Da Fidia ai paesaggi romantici di Joseph Rebell, quattro mostre per il weekend

- di: Samantha De Martin
 

FOTO: Joseph Rebell, Il porticciolo del Granatello a Portici con il Vesuvio, 1819, Olio su tela, 137 x 98 cm, Vienna, Belvedere

"Pheidiou eimi" (Sono di Fidia). Questa scritta che campeggia su un vaso proveniente dal Museo Archeologico di Olimpia, uno dei rari oggetti personali appartenuti a un personaggio celebre dell'antichità e giunti fino a noi, è uno degli oltre cento capolavori che arricchiscono la prima mostra mai dedicata a Fidia, lo scultore greco più celebre dell’età classica.

Ad accoglierla fino al 5 maggio è Villa Caffarelli presso i Musei Capitolini, a Roma.

Un percorso inaspettato e sorprendente ripercorre la vita, la carriera e il clima storico-culturale

dell’Atene di Pericle, nel quale operò l’artista che ha firmato capolavori senza tempo come il Partenone con le sue decorazioni scultoree e il colosso di Zeus ad Olimpia.

Tra i prestiti arrivati a Roma dai più importanti musei del mondo, dal British Museum di Londra al Kunsthistorisches Museum di Vienna, dal Metropolitan Museum of Art di New York al Louvre, da non perdere alcuni frammenti originali del fregio del Partenone, prestati eccezionalmente dal Museo dell'Acropoli di Atene e mai usciti prima dalla Grecia, e ancora la replica dello scudo dell’Atena Parthenos, il cosiddetto scudo Strangford, proveniente dalla collezione del British Museum, la statuetta in bronzo di un artigiano, della metà del I secolo a. C., raffigurante probabilmente Fidia stesso.

Mario De Biasi in mostra a Milano

A cento anni dalla nascita di Mario De Biasi, fotografo che Enzo Biagi aveva definito “l’uomo che poteva fotografare tutto”, Milano, sua città di adozione, gli dedica una mostra che, fino al 21 gennaio presenterà al Museo Diocesano Carlo Maria Martini 70 fotografie vintage, tra provini e scatti inediti provenienti dall’Archivio Mondadori e dall’Archivio De Biasi. Un percorso che vuole essere una finestra sull’Italia tra gli anni Cinquanta e Sessanta, ma anche la testimonianza dei numerosi viaggi compiuti, dall’India a Budapest, dal Giappone alla Siberia, fino allo sbarco sulla Luna con le celebri immagini di Neil Amstrong.

Uno sguardo lucido, ed evocativo al tempo stesso, capace di raccontare con originalità un momento controverso della storia d’Italia, a partire dai cambiamenti storici e culturali del Paese che negli anni ’50 e ’60 andava assestandosi su una rinnovata identità culturale.

La Canestra di frutta di Caravaggio arriva ad Asti

Custodita da oltre quattrocento anni nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano, la Canestra di Caravaggio, considerata la prima Natura Morta della storia dell’arte, arriva a Palazzo Mazzetti di Asti, protagonista di una mostra che racconta i segreti e gli enigmi della Natura Morta, partendo proprio dall’analisi del capolavoro del Merisi.

A cura dello storico dell’arte Costantino D’Orazio, la mostra “La Canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della Natura Morta” dal 25 novembre al 7 aprile racconterà la nascita e l’evoluzione nel tempo della Natura Morta, genere pittorico che, nell’intera storia dell’arte italiana, viene inaugurato da Caravaggio proprio con la sua celebre Canestra di frutta (1597-1600).

 

Una selezione di quadri provenienti da musei pubblici e da prestigiose collezioni private illustrano l’evoluzione del genere, ma soprattutto permettono al pubblico di scoprire tutti i significati nascosti negli elementi dipinti.

Cosa rappresentano un frutto, un fiore, un animale o un vaso da soli o all’interno di una composizione?

Come interpretare una gerbera gialla in primo piano o una composizione di limoni e cipolle?

Il pubblico lo scoprirà attraverso la mostra astigiana che offre un vero e proprio vocabolario nel quale ogni frutto, vegetale, oggetto o animale rivela il proprio segreto.

 

A Napoli le vedute romantiche di Joseph Rebell

La vibrante atmosfera culturale della Napoli tra il 1808 e il 1815, periodo del regno di Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte, si racconta in una mostra in corso fino al 7 aprile presso le Gallerie d’Italia – Napoli, museo di Intesa Sanpaolo.

Intitolato Napoli al tempo di Napoleone. Rebell e la luce del Golfo, il percorso dedicato al pittore viennese Joseph Rebell, realizzato in partnership con il Museo Belvedere di Vienna e con la collaborazione dell’Institut Français di Napoli, abbraccia 73 opere provenienti da importanti istituzioni culturali nazionali e internazionali, come il Belvedere di Vienna, l’Accademia di Belle Arti di Vienna, la Biblioteca Nazionale Austriaca, il Castello di Fontainebleau e Versailles, oltre che dalla collezione Intesa Sanpaolo.

Durante il loro regno, Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte chiamarono alla loro corte maestri francesi del genere, come Simon Denis, Alexadre Dunouy, Auguste de Forbin, riservando una protezione particolare soprattutto al viennese Joseph Rebell, che, accanto ad altri innovatori del vedutismo di quegli anni, è il grande protagonista della mostra.

La sua pittura è caratterizzata da un nuovo modo di rappresentare il paesaggio, reso con quella forza drammatica che anticipa la concezione romantica della pittura di paesaggio, basata sulla esaltazione dei valori atmosferici e sentimentali.

Le opere di Rebell sono messe per la prima volta a confronto con gli artisti di paesaggio del suo tempo da Michael Wutky a Louis de Forbin e Johan Christian Dahl.

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