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Manovra, la maggioranza cerca oltre un miliardo

- di: Anna Montanari
 
Manovra, la maggioranza cerca oltre un miliardo
Il lavoro sulla manovra entra nella fase più delicata. Dopo le elezioni regionali e con i nuovi equilibri interni ormai assestati, il centrodestra torna a riunirsi a Palazzo Chigi con un obiettivo preciso: trovare oltre un miliardo di euro per finanziare le modifiche concordate alla legge di bilancio senza alterare i saldi. La cifra non è definitiva, ma è il riferimento su cui si sta affinando il confronto tra maggioranza e ministero dell’Economia.

Manovra, la maggioranza cerca oltre un miliardo

La principale fonte di copertura individuata è un nuovo intervento sul settore bancario. L’ipotesi allo studio prevede l’aumento dell’Irap per gli istituti di credito: dal già previsto +2 punti si passerebbe a +2,5, un ulteriore prelievo da cui ci si attendono poco meno di 200 milioni. La maggioranza assicura che l’incremento dovrebbe colpire solo le grandi banche, evitando ripercussioni sugli istituti di dimensioni ridotte.
Secondo alcune valutazioni tecniche, tuttavia, la franchigia necessaria per garantire l’esclusione dei piccoli operatori dovrebbe essere molto più elevata dei 90mila euro ipotizzati. Una soglia così bassa – osservano diverse fonti – finirebbe per lasciare indenni soltanto sportelli minuscoli, trasformando la misura in un onere aggiuntivo per quasi l’intero comparto.

Il dialogo con l’industria bancaria è quindi destinato a intensificarsi. «Parleremo con tutti i soggetti interessati, non lo scopriranno dai giornali», ha assicurato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Ma il rischio di un prelievo percepito come generalizzato resta sul tavolo.

Affitti brevi, Isee e dividendi: le intese politiche

Sul fronte delle modifiche al testo, il vertice di maggioranza ha registrato alcuni avanzamenti significativi. Sui contratti di locazione breve è stata confermata l’aliquota del 21% sulla prima casa, accompagnata dalla scelta di far scattare l’attività d’impresa già dal terzo immobile, e non dal quinto come nella formulazione originaria.
Accordo raggiunto anche sul ritocco dei parametri Isee per escludere la prima casa, con un innalzamento del valore catastale nelle città più grandi. Ulteriori intese riguardano i dividendi e la possibilità di compensare anche i contributi previdenziali dovuti dalle imprese, un punto chiarito per rispondere alle richieste arrivate dal mondo produttivo.

Il nodo resta però il finanziamento effettivo di queste modifiche. Una parte delle misure – come quella sugli affitti – dovrebbe garantire una sorta di “autocopertura”, ma per il resto serviranno risorse aggiuntive. Ed è qui che si inserisce la complessa operazione di revisione interna seguita dal ministero dell’Economia, che sta presidiando con attenzione le riunioni tecniche in Senato attraverso la presenza della Ragioniera generale dello Stato, Daria Perrotta.

Tassa sui pacchi sì, oro da investimento da rivedere

A rafforzare il quadro delle coperture dovrebbe contribuire anche la cosiddetta tassa sui pacchi, già parte del pacchetto di misure, mentre appare meno definita la nuova tassazione sull’oro da investimento.
«È una tematica molto complessa, che ha bisogno di ulteriore approfondimento», ha dichiarato il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, lasciando intendere che la misura potrebbe richiedere modifiche o tempi più lunghi.

Il caso oro di Bankitalia e l’attenzione della Bce

Parallelamente, a Palazzo Madama è deflagrato un nuovo fronte di attenzione: l’emendamento, firmato dal capogruppo di Fratelli d’Italia Lucio Malan, che ribadisce come le riserve auree della Banca d’Italia “appartengano allo Stato, in nome del popolo italiano”. Un’iniziativa che ha immediatamente attirato l’attenzione della Bce, la quale – pur senza commentare nel merito – ha fatto sapere di non essere stata consultata.
Un richiamo che suona come un monito, poiché i trattati europei prevedono l’obbligo di consultare Francoforte per interventi che riguardano le banche centrali nazionali. Il precedente del 2019, quando una mozione simile fu bocciata sotto il governo giallo-verde, mostra quanto la materia sia sensibile sul piano istituzionale e normativo.

Verso il rush finale in Senato


Nel frattempo, il percorso parlamentare prosegue tra tempi stretti e verifiche tecniche. La tagliola delle ammissibilità ha escluso 105 emendamenti segnalati dalle opposizioni, che protestano per i ritardi e per un confronto definito «compresso».
La maggioranza punta invece ad accelerare: l’obiettivo è chiudere il pacchetto di modifiche e presentare entro pochi giorni un quadro di coperture definito, in modo da non compromettere la tabella di marcia della manovra.

La ricerca del miliardo aggiuntivo resta quindi il vero banco di prova. Sarà il ministero dell’Economia a valutare se la combinazione di prelievi, aggiustamenti fiscali e nuove entrate sarà sufficiente a blindare i saldi, mentre la politica tenta di chiudere un compromesso che tenga insieme equilibri interni, vincoli europei e reazioni dei mercati.
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