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Legge elettorale, nel centrodestra prende forma l’ipotesi proporzionale con premio: il dossier trapelato oggi sui giornali

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Legge elettorale, nel centrodestra prende forma l’ipotesi proporzionale con premio: il dossier trapelato oggi sui giornali

Un titolo tecnico, quasi anodino — “Analisi sulla legge elettorale per il 2027” — ma dietro quelle parole si muove molto di più. È il documento riservato elaborato dagli uffici parlamentari della maggioranza, finito oggi sulle pagine di alcuni quotidiani, che ne hanno ricostruito contenuti e scenari. Un dossier che mette in chiaro ciò che finora era stato detto solo a mezza voce: con l’attuale sistema di voto, la stabilità politica del 2027 non è affatto garantita. E il centrodestra ha iniziato a fare i conti con questo dato.

Legge elettorale, nel centrodestra ipotesi proporzionale con premio

La prima parte dell’analisi è un avvertimento. Se si tornasse alle urne con la legge vigente — alla luce delle proiezioni e delle tendenze rilevate — la maggioranza correrebbe “grandi rischi”. Una frase che dietro la prudenza lessicale nasconde la preoccupazione reale: un ritorno a un Parlamento più frammentato, con alleati chiamati a negoziare i numeri più che i programmi.
Per questo, nelle stanze riservate della coalizione, si ragiona sempre più apertamente su una revisione delle regole.

Le tre strade: tra conservazione e sperimentazione
Il documento mette in fila tre ipotesi di lavoro: mantenere l’attuale legge, recuperare un’impostazione simile al Tatarellum con un listino bloccato oppure adottare un sistema proporzionale con premio di maggioranza.
E se la prima strada è considerata rischiosa e la seconda divisiva, è la terza a catalizzare l’attenzione: il proporzionale come architrave, ma con un meccanismo premiale capace di garantire governabilità alla coalizione che supera una soglia significativa.

La formula del 40%
Nel modello messo sotto osservazione, la coalizione che raggiunge il 40% dei voti ottiene un premio del 15% dei seggi. Uno strumento che assicurerebbe una maggioranza autonoma e, insieme, un quadro di rappresentanza più aderente alla frammentazione del quadro politico.
La proposta prevede anche l’indicazione del candidato premier e un listino di coalizione con candidati blindati. Ma quest’ultimo elemento, filtrato dai partiti, sembra tutt’altro che popolare: troppe incognite sulla gestione interna, troppe sensibilità da tutelare.

L’opzione che emerge con più forza
Tra le righe del dossier pubblicato oggi, però, è un’altra la proposta che sembra ottenere maggiore attenzione: un proporzionale puro che assegna il 55% dei seggi alla coalizione che conquista almeno il 40% dei voti.
Una soluzione che elimina il listino e rende lineare il meccanismo: chi arriva primo e supera una soglia significativa ottiene la maggioranza, senza ulteriori passaggi.
In questo scenario, tornerebbero i collegi plurinominali già utilizzati in passato, con una soglia di sbarramento fissata al 3% per tutti, dentro e fuori le coalizioni.

Le dinamiche politiche dietro il dossier
Il documento, pur presentato come analisi tecnica, riflette la fase politica attuale: una maggioranza che vuole mettersi al riparo dalle incertezze future e che cerca un sistema in grado di tenere insieme rappresentanza e stabilità.
Il proporzionale con premio, infatti, risponde a una doppia esigenza: preservare la dimensione coalizionale — su cui il centrodestra ha costruito la sua forza — e garantire allo stesso tempo che chi vince sia nelle condizioni di governare senza affanni.

Le incognite del percorso
Ma il passaggio dalla teoria alla legge è tutt’altro che semplice. Servirà una convergenza politica ampia, una mediazione interna non scontata e il tempo necessario per evitare modifiche percepite come di parte.
Eppure, il fatto che il dossier sia finito oggi sui giornali indica che la riflessione è entrata nella sua fase pubblica, che il confronto non è più solo riservato ma destinato a coinvolgere la discussione politica nazionale.

Una partita appena cominciata
Le scelte non sono ancora state prese. Le simulazioni non diventano automaticamente proposte di legge. Ma la direzione tracciata è chiara: un modello elettorale che affida al proporzionale la fotografia della società, ma che allo stesso tempo garantisce un esito netto, mettendo in sicurezza la governabilità.
Il centrodestra non lo dice apertamente, ma attraverso il dossier trapelato oggi manda un segnale: per il 2027, il tema non sarà solo chi prenderà più voti. Sarà soprattutto come trasformarli in seggi certi, evitando un Parlamento dove la vittoria non basta a governare.

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