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Hiroshima, 80 anni dopo la bomba atomica

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Hiroshima, 80 anni dopo la bomba atomica

Alle prime luci del mattino, in Giappone, migliaia di persone si sono raccolte nel Parco della Memoria per rendere omaggio alle vittime della bomba atomica sganciata dagli Stati Uniti il 6 agosto 1945. Ottant’anni dopo, la città ha osservato un minuto di silenzio, accompagnato dal suono delle campane dei templi. Un gesto semplice, carico di dolore e memoria, che ha unito sopravvissuti, familiari, studenti e rappresentanti politici in un unico abbraccio collettivo.

Hiroshima, 80 anni dopo la bomba atomica

Il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, ha ricordato come la tragedia non appartenga solo al passato ma continui a essere un monito per il presente: “Questa città porta il peso della memoria affinché non si ripeta mai più l’orrore della guerra nucleare. Ricordiamo le 140 mila vite spezzate e lanciare un appello alla pace è oggi più urgente che mai”.

I sopravvissuti e la memoria

Molti degli hibakusha, i sopravvissuti alla bomba, sono ormai molto anziani. Alcuni hanno preso la parola durante la cerimonia, raccontando la sofferenza vissuta e la difficoltà di tramandare la memoria alle nuove generazioni. Una donna di 92 anni ha detto con voce rotta: “Ho visto il cielo diventare fuoco, la mia famiglia dissolversi in un istante. Continuo a parlare perché i giovani sappiano che la pace non è un dono, ma una conquista quotidiana”.

La presenza internazionale

Alla cerimonia hanno partecipato rappresentanti di oltre cento Paesi, compresi Stati Uniti e Russia, in un contesto di tensioni globali che rendono ancora più forte il significato del ricordo. La presenza di delegati di nazioni dotate di arsenali nucleari è stata accolta come un segnale di apertura, seppur simbolico.

Il Giappone tra passato e presente
Il primo ministro giapponese ha ribadito l’impegno di Tokyo a restare “un ponte per il disarmo nucleare”. Ma la posizione del Giappone resta complessa: da un lato la memoria di Hiroshima e Nagasaki alimenta la spinta al pacifismo, dall’altro l’alleanza militare con Washington inserisce il Paese sotto l’ombrello atomico americano. Un equilibrio delicato che suscita dibattiti interni e internazionali.

Hiroshima come monito universale
Oggi la città, risorta dalle macerie, è diventata un simbolo universale di pace e resilienza. Le scuole giapponesi continuano a portare gli studenti al Museo della Memoria per trasmettere la storia. E in un mondo nuovamente attraversato da conflitti e minacce nucleari, la voce di Hiroshima appare più che mai necessaria.

Il minuto di silenzio di questa mattina non è stato solo un ricordo. È stato un richiamo al futuro, un invito a riflettere sulla responsabilità collettiva di evitare che l’umanità ripeta gli errori più devastanti della sua storia.

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