Confindustria avverte il governo: “Nella manovra manca la crescita”

“Alla manovra del governo manca una parola: crescita.” È il monito del presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che dall’assemblea di Assolombarda lancia un appello all’esecutivo. “È una parola fondamentale per creare certezza – spiega – perché la crescita si fa con gli investimenti, e gli investimenti sono la condizione per essere competitivi come dobbiamo essere.”

Confindustria avverte il governo: “Nella manovra manca la crescita”

Le parole del numero uno degli industriali arrivano mentre a Palazzo Chigi prosegue il confronto tra governo e parti sociali sulla legge di Bilancio 2026, e fanno eco alle preoccupazioni già espresse da Viale dell’Astronomia.

“Serve una politica industriale di lungo periodo”
Il messaggio del sistema delle imprese è chiaro: la manovra, così come delineata finora, non offre strumenti per sostenere la competitività in un contesto internazionale segnato da rallentamento della domanda, tensioni commerciali e politiche protezionistiche.
“Senza crescita non c’è stabilità né fiducia, e senza fiducia non arrivano investimenti,” ha ricordato Orsini, chiedendo un piano di interventi strutturali che punti su innovazione, credito e produttività.

Confindustria chiede in particolare di rendere strutturale il Fondo di garanzia per le Pmi, di introdurre una nuova Ires premiale 2.0 per incentivare la patrimonializzazione delle imprese e di ampliare il modello delle Zes, ritenuto essenziale per attrarre capitali e rilanciare l’occupazione nel Mezzogiorno.

“Manca una visione sulla crescita”
Il timore degli industriali è che la prossima legge di Bilancio si concentri su misure tampone, senza una vera visione di politica industriale. “La crescita è l’unica via per ridurre il debito e aumentare l’occupazione. Se non la si mette al centro, ogni altra misura sarà inefficace,” ha sottolineato Orsini, invitando il governo a lavorare “con coraggio e concretezza”.