L’Europa meridionale è alle prese con una delle peggiori ondate di calore degli ultimi decenni, che sta alimentando incendi di proporzioni allarmanti. Le alte temperature, unite a venti secchi e alla siccità prolungata, hanno creato un contesto ideale per la propagazione dei roghi. Spagna, Portogallo, Italia e Grecia sono tra i Paesi più colpiti, con decine di focolai attivi e migliaia di ettari di vegetazione andati in fumo.
Incendi devastano l’Europa meridionale, due vittime in Spagna
In Spagna, il bilancio è già tragico: due persone hanno perso la vita a causa delle fiamme che hanno interessato aree rurali e periferiche. Le autorità hanno evacuato centinaia di residenti dalle zone a rischio, mentre squadre di vigili del fuoco e volontari lavorano senza sosta per contenere l’avanzata del fuoco. Madrid ha dichiarato la fase di pre-emergenza, attivando piani straordinari per il coordinamento delle operazioni di soccorso e la protezione delle infrastrutture critiche.
Emergenza diffusa nel Mediterraneo
Gli incendi non risparmiano altri Paesi della regione. In Grecia, le fiamme si sono avvicinate a zone turistiche, costringendo all’evacuazione di hotel e campeggi. In Portogallo, intere aree boschive sono state distrutte, con ripercussioni gravi sulla biodiversità e sull’economia locale. In Italia, diversi roghi sono divampati in Sardegna, Sicilia e Calabria, con i canadair in azione da giorni.
Le cause dell’escalation
Gli esperti attribuiscono la gravità della situazione a una combinazione di fattori climatici e umani. Il riscaldamento globale sta innalzando la frequenza e l’intensità delle ondate di calore, mentre la gestione insufficiente del territorio, con boschi non curati e accumulo di materiale secco, favorisce la rapidità di propagazione delle fiamme. In alcuni casi, le indagini hanno accertato l’origine dolosa dei roghi, aprendo scenari inquietanti sul possibile ruolo di incendiari e interessi economici illeciti.
Impatti ambientali e sanitari
Oltre alla distruzione degli ecosistemi, gli incendi hanno un impatto diretto sulla salute delle persone. Le alte concentrazioni di fumo e particolato nell’aria aggravano patologie respiratorie e cardiovascolari, in particolare tra anziani e bambini. Le autorità sanitarie raccomandano di limitare le attività all’aperto nelle zone colpite e di utilizzare mascherine filtranti per ridurre l’esposizione alle polveri sottili.
Le risposte delle istituzioni
La Commissione Europea ha attivato il meccanismo di protezione civile dell’UE, inviando squadre di supporto e mezzi aerei ai Paesi più in difficoltà. Diversi Stati membri hanno offerto risorse logistiche e squadre di pompieri, in uno sforzo coordinato per arginare un’emergenza che trascende i confini nazionali. Parallelamente, il Parlamento Europeo ha sollecitato un piano comune di prevenzione, basato sulla manutenzione del territorio e sulla formazione di squadre di intervento rapido.
Un futuro sempre più a rischio
Secondo gli scienziati, l’aumento delle temperature medie e la riduzione delle precipitazioni renderanno gli incendi sempre più frequenti e difficili da controllare. Gli eventi di quest’estate rappresentano un monito: senza interventi strutturali e una strategia climatica ambiziosa, il Mediterraneo rischia di trasformarsi in un’area ad altissimo rischio ambientale, con conseguenze irreversibili per le comunità e l’economia locale.
La sfida della prevenzione
Le soluzioni passano per una gestione integrata del territorio, il rafforzamento dei sistemi di allerta e l’investimento in tecnologie di monitoraggio. Ma serve anche una cultura della prevenzione, che coinvolga i cittadini nella cura dell’ambiente e nella segnalazione tempestiva di situazioni di pericolo. Solo così sarà possibile ridurre il rischio di catastrofi come quelle che, in questi giorni, stanno devastando l’Europa meridionale.