban agisce come un amplificatore della narrativa russa, cercando di condizionare il dibattito occidentale prima del vertice Trump–Putin. Rubio, al contrario, mantiene la linea che la guerra non è finita, che nessuna delle due parti ha ottenuto una vittoria strategica e che il processo di pace richiede ancora tempo, compromessi e la partecipazione piena dell’Ucraina.

Tra il “già vinta” di Orban e il “non ancora finita” di Rubio si gioca una partita diplomatica che dirà molto sul futuro dell’Europa — e sulla capacità dell’Ue di resistere alle crepe interne mentre il conflitto è ancora in corso.

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