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Daniele Cipriani guida il Festival di Spoleto con “Radici”

- di: Bruno Legni
 
Daniele Cipriani guida il Festival di Spoleto con “Radici”
Daniele Cipriani guida il Festival di Spoleto con “Radici”
Il nuovo direttore affida il Festival dell’anima a Beatrice Rana e Leo Muscato: eredità menottiana e sguardo audace sul domani.

Un nuovo capitolo per il Festival dei Due Mondi

Dal 1° settembre 2025 Daniele Cipriani è ufficialmente il nuovo direttore artistico del Festival dei Due Mondi di Spoleto. La nomina, seguita alla designazione ministeriale, è stata deliberata dal CdA della Fondazione presieduto dal sindaco Andrea Sisti. Il mandato avrà durata quinquennale e la 69ª edizione porterà come filo rosso il tema “Radici”.

Radici e visioni: il credo artistico di Cipriani

La parola chiave non è uno slogan di circostanza, ma una direzione programmatica: custodire la memoria del Maestro Gian Carlo Menotti e trasformarla in propulsione creativa per il presente. La promessa è un festival identitario e, insieme, permeabile alle migliori sensibilità della scena contemporanea.

“Amo profondamente Spoleto. Dirigere il suo Festival è un ritorno alla mia casa dell’anima, abitata dai ricordi di persone a me care e che ne hanno fatto la storia”, ha dichiarato Daniele Cipriani.

Con uno sguardo al lavoro svolto in passato, Cipriani ha riconosciuto i risultati dell’ultima gestione e ha fissato l’asticella più in alto: “Ha lasciato il Festival con un incremento di spettatori e di incassi rispetto all’edizione precedente, un buon terreno su cui farlo crescere ulteriormente e far germogliare nuove opportunità per la città di Spoleto”, ha aggiunto il direttore.

Il perimetro estetico è nitido: “La straordinaria eredità menottiana sarà riconoscibile nel programma del prossimo quinquennio, insieme a una ricerca costante nella contemporaneità più originale e sofisticata”, ha sottolineato Cipriani.

Le alleate di Cipriani: arte e prosa a braccetto

Per la musica, Cipriani si avvale della consulenza di Beatrice Rana, pianista di caratura internazionale, chiamata a dialogare con orchestre, solisti e nuove commissioni nel segno della qualità. Per la prosa, la rotta è affidata a Leo Muscato, regista e drammaturgo che ha saputo coniugare tradizione e ricerca. L’obiettivo dichiarato è un cartellone riconoscibile, dove le radici dialogano con linguaggi del presente e nuovi pubblici.

Tra riforme, investimenti e attese

Il contesto istituzionale accompagna il passaggio di testimone con una fase di riordino: si discute di statuti, governance e funzioni operative, mentre dal Ministero della Cultura arrivano segnali di attenzione sul piano delle risorse. Per Spoleto questo può tradursi in una stagione di rilancio, capace di rafforzare l’identità internazionale del Festival e di generare ricadute culturali ed economiche per la città.

Tra radici e germogli

Il nuovo corso parte con ambizione e misura: radici come memoria viva, germogli come impegno a scoprire e a rischiare. Con Beatrice Rana e Leo Muscato al fianco di Cipriani, Spoleto si candida a essere – ancora – un laboratorio di bellezza e pensiero. Il sipario si alzerà tra giugno e luglio 2026: la promessa è un appuntamento di spessore internazionale, aperto a un pubblico sempre più ampio.

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