Dal 5 al 15 dicembre 2025 la Fondazione Toti Scialoja, in via di Santa Maria in Monticelli a Roma, ospita Illustrazioni per l’uso, mostra personale di Maurizio Ceccato, illustratore, graphic designer e autore definito “visivo e visionario”, tra le presenze più singolari e riconoscibili dell’editoria e dell’arte italiana. L’esposizione nasce dal libro omonimo pubblicato nel 2020 da Italo Svevo, la stessa casa editrice che sostiene anche questo nuovo progetto espositivo.
Alla Fondazione Scialoja la mostra “Illustrazioni per l’uso”
La mostra segna un passaggio decisivo nel percorso dell’artista: attraversando i territori dell’immagine stampata, Ceccato approda dalla carta alla tela. Il visitatore percorre un itinerario articolato in 23 “tappe”, che include anche una serie di opere in serigrafia al fluoro, visibili soltanto al buio, espediente che amplifica il carattere concettuale e ludico del lavoro.
Come nel libro, anche nell’allestimento emerge un gusto per l’abbinamento spiazzante, a tratti sarcastico, in altri casi più meditativo – come nell’illustrazione dedicata al tema dell’infibulazione – generato dall’incontro tra proverbi italiani e immagini ricavate da bugiardini e libretti d’istruzioni. L’artista ha raccolto e analizzato 25.000 proverbi e oltre 3.250 foglietti informativi e manuali d’uso, costruendo un archivio che diventa materiale narrativo e dispositivo visivo.
Illustrazioni come dispositivi da leggere
In ciascun lavoro, immagine e proverbio convivono senza sovrapporsi. Ceccato non intende proporre una spiegazione; preferisce invece far coesistere due sintassi eterogenee, parallele e spesso inconciliabili. È in questa frizione che si apre la possibilità dell’imprevisto.
Ogni illustrazione diventa un oggetto da interpretare, da maneggiare, da attraversare. La mostra offre così un’immersione nel laboratorio dell’autore, dove il disegno è strumento attivo del contemporaneo, capace di unire funzione e visione, racconto ed estetica, provocazione e ironia.
L’artista stesso suggerisce che l’incontro fra parola e immagine – in un libro o in una sala espositiva – può generare un cortocircuito, una sorta di equazione paradossale dove «1+1=3». Il visitatore non viene mai messo a disagio, precisa Ceccato; semmai si scopre perplesso, sospeso in quella distanza che separa e unisce i due linguaggi.
La lettura critica di Giuseppe Garrera
Nel testo di presentazione firmato dallo storico dell’arte Giuseppe Garrera, l’opera di Ceccato è inserita in una riflessione più ampia sul rapporto tra sguardo, narrazione e realtà. «Ciò che regola il disegno è la cecità (la storia dell’arte come svista). Ciò che regola la grammatica e la sintassi è il tacere (da qui il fatto che non esistono conversazioni innocenti). La narrazione, ogni narrazione, è vana di fronte alla realtà e al mondo», scrive Garrera, restituendo così la dimensione filosofica e insieme ironica del progetto.