Record a raffica tra Tokyo e Seul, spinti da attese su intesa Usa-Cina, yen debole e politiche pro-crescita a Tokyo. Trader in scia ai massimi di Wall Street e al boom dell’hi-tech.
L’Asia parte a tutta e detta il ritmo ai mercati globali. A Tokyo il Nikkei varca per la prima volta la soglia psicologica dei 50.000 punti, attestandosi a metà seduta a 50.337, mentre a Seul il Kospi sfonda i 4.000 nell’ora iniziale di contrattazioni. Due record nella stessa mattinata che fotografano una cosa semplice: l’appetito per il rischio è tornato e gli investitori scommettono su un asse commerciale meno teso tra Washington e Pechino, su una Giappone più espansivo e su una nuova gamba del ciclo tech.
Tokyo corre su stimolo, difesa e chip
A Tokyo gli acquisti si concentrano su finanza ed elettronica, con pesi massimi dell’indice che guidano il rally. La narrativa è chiara: stimolo fiscale in arrivo, difesa e semiconduttori sugli scudi, yen debole che lubrifica i conti degli esportatori. In questo contesto, non stupisce vedere valutazioni in crescita su campioni del testing per chip e sul retail premium, termometri del sentiment domestico e globale. Come nota un gestore di lungo corso, “la combinazione tra spesa pubblica, catene del valore meno ingessate e AI che entra nel P&L reale sta cambiando il premio per il rischio sull’azionario giapponese”.
Wall Street ai massimi e la leva della diplomazia
Il quadro macro aiuta. Wall Street ha chiuso la scorsa settimana sui massimi storici: è benzina per l’Asia, dove i desk leggono in controluce anche l’atteso faccia a faccia tra Donald Trump e Xi Jinping. Se la tregua tariffaria si trasformasse in qualcosa di più sostanziale, costi e incertezze di filiera si ridurrebbero, con impatto diretto sui margini delle tech asiatiche.
Valute: dollaro vicino a ¥153, euro verso i massimi
Sul mercato valutario, il dollaro scambia poco sotto ¥153, soglia favorevole ai titoli export-led; l’euro oscilla in area massimi storici contro yen poco sotto ¥178, a conferma di una debolezza strutturale della valuta nipponica nel breve periodo. Come osserva un analista FX, “finché i differenziali di tasso restano ampi e la banca centrale non sposta il baricentro, il vento è contrario allo yen”.
Seoul rompe il muro dei 4.000
In Corea del Sud il balzo del Kospi oltre 4.000 punti sancisce un passaggio simbolico: la Borsa di Seoul rientra nel club dei mercati guida per tecnologia e manifattura avanzata. La spinta non è solo commerciale; c’è anche la scommessa su utili in ripresa delle grandi piattaforme e dei campioni dei chip di memoria, mentre il mercato incorpora progressi verso un accordo nel contenzioso tariffario tra Washington e Pechino. “Una distensione anche parziale sulle restrizioni tecnologiche libererebbe capex e ordini già congelati”, commenta un analista buy-side a Hong Kong.
Effetti per l’Europa
Con Nikkei e Kospi sui massimi, si riapre il canale degli afflussi esteri sull’Asia e, per riflesso, torna appetibile la catena del valore europea legata a macchinari, semiconduttori e lusso. Se a questo si somma un rame in recupero e un petrolio tiepido, il mosaico disegna uno scenario di rischio più ordinato, con volatilità in calo e sostegno al credito high-grade.
I rischi da monitorare
Tre incognite restano aperte: (1) politica monetaria Usa, dove eventuali tagli aggiuntivi della Fed possono paradossalmente favorire ancora l’azionario giapponese via export; (2) tecnologie sensibili, perché senza chiarimenti su export-control e sussidi incrociati la tregua è fragile; (3) posizionamento affollato, con il Nikkei già oltre +25% da inizio anno e vulnerabile a guidance prudenti.
La linea di fondo
Finché l’agenda pro-crescita di Tokyo resta credibile, lo yen debole sostiene gli utili e la distensione Usa-Cina fa da scudo, l’Asia rimane il baricentro del rischio globale. Ma i record si difendono con utili veri e politiche coerenti: su questo si giocherà la partita delle prossime settimane.