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Andrea Bajani trionfa allo Strega con un romanzo di fantasmi e verità

- di: Marta Giannoni
 
Andrea Bajani trionfa allo Strega con un romanzo di fantasmi e verità
“L’anniversario” incanta giuria e lettori: un racconto profondo sull’amore e sull’assenza, tra il realismo del lutto e la magia dell’immaginazione.

Il ritorno della letteratura alta: perché Bajani ha convinto tutti

Non c’è trucco e non c’è moda nel successo di Andrea Bajani al Premio Strega 2025. Solo letteratura, e della più profonda. Il suo romanzo L’anniversario (Feltrinelli), una storia rarefatta e insieme concreta, sospesa tra il dolore della perdita e la possibilità di un nuovo inizio, ha conquistato 187 voti nella serata finale del 4 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.

Nel romanzo, un uomo si rifugia in una casa sul mare nell’anniversario della morte della moglie, ma lì trova anche la donna che non c’è più, o forse solo il bisogno di ascoltarla ancora. Una storia che parla al lettore di tutti i giorni: senza urlare, ma scavando.

Un romanzo intimo, che sfugge ai generi

L’anniversario è una riflessione lirica e lucidissima sul legame tra amore e perdita. Il protagonista, il cui nome resta taciuto, si ritira in una casa che fu teatro di una felicità finita troppo presto. Ma quella casa non è vuota: la voce della moglie defunta abita ogni pagina.

È un romanzo che si rifiuta di catalogarsi, oscillando tra racconto psicologico, diario poetico e meditazione metafisica. Una scelta stilistica radicale e consapevole, che ha trovato eco in giurati e lettori.

È “un romanzo che si legge in silenzio e lascia un’eco duratura” e anche “una delle opere più mature e intense di Bajani, che torna alla narrativa lunga con una delicatezza quasi dolorosa”.

Un autore dalla lunga corsa, finalmente consacrato

Andrea Bajani, 49 anni, scrittore, poeta e giornalista, era già una figura centrale della narrativa italiana contemporanea. Ma L’anniversario segna un punto di svolta. Dopo libri come Se consideri le colpe (2007) e Il libro delle case (2021), già finalista allo Strega, stavolta la scrittura si fa ancora più scarnificata e potente.

Il premio ha segnato un momento di forte attenzione mediatica e culturale, anche grazie a una cinquina finale particolarmente equilibrata.

Una vittoria netta, ma non scontata

In finale con Bajani c’erano Silvia Bottani, Tommaso Pincio, Veronica Raimo e Simona Vinci. Una rosa variegata, che metteva in scena tutte le sfumature della narrativa italiana: dall’intimismo alla distopia, dal memoir al romanzo storico.

Bajani ha preso il largo con 187 voti, distanziando Bottani (135) e Raimo (118). Una conferma che la qualità narrativa ha avuto la meglio.

Un’edizione che rilancia lo Strega come spazio letterario, non mondano

Dopo stagioni segnate da polemiche su marketing e strategie editoriali, il 2025 ha riportato al centro il testo, la voce, la scrittura. Un segnale forte, che premia un libro non semplice, non immediato, non “adatto alla serie TV”.

“Questo è un libro sull’amore, e sull’assenza che lo custodisce”, ha detto Bajani ritirando il premio. “Scriverlo è stato come restare in una stanza buia sperando che una voce rispondesse. Quel dialogo è la letteratura.”

La reazione della critica e del mondo editoriale

“Finalmente un premio letterario che non strizza l’occhio al mercato”, ha commentato su X lo scrittore Paolo Di Paolo. La critica culturale Martina Testa ha definito il romanzo “una prova di nudità narrativa: senza armature, ma anche senza sconti”.

Feltrinelli ha annunciato una ristampa straordinaria da 50.000 copie. Il romanzo è già in traduzione in sette lingue, mentre i diritti per una trasposizione teatrale sono stati opzionati da una compagnia milanese.

Un riconoscimento che dice qualcosa anche sul nostro tempo

La vittoria di Bajani è una risposta silenziosa ma potente all’iperstimolazione contemporanea. Dove tutto è rapido, urlato, liquido, L’anniversario sceglie la lentezza, il lutto, il silenzio. È un libro che restituisce il diritto di stare con il dolore, senza scorciatoie. In questo senso, è anche un libro politico.

“Non è un romanzo sul lutto, ma un libro sulla possibilità che qualcosa di vero continui a vivere nel cuore della perdita”.

Una scommessa editoriale che ha pagato

Quando Feltrinelli ha scelto di pubblicare un romanzo tanto “piccolo” – poco più di 170 pagine, senza colpi di scena – molti lo hanno visto come un azzardo. Ma il passaparola, l’entusiasmo delle librerie indipendenti e la coerenza del messaggio hanno fatto il resto.

Oggi L’anniversario si candida a diventare non solo un classico istantaneo, ma anche un oggetto di studio per capire come si possa ancora scrivere in modo vero nel 2025.

Conclusione: il Premio Strega torna alla sostanza

La vittoria di Andrea Bajani segna un momento di rottura con certe derive dell’editoria italiana e riapre il campo alla letteratura che non urla, ma resta. È il trionfo della parola sulla promozione, della profondità sull’apparenza, del tempo lungo sulla viralità.

Un segnale atteso, che arriva da uno degli scrittori più solidi – e più coerenti – del nostro panorama. Perché, come ci ricorda lo stesso L’anniversario, “non tutto ciò che scompare è perduto”.

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