• Intesa Nov 24 8501

Dazi: Piazza Affari affonda, paura di recessione

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Dazi: Piazza Affari affonda, paura di recessione
L’effetto combinato dell’escalation dei dazi annunciati dal presidente americano Donald Trump e dei timori crescenti di una recessione globale ha colpito duramente Piazza Affari, che registra oggi una delle peggiori sedute degli ultimi anni. Il FTSE MIB, principale indice di riferimento di Borsa Italiana, cede il 7,6% e chiude a 32.050 punti, mentre l’ondata di vendite si abbatte in particolare sulle banche, con perdite a doppia cifra. Bper e Popolare di Sondrio guidano il crollo, perdendo oltre il 12%, mentre Mps arretra dell’11%, seguita da Banco Bpm e Unicredit, entrambe in calo del 10%. Anche i titoli legati al risparmio gestito e alla finanza retail non si salvano: Fineco perde l’8,7%, Mediolanum il 9,7% e Intesa Sanpaolo il 9%.

Dazi: Piazza Affari affonda, paura di recessione

A scatenare la tempesta sui mercati è stato l’annuncio dell’imposizione di nuovi dazi da parte di Donald Trump, che ha riacceso il timore di una guerra commerciale tra Stati Uniti e altri blocchi economici. L’impatto immediato si è fatto sentire soprattutto sui titoli bancari europei, ritenuti più esposti alle conseguenze economiche di una contrazione degli scambi internazionali e a un possibile rallentamento del credito. Ma il clima generale di avversione al rischio ha colpito trasversalmente quasi tutti i settori. Gli investitori, già allarmati da un contesto di inflazione ancora elevata e crescita debole, hanno reagito con forti dismissioni di portafoglio.

Mercati europei in caduta sincronizzata

Il rosso di Milano non è un caso isolato. Anche le principali Borse europee hanno vissuto una seduta da incubo. Francoforte crolla dell’8,38%, Londra perde il 5,57%, mentre Parigi lascia sul terreno il 6,60%. La giornata si apre nel segno della debolezza e prosegue con forti pressioni ribassiste, soprattutto sui listini più ciclici e sensibili alla dinamica del commercio globale. In questo scenario, oltre la metà dei titoli del FTSE MIB non riesce a fare prezzo nei primi dieci minuti di contrattazioni a causa dell’eccessiva volatilità e dello squilibrio tra domanda e offerta. Tra i pochi titoli che riescono a scambiare, spiccano comunque prestazioni fortemente negative: ENI perde il 6,96%, Enel il 6,63%, e Poste Italiane il 6,55%.

Materie prime, oro e petrolio in balia delle vendite

Anche il comparto delle materie prime accusa il colpo. L’oro, bene rifugio per eccellenza, registra un lieve calo e scende a 3.021,3 dollari l’oncia, sintomo che la fuga dal rischio ha raggiunto anche gli asset tradizionalmente più sicuri. Sul fronte energetico, il petrolio continua la sua discesa: il Light Sweet Crude si attesta a 59,77 dollari al barile, in ribasso del 3,58%. La contrazione della domanda prospettica, legata alle paure per la crescita globale, alimenta il pessimismo anche sul fronte energetico.

Rendimenti e spread in tensione: cresce il rischio Paese

A rispecchiare il crescente clima d’incertezza è anche l’impennata dello spread tra Btp e Bund tedeschi, che sale a 127 punti base, con un balzo di 12 punti in una sola seduta. Il rendimento del decennale italiano si attesta al 3,71%, segnalando una crescente diffidenza degli investitori internazionali nei confronti del debito pubblico italiano. Lo scenario suggerisce che, oltre al comparto azionario, anche il mercato obbligazionario sta subendo una pressione marcata, accentuata dalla percezione di instabilità economico-finanziaria.

Crollano le mid cap: Webuild e Lottomatica tra i peggiori

Il ribasso generalizzato coinvolge anche il comparto delle mid cap e dello Star. Il FTSE Italia Mid Cap scende del 4,87%, mentre il FTSE Italia Star perde il 3,77%. Tra i titoli più penalizzati si distinguono Webuild, che cede il 13,16%, e MFE A, che registra un tonfo dell’11,31%. Lottomatica, tra i peggiori performer della seduta, lascia sul terreno un pesantissimo -9,51%. Anche Brembo scivola di oltre il 9%, confermando che l'ondata ribassista ha colpito trasversalmente quasi ogni comparto di mercato.

Scenario complesso e prospettive incerte

La giornata nera di oggi si inserisce in una fase di debolezza strutturale per Piazza Affari, reduce già da quattro sedute consecutive in ribasso a partire da mercoledì scorso. L’effetto cumulativo dei dati macroeconomici deludenti, della revisione al ribasso delle stime di crescita e delle mosse di politica commerciale restrittiva stanno alimentando un clima di sfiducia che colpisce duramente le aspettative degli operatori. Con metà listino incapace di fare prezzo all’apertura e titoli storici in caduta libera, il messaggio dei mercati è chiaro: si naviga in acque estremamente agitate.
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