FOTO (Cropped): Pavek - CC BY 2.5
Nel palazzo Pretorio di Certaldo, antico scrigno di pietra e storia, si apre la personale intitolata “Fiammetta” di Valentina Palazzari. È un progetto che non si limita ad aggiungere opere nello spazio: semmai lo interroga, lo modifica, lo annoda alle dramatis personae del tempo.
“Fiammetta” a Certaldo: materia, memoria e metamorfosi
La mostra, inserita nella rassegna CertaldoArte25 per celebrare il 650° anniversario della morte di Giovanni Boccaccio, evoca la musa stilnovista, ma espande quell’idea fino a trasformarla in una metafora attiva: Fiammetta non è più donna-oggetto d’amore spirituale, ma presenza che consuma e trasforma, che brucia e lascia tracce, che evolve insieme agli spazi.
Architettura, corpo, materia
Il percorso si articola su cinque sale del piano nobile del Palazzo, ognuna intessuta con installazioni site-specific che intrecciano materie grezze e industriali: reti, cavi elettrici, lamiere, plastiche da cantiere, residui di ferro. Tutto in dialogo con le mura antiche, i pavimenti, le finestre affacciate sulla Valle d’Elsa.
Palazzari lavora sulla tensione tra stabilità e mutamento: ogni elemento appare consumato, logorato dal tempo, portatore di cicatrici che suggeriscono non solo il passaggio ma la vitalità del tempo stesso. Le superfici bruciate, le lacerazioni, gli strappi diventano segni lirici, come un alfabeto della trasformazione.
Il pensiero che prende forma
“Attraversare le sale significa accogliere ciò che si vede come un pensiero che prende forma”, dichiara l’artista. È un’intenzione che orienta l’intero allestimento: non opere isolate, ma tappe di un racconto visivo che attraversa presenza, assenza, memoria.
Gli spazi antichi diventano soggetto dell’opera, non solo contenitori: l’intervento dialoga con le scale, con i moduli architettonici, con l’ombra e la luce. La mostra suggerisce che il luogo stesso sia vivo, che respiri insieme all’opera.
Tracce di tempo e memoria
Centrale è il tema della trasformazione: materiali industriali condannati alla freddezza acquisiscono nuova liricità, quando ossidazione, corrosione e decomposizione lavorano su di essi come agenti narranti. Ogni patina, ogni bruciatura, ogni piega diventa segno e racconto.
La mostra non è nostalgia: è un’attualizzazione del mutamento, una riflessione sul presente che conserva relazioni con il passato. Il consumo delle materie diventa eco della caducità, ma anche spinta verso una nuova visione.
Un dialogo con il territorio
Certaldo non è scelto a caso: Palazzo Pretorio, con la sua storia di castello e sede dei vicari fiorentini, porta con sé un racconto di potere, giustizia e memoria locale. Le opere di Palazzari si insediano in questo tessuto storico, insinuandosi nelle tensioni tra il residuo e il futuro.
Il curatore Davide Sarchioni ha promosso un allestimento che non nasconde i segni del passato, ma ne esalta il contrasto con i materiali contemporanei, rendendo l’esperienza della mostra un atto di ibridazione tra arte e luogo.
Fiammetta in dialogo con il presente
L’artista, nata nel 1975, ha già una carriera che tocca luoghi come la Reggia di Caserta, il Castello Aragonese di Ischia e diverse istituzioni del contemporaneo. Qui a Certaldo fa un passo che sembra più intimo e radicale: interrogare la materia e restituirla con voce poetica.
“Fiammetta” non celebra la musa di Boccaccio, non la mette su un piedistallo: la rende compagna di un percorso che attraversa le tracce del tempo, la vulnerabilità delle cose, la tensione tra fenomeno e memoria.
Nel dialogo tra oggetti e spazi, tra consumi e silenzi, la mostra si inserisce nel discorso più ampio sull’arte come esperienza sensibile, che non si limita a contenere significato ma lo consente – oggi – al pubblico.