Rapporto sull’economia del mare: 200.000 aziende, valore aggiunto di 47 miliardi di euro

- di: Giuseppe Castellini
 
Duecentomila aziende, quasi 1 milione di occupati, circa 47 miliardi di euro di valore aggiunto, un effetto moltiplicativo sull’economia di 1,9. L’81% delle competenze professionali richieste dalle imprese blu riguardano il green e la sostenibilità, l’esperienza pregressa conta per quasi il 70% delle assunzioni.
Sono i principali numeri dell’ultimo Rapporto sull’economia del mare promosso dalla Camera di commercio di Frosinone-Latina in raccordo con Unioncamere e realizzato dal Centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne.

L’economia del mare è centrale per uno sviluppo sostenibile e green. Secondo l’ultimo “Blue Economy Report 2020”, l’economia blu dell’Ue, con 5 milioni di occupati, un fatturato di 750 miliardi di euro nel 2018 e un incremento dell’11,6% rispetto all’anno precedente, rappresenta un potenziale enorme e in continua crescita. Per questo l’Ue raccomanda agli Stati membri di includere nei Piani di ripresa del Recovery Fund misure di protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini (quali lo sviluppo e la gestione della rete Natura 2000, la conservazione e il ripristino di specie e habitat, il controllo delle specie esotiche invasive o la costruzione di infrastrutture blu).
Le imprese italiane dell’economia del mare sono 199mila 177 nel 2018 (il 3,3% del totale complessivo) e danno lavoro a 885mila 200 persone (il 3,5% sul totale dell’occupazione del Paese). Più di 4 imprese della Blue Economy su 10 si occupano di servizi di alloggio e ristorazione, il 16,8% opera nella filiera ittica, il 15,2% nel settore delle attività sportive e ricreative, il 13,6% nella cantieristica, il 5,9% nella movimentazione merci e passeggeri via mare, il 3,8% nelle attività di ricerca e tutela ambiente (3,8%), lo 0,2% nell’industria delle estrazioni marine.

L’economia blu genera un valore aggiunto di 46,7 miliardi di euro, il 3,0% del totale dell’economia (nel 2014 era il 2,9%) ma, considerando gli effetti diretti e indiretti - per ogni euro prodotto direttamente si ha un effetto moltiplicatore di filiera pari a 1,9 - si arriva ad un valore aggiunto prodotto complessivo di 134,5 miliardi di euro, l’8,5% del totale dell’economia.
La movimentazione di merci e passeggeri via mare è il comparto a maggiore capacità moltiplicativa, dove ogni euro prodotto ne attiva 2,8 sul resto dell’economia.
Altri settori dall’elevata capacità moltiplicativa sono quelli della cantieristica (moltiplicatore 2,4) e delle attività sportive e ricreative (moltiplicatore 2,1).

Quattro lavori su cinque richiedono skill verdi

Risparmio energetico e sostenibilità ambientale sono skill centrali per trovare lavoro nella Blue economy: l’81,4% delle ricerche di lavoro richiede competenze green.

Agli under 44 va la metà delle posizioni ricercate

Il fabbisogno di professioni della Blue economy espresso dalle imprese è rivolto di gran lunga a giovani (fino a 29 anni 29,6%) e giovani adulti (30-44 anni 24,8%). È il riflesso evidente del peso che i servizi di alloggio e ristorazione hanno nell’economia del mare italiana (la domanda di giovani fino a 29 anni sale al 30,4%), settore in cui intraprendenza e capacità relazionali, virtù proprie dei giovani, sono indispensabili.
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