Sicurezza sul lavoro: 1.000 morti nel 2024, boom incidenti in itinere

- di: Marta Giannoni
 
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale in Italia sono aumentate del 3,3% nei primi undici mesi del 2024, raggiungendo quota 1.000, secondo i dati Inail. Questo incremento preoccupa soprattutto in relazione ai decessi in itinere (tragitto casa-lavoro), passati da 223 a 269 casi (+20,6%), mentre gli incidenti mortali sul luogo di lavoro sono leggermente diminuiti da 745 a 731.

Settori e regioni più colpiti
Tra i settori più colpiti, le costruzioni contano il maggior numero di vittime (147), seguite dal trasporto e magazzinaggio (99) e dal manifatturiero (94). A livello territoriale, aumenti significativi si registrano in Sicilia (+15), Lazio (+12) e Lombardia (+11), mentre calano in Veneto (-22) e Abruzzo (-13).
Il presidente dell’Inail, Franco Bettoni, ha commentato: “L’aumento delle morti in itinere è un campanello d’allarme. Dobbiamo rafforzare le campagne di sensibilizzazione e gli investimenti in sicurezza, sia nei luoghi di lavoro che nei tragitti”.

Giovani e under 15
Un altro dato preoccupante riguarda l’aumento degli infortuni tra gli under 15, attribuibile all’estensione della tutela assicurativa agli studenti. Questo riflette una maggiore consapevolezza, ma evidenzia anche la necessità di maggiori interventi preventivi.

Critiche sulla gestione finanziaria dell'Inail: avanzo da 1 miliardo inutilizzato
Il Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell'Inail ha acceso i riflettori sul bilancio di previsione 2025, che presenta un avanzo finanziario di oltre 1 miliardo di euro e disponibilità liquide stimate a 44,1 miliardi. Il presidente del Civ, Guglielmo Loy, ha dichiarato: “Non è sostenibile accumulare risorse senza impiegarle efficacemente per la prevenzione e la tutela. Gli avanzi devono tradursi in investimenti per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Prevenzione e investimenti in stallo
Nonostante le risorse, il budget destinato ai bandi Isi – finanziamenti per la sicurezza – rimane invariato rispetto al 2024, con 600 milioni di euro. Loy ha sottolineato: “Il mancato utilizzo delle risorse ostacola il contrasto al fenomeno infortunistico e la piena emersione delle malattie professionali”.
Secondo il Civ, è necessario un adeguamento tariffario e un potenziamento delle azioni strategiche, in particolare negli oltre 3,7 milioni di luoghi di lavoro monitorati dall’istituto.

Appello alle parti sociali
Il Civ chiede un intervento deciso da parte del governo e delle imprese per destinare le risorse disponibili alla riduzione degli infortuni e al miglioramento delle tutele per i lavoratori. “Non possiamo permetterci di perdere questa opportunità di salvaguardare vite umane”, ha concluso Loy.

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