Attori e registi da tutto il mondo nel Palazzo apostolico: una giornata di dialogo creativo tra Chiesa e settima arte, con clip dai film del cuore del Pontefice e focus su responsabilità culturale, dignità umana e immaginazione collettiva.
(Foto: Papa Leone XIV durante un'udienza alla Sala Nervi).
Sabato 15 novembre il Vaticano diventa set d’eccezione: nel Palazzo apostolico si ritrovano protagonisti del cinema internazionale per un incontro con il Pontefice dedicato a ciò che il grande schermo sa generare quando incrocia coscienza, bellezza e comunità. Non è una passerella: è un cantiere di idee, dove l’arte incontra le domande del tempo presente.
Cosa accadrà in Vaticano
L’appuntamento, promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione insieme al Dicastero per la Comunicazione e ai Musei Vaticani, prevede un’udienza, uno scambio di testimonianze e la proiezione di brevi clip per entrare nel merito dei temi: storie, coscienza civile, sguardo sul dolore e sulla speranza. In apertura, il Pontefice condividerà in un videomessaggio alcuni titoli per lui significativi, dai classici hollywoodiani al cinema europeo del secondo Novecento.
Chi ci sarà
Tra i nomi attesi, una costellazione che racconta generazioni, linguaggi e confini: Spike Lee, Liliana Cavani, Ferzan Özpetek, Monica Bellucci, Matteo Garrone, Marco Bellocchio, Cate Blanchett, Abel Ferrara, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, George Miller, Gaspar Noé, Pawel Pawlikowski, Gianni Amelio, Roberto Andò, Francesca Archibugi, Sergio Castellitto, Wang Bing, Gus Van Sant, Giuseppe Tornatore, Emir Kusturica, Stefania Sandrelli e altri interpreti e autori. Un parterre che consente di incrociare poetiche diversissime: dal racconto di formazione al realismo radicale, dal blockbuster visionario al documentario d’autore.
I film del cuore e il senso dell’incontro
Nel videomessaggio il Pontefice indicherà più opere che considera “maestre di umanità”: tra queste “La vita è meravigliosa” di Frank Capra, “Tutti insieme appassionatamente” di Robert Wise, “Gente comune” di Robert Redford e “La vita è bella” di Roberto Benigni. Titoli che – per motivi diversi – fanno dialogare dramma e grazia, dolore e riconciliazione, e che ricordano come lo sguardo dell’arte possa restituire dignità anche nelle notti più fitte.
Un percorso che viene da lontano
L’incontro con il cinema si inserisce in un filo rosso coltivato da anni: dalle arti visive radunate in Cappella Sistina (giugno 2023) alla giornata con i comici (giugno 2024), fino al recente Giubileo degli Artisti previsto nei mesi scorsi e riprogrammato dopo gli stop sanitari. Il messaggio è costante: ascoltare chi crea per comprendere meglio il presente e rigenerare legami.
Le parole-chiave: dignità, cura, comunità
Al centro ci sono tre fuochi: la dignità umana come metro di ogni narrazione; la cura delle fragilità – nella scrittura, nella regia, nel lavoro sui set; la comunità come orizzonte del racconto, contro la tentazione del cinismo. Non è un’agenda moralistica: è la richiesta di responsabilità che da anni il Pontefice rivolge a chi fa cultura, perché immaginare è un modo concreto per cambiare il mondo.
La scia dei precedenti
Quando ha incontrato i comici nel 2024, il Pontefice ha ricordato con ironia che “un sorriso fa bene al sangue”, segnalando quanto il sollievo e la risata siano beni sociali. Con gli artisti del 2023 ha invece chiesto coraggio nell’andare oltre il già visto, per evitare che la bellezza diventi decorazione. In questa cornice, l’incontro con il cinema promette uno scambio alto e diretto su come si raccontano oggi lavoro, migrazioni, conflitti, famiglie.
Cosa aspettarsi
L’udienza si chiuderà con interventi brevi dei presenti e con l’impegno a proseguire il dialogo su progetti, educazione delle nuove generazioni di spettatori e alleanze virtuose tra sale, scuole, parrocchie, festival. È probabile che dai lavori nascano cantieri tematici su formazione, linguaggi e accessibilità culturale, perché il cinema continui a essere casa comune dove riconoscersi e crescere.
Un passo, insomma, che parla anche all’Italia: a Roma che da sempre fa incontrare trame mondiali, e a un’industria creativa che – tra crisi e rilanci – può trovare in questo appuntamento un promemoria potente: raccontare l’umano non è mai un dettaglio.