Cina: stop ai videogiochi durante la settimana scolastica

- di: Redazione
 
La Cina, al di là di barriere culturali, politiche o ideologiche, è un Paese come tutti gli altri, con problemi che sono comuni al resto del mondo. Come, ma è solo un esempio, quello dei giovani che trascorrono moltissimo tempo davanti agli schermi di una consolle o di uno smartphone a inseguire la vittoria o il migliore punteggio in un videogioco.

La Cina vieta i videogiochi durante la settimana scolastica

Per fare fronte ad un fenomeno che investe centinaia di milioni di ragazzi, la Cina ha deciso di passare alle maniere forti, imponendo una regola che vieta videogiochi durante la settimana scolastica, concedendo solo un'ora al giorno il venerdì, nei fine settimana e nei giorni festivi. Le nuove e vigorose misure sono state adottate oggi dalle autorità cinesi che parlano chiaramente di dipendenza giovanile da videogiochi, mettendola alla base di una serie di mali sociali, tra cui quello di distrarre i giovani dalle responsabilità scolastiche e familiari.

Il nuovo regolamento, annunciato dall'Amministrazione nazionale della stampa e delle pubblicazioni, vieterà ai minori di giocare ai videogiochi tra lunedì e giovedì. Negli altri tre giorni della settimana, e nei giorni festivi, potranno giocare solo tra le 20 e le 21.

L'annuncio non prevede un'età specifica per i minori, ma i precedenti regolamenti rivolti ai videogiocatori più giovani avevano posto il limite a 18 anni. Le misure di applicazione non sono state dettagliate. Ma forse, per capire quel che potrebbe accadere, è utile ricordare quanto accaduto in occasione di precedenti iniziative del governo per limitare l'uso di videogiochi da parte dei giovani.

La più grande azienda di videogiochi al mondo per fatturato, Tencent, ha utilizzato una combinazione di tecnologie - tra cui paletti temporali per i giocatori, registrazione del nome del giovane e riconoscimento facciale - per limitare il gioco per i minori.
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