Gli appuntamenti con l’arte nel weekend della Befana

- di: Samantha De Martin
 

FOTO: Gino Parin, Vanità, 1927 ca, Olio su tela, 190 x 167 cm, collezione privata

A Firenze una tavola inedita di Baccio Bandinelli

Per secoli è stata considerata perduta per essere ritrovata di recente nei depositi dei Musei Vaticani. Adesso, fresca di restauro, la Pietà con la Vergine, un angelo e Nicodemo di Baccio Bandinelli è protagonista, fino al 25 febbraio, della mostra Baccio Bandinelli pittore, frutto della collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi e i Musei Vaticani. L’opera del rinomato scultore e disegnatore fiorentino al servizio di Cosimo I de’ Medici, è particolarmente importante perché testimonia l’adesione dell’artista ai modelli di Pontormo, Rosso Fiorentino e Bronzino. L’esposizione, curata dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt e dal responsabile dell’arte rinascimentale e barocca dei Musei Vaticani, Fabrizio Biferali, si potrà visitare al secondo piano del museo vasariano, tra la Sala di Leonardo e quella di Michelangelo e Raffaello. La tela è un raro esempio dell’attività di Bandinelli pittore e presenta numerose affinità stilistiche e formali con altre sue opere scultoree presenti a Firenze (le due Pietà a Santa Croce e alla Santissima Annunziata).

La contemplazione va in scena a Brescia

C’è tempo fino al 14 gennaio per visitare, al Museo Diocesano di Brescia, Adoremus!, la mostra realizzata in collaborazione con la quadreria BPER.

Il percorso, dedicato quest’anno al tema della contemplazione, presenta quattro capolavori, due di proprietà del Museo Diocesano di Brescia, uno in deposito alla Fondazione Brescia Musei e uno proveniente dalla quadreria BPER.

Una preziosa icona ortodossa del XIX secolo raffigurante la Natività di Cristo di proprietà del Museo Diocesano di Brescia accompagna l’Adorazione dei pastori di Bernardino Licinio del 1530, in deposito alla Fondazione Brescia Musei. Un’architettura diroccata fa da quinta all’avvenimento miracoloso, due pastori, mediati da Giuseppe, rendono omaggio alla Madre e al Figlio.

La terza opera è Madonna con il Bambino e un angelo di Alessandro Bonvicino detto il Moretto, dipinta tra il 1540 e il 1550, sempre della collezione del Museo Diocesano di Brescia, capolavoro che appartiene al filone di opere devozionali di Moretto, destinato ad avere una notevole fortuna.

Completa la rassegna la Madonna con Bambino, San Giorgio e San Nicola da Tolentino di Alessandro Tiarini, in prestito dalla Quadreria BPER di Modena. L’autore, formatosi alla bottega di Bartolomeo Cesi, è in grado di rendere il significato letterario del testo sacro coinvolgendo il fedele.

Le donne di Trieste in una mostra

L’universo delle donne triestine, muse, amiche, mogli, amanti, bellissime e sfrontate, provocanti e soddisfatte, timide e riservate, specchio della Trieste del Novecento, ritratte nella loro diversità, colte nella mondanità, ma anche nel segreto delle loro stanze, sono le protagoniste della mostra in corso fino al 1° aprile al Museo Sartorio di Trieste.

Il percorso, intitolato Arte a Trieste tra fascino e discrezione 1900 – 1940 sfodera un fascinoso viaggio nell’eterno femminino attraverso dipinti in prestito dalle collezioni del Museo Sartorio, dal Museo Revoltella, dalla Collezione d’Arte della Fondazione CRTrieste e da collezioni private, che offrono uno sguardo particolare sulla città attraverso alcune opere dei migliori artisti del secolo.

Una galleria di ritratti femminili propone una Trieste esplorata nelle sue pieghe più intime, nei volti e nei corpi di donne di quella borghesia cosmopolita che ha contribuito alla crescita economica e culturale della città nel XIX secolo e nel primo ‘900.

Franco Asco, Antonio Camaur, Glauco Cambon, Bruno Croatto, Cesare Cuccoli, Oscar Hermann Lamb, Mario Lannes, Pietro Lucano, Giannino Marchig, Piero Marussig, Giovanni Mayer, Argio Orell, Gino Parin, Nino Poliaghi, Arturo Rietti, Ruggero Rovan, Edgardo Sambo, Carlo Sbisà, Cesare Sofianopulo, Vito Timmel, Carlo Wostry sono alcuni degli autori selezionati per questa esposizione.

Il percorso si concentra sui primi quattro decenni del XX secolo, anni di grandi cambiamenti, sospesi tra euforia e dramma a causa delle trasformazioni epocali di una città che, all’indomani della Prima Guerra Mondiale, vede il proprio mondo sgretolarsi e poi ricostruirsi in forme diverse. Eterogenei sono anche i linguaggi espressivi che oscillano tra i riferimenti simbolisti e postimpressionisti e le atmosfere legate al mondo del Déco e del Realismo Magico.

Ma ciò che unisce queste raffigurazioni del femminile è il legame, talvolta celato, tra queste figure e Trieste, quella “scontrosa grazia” che emerge nelle pose, nelle espressioni dei volti, e riflette l’immagine di una città profondamente controversa.

A Roma le Corrispondenze di Luca Marcelli Pitzalis

Fino al 21 gennaio, nell’ambito di QUOTIDIANA, il programma espositivo sull’arte italiana contemporanea promosso dalla Quadriennale di Roma e da Roma Capitale, il Museo di Roma a Palazzo Braschi, ospita, per la sezione PORTFOLIO, la mostra del giovane artista Luca Marcelli Pitzalis.

L’opera, intitolata Corrispondenze Vol. I, nasce da uno scambio di e-mail avvenuto tra l’artista e gli utenti iscritti a una newsletter dedicata, inviata per un anno ogni due mercoledì alle dieci di sera, nella quale invitava gli interlocutori a rispondere. Inseguendo la possibilità di una comunicazione non mediata della propria sfera emotiva, l’artista ha incoraggiato la creazione di uno spazio virtuale temporaneo capace di diventare una zona franca rispetto ai protocolli sociali, garantendo la reciproca comprensione e il riconoscimento sensibile di una piccola comunità.

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