Ieri, in occasione della celebrazione dell’Eid al-Fitr, la festa che sancisce la fine del mese sacro del Ramadan, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto lanciare un messaggio forte e denso di significato, rivolto non soltanto alle comunità musulmane in Italia e nel mondo, ma a tutta l’opinione pubblica internazionale. Il Capo dello Stato ha sottolineato come quest’anno la festività sia stata oscurata da «inaccettabili violenze», richiamando tutti, governi e cittadini, alla necessità di un impegno collettivo contro ogni forma di estremismo, di fanatismo e di intolleranza.
Mattarella: "Ramadan turbato da violenze inaccettabili, serve un impegno contro l’estremismo"
Le parole di Mattarella, come spesso accade nei suoi interventi istituzionali, vanno ben oltre la ricorrenza religiosa. Il Presidente ha voluto ricordare che il Ramadan rappresenta per milioni di musulmani nel mondo un tempo di raccoglimento, digiuno, solidarietà e preghiera, un momento che dovrebbe essere vissuto nella pace, nello spirito di condivisione e di speranza. Tuttavia, ha ammonito Mattarella, quest’anno la festa che segna la rottura del digiuno viene celebrata in un clima gravemente turbato dalle violenze che insanguinano diverse aree del pianeta. Un riferimento implicito ma inequivocabile ai conflitti che stanno martoriando il Medio Oriente, alla tragedia della Striscia di Gaza, alle tensioni in Africa e agli attacchi terroristici che colpiscono indiscriminatamente civili inermi.
L’invito alla responsabilità collettiva
Nella nota diffusa ieri dal Quirinale, Mattarella ha voluto ribadire che la responsabilità di fermare questa spirale di odio e distruzione non può essere lasciata ai soli governi o alle istituzioni religiose. «È doveroso che ciascuno si impegni – ha scritto – affinché il rispetto reciproco prevalga sulla paura e sulla diffidenza». Un monito che richiama alla necessità di costruire una società fondata sulla convivenza pacifica, sul dialogo tra culture e religioni diverse, sulla capacità di riconoscere nell’altro non un nemico ma un interlocutore.
Il significato profondo dell’Eid al-Fitr offuscato dalla guerra
L’Eid al-Fitr, che per milioni di famiglie musulmane rappresenta un momento di festa, di ritorno a casa, di riunione familiare e di gesti di solidarietà verso i più bisognosi, si trova quest’anno a essere celebrato in un clima globale di profonda inquietudine. Mattarella ha voluto sottolineare come questo giorno che dovrebbe essere occasione di gioia e di pace sia purtroppo segnato da scenari di guerra, persecuzioni, atti terroristici e migrazioni forzate.
Il ruolo dell’Italia e la difesa dei valori universali
Nel suo messaggio, il Presidente della Repubblica ha infine riaffermato il ruolo dell’Italia come Paese promotore di dialogo, inclusione e pace. «L’Italia continuerà a difendere i valori della convivenza e del rispetto dei diritti umani», ha scritto, sottolineando come sia necessario uno sforzo condiviso per contrastare le derive di odio, discriminazione e fanatismo che mettono a rischio la tenuta delle società democratica.