Gli investitori tornano a dare credito alla Cina

- di: Redazione
 
Le azioni cinesi, poche settimane fa, avevano subito un forte ridimensionamento, dopo che il presidente Xi Jinping si è assicurato uno storico terzo mandato al potere, facendo piazza pulita dei ''progressisti'' sostituiti con una squadra di lealisti, un'operazione che non si vedeva dal tempo di Mao. Ma è bastata una settimana per recuperare credito, dopo che Pechino ha deciso di allentare la strategia ''zero-Covid'' (che spesso ha portato alla paralisi della macchina produttiva e quindi della catena d'approvvigionamento, colpendo l'economia globale) e insieme di varare delle misure per soccorrere il settore immobiliare, da mesi in crisi. In più Xi, con i recenti appuntamenti internazionali, sembra avere riconquistato prestigio sulla scena mondiale.

Gli investitori tornano a dare credito alla Cina

Una concomitanza di fattori che ha fatto registrare, la scorsa settimana, un rally della borsa di Hong Kong, con il suo indice di riferimento Hang Seng che nella sola giornata di venerdì ha guadagnato il 14%, cioè oltre il 20% al di sopra del suo recente minimo. Anche Wall Street ha percepito il cambio di indirizzo, tanto che le azioni cinesi hanno guadagnato il 15% nello stesso periodo.

Gli investitori ora hanno una visione viene definita come "tatticamente costruttiva" sulla Cina. Tanto che alcune banche d'investimento hanno persino aggiornato le loro previsioni di crescita in Cina a seguito dei cambiamenti politici. Come nel caso di ANZ Research, che ha aumentato le previsioni del PIL cinese al 5,4% per il 2023 dal 4,2% precedente. In ottobre le azioni cinesi erano state interessate da forti vendite, alimentate dai timori sulle future politiche di Xi, dopo l'ulteriore rafforzamento della sua leadership. Ma, nonostante il forte recupero delle azioni cinesi, alcuni analisti rimangono cauti, pensando che la ripresa potrebbe essere trainata da molti acquisti per chiudere precedenti posizioni e da denaro a caccia di rendimenti rapidi.

La Cina sta ancora affrontando i focolai di Covid e rimane fermamente impegnata in misure drastiche (come le chiusure di attività produttive) da tempo abbandonate dalla maggior parte delle altre nazioni. Ancora più grave è la crisi immobiliare e i rischi che comporta per il settore bancario, nonostante il piano di salvataggio in 16 punti annunciato da Pechino venerdì scorso.
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