• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Chiusure mercati Asia: Tokyo sprinta, il resto del continente rallenta

- di: Matteo Borrelli
 
Chiusure mercati Asia: Tokyo sprinta, il resto del continente rallenta
Chiusure mercati Asia: Nikkei corre, resto della regione frenato
Il Nikkei sfonda i 50 mila punti grazie ai tecnologici e alle scommesse su un taglio Fed, mentre Cina, India e Sud-est asiatico archiviano una seduta più prudente. Valute stabili, petrolio e oro restano su livelli elevati, futures europei in moderato rialzo.

Oggi, giovedì 4 dicembre 2025 le Borse asiatiche hanno chiuso in ordine sparso, con Tokyo nettamente in testa e il resto della regione frenato da prese di profitto, incertezze geopolitiche e qualche dato macro meno brillante. Sullo sfondo, il mercato continua a prezzare con probabilità molto alta un taglio dei tassi della Federal Reserve alla riunione del 9-10 dicembre, dopo la sorpresa negativa arrivata dal rapporto ADP sull’occupazione privata e un indice ISM dei servizi che segnala un’economia statunitense ancora in espansione ma meno brillante.

In questo contesto, lo yen resta debole, l’euro si consolida contro il dollaro e il petrolio oscilla poco sotto i 60 dollari al barile per il WTI, mentre il prezzo dell’oro gravita attorno ai 4.200 dollari l’oncia, confermando l’appeal dei beni rifugio in vista del dato chiave sull’inflazione PCE in uscita domani.

Tokyo brilla: Nikkei oltre 50 mila grazie a chip e tech

La grande protagonista della seduta è stata Tokyo. L’indice Nikkei 225 ha chiuso intorno a 50.700 punti, in rialzo di circa l’1,7%, spinto da una nuova ondata di acquisti sui titoli tecnologici e sui produttori di semiconduttori. Il più ampio Topix si è mosso in scia, guadagnando anch’esso circa l’1,7% e portandosi intorno all’area dei 3.390 punti.

In evidenza il comparto tech, con SoftBank Group e diversi nomi legati all’intelligenza artificiale e all’automazione industriale in forte progresso, sulla scia della buona chiusura del Nasdaq e dei rialzi registrati a Wall Street dai produttori di chip statunitensi. Il sentiment su Tokyo è stato rafforzato anche dalla domanda robusta all’asta di titoli di Stato giapponesi a lunga scadenza, che ha contribuito a stemperare i timori sulla volatilità dei rendimenti dopo le recenti indicazioni della Bank of Japan su un possibile ulteriore aggiustamento dei tassi a dicembre.

Sul fronte valutario, il dollaro si mantiene intorno a 155 yen, segnale che lo yen resta debole nel confronto storico, ma in lieve recupero rispetto alle settimane in cui la moneta giapponese era considerata l’unica grande valuta ancorata a tassi quasi zero. Questa combinazione di yen morbido e prospettiva di tassi globalmente meno restrittivi continua a sostenere l’azionario nipponico, in particolare i titoli orientati all’export.

Cina e Hong Kong: rimbalzo lieve, pesa ancora il nodo immobiliare

Nel continente cinese, il quadro è stato più sfumato. L’indice Shanghai Composite ha chiuso la seduta in lieve rialzo, attorno a 3.879 punti con un progresso di poco superiore allo 0,0%, mentre l’indice delle blue chip CSI 300 si è attestato nell’area dei 4.530 punti, in moderato guadagno rispetto alla vigilia.

A Hong Kong l’Hang Seng ha archiviato la seduta in rialzo di circa lo 0,2%, poco sopra quota 25.800 punti, grazie soprattutto al recupero dei titoli tecnologici e del comparto dei consumi. Il rimbalzo, però, resta fragile: gli investitori continuano a monitorare da vicino il dossier immobiliare continentale, la lenta ripresa della domanda interna e il ritmo ancora discontinuo dei flussi di capitale straniero verso la Cina.

Sul fronte valutario, il yuan offshore resta vicino ai massimi da oltre un anno, con il cambio in area 7,06 per dollaro, sostenuto da fissaggi più forti da parte della banca centrale cinese e da un clima leggermente più favorevole verso gli asset locali. Un yuan più robusto contribuisce a ridurre le pressioni inflazionistiche importate ma, al tempo stesso, può mettere qualche freno alla competitività delle esportazioni.

India divisa: Sensex in rialzo, Nifty poco sotto la parità con la rupia ai minimi

In India la seduta si è chiusa con segnali contrastanti. A Mumbai l’indice S&P BSE Sensex ha recuperato terreno, terminando la giornata intorno a 85.390 punti, in rialzo di circa lo 0,3%, dopo una seduta inizialmente debole. Il listino ha beneficiato di acquisti selettivi su tecnologici, auto e alcuni titoli finanziari, mentre gli operatori seguono con attenzione la visita di Stato del presidente russo Vladimir Putin a Nuova Delhi, evento che potrebbe portare nuovi accordi energetici e industriali.

Più tiepida la chiusura del Nifty 50, che si è fermato poco sotto quota 26.000 punti, con una flessione intorno allo 0,2% a causa delle prese di profitto su alcuni big bancari e petroliferi. A pesare sul sentiment domestico è soprattutto la debolezza della rupia: il cambio con il dollaro si muove infatti in area 90 per dollaro, vicino ai minimi storici, complice il rallentamento degli afflussi esteri e il clima di maggiore cautela sui mercati emergenti. La banca centrale indiana resta attiva nel tentativo di frenare il deprezzamento, ma gli investitori temono l’impatto su inflazione e costi di finanziamento per le imprese importatrici.

Seoul, Taipei e Sud-est asiatico: prese di profitto e cautela

Nel resto dell’Asia le Borse hanno offerto un mosaico di chiusure deboli o solo leggermente positive:

– In Corea del Sud, il Kospi ha chiuso in calo di circa lo 0,7% intorno a quota 4.010 punti, penalizzato da vendite sui principali titoli tecnologici e automobilistici dopo il forte recupero delle ultime sedute.
– A Taipei, il Taiex ha invece proseguito la corsa, chiudendo vicino a 27.800 punti con un rialzo nell’ordine dello 0,8%, sostenuto ancora una volta dai grandi nomi dei semiconduttori e dell’elettronica.
– A Singapore, lo Straits Times Index ha terminato la seduta poco sopra 4.560 punti, praticamente invariato rispetto alla vigilia, segno di un mercato che preferisce attendere segnali più chiari da Fed e Cina.
– In Indonesia, l’IDX Composite ha chiuso in lieve rialzo (circa +0,2%) attorno a 8.600 punti, nonostante le ultime statistiche sul commercio estero abbiano mostrato un surplus commerciale inferiore alle attese a causa del calo delle esportazioni di carbone e rame verso la Cina, rallentate anche da problemi produttivi in uno dei principali siti minerari del Paese.
– A Kuala Lumpur, il FTSE Bursa Malaysia KLCI è scivolato in area 1.618 punti, in calo di circa lo 0,3%, complice un’ondata di prese di beneficio dopo i rialzi dei giorni scorsi.
– A Bangkok, il SET Index ha reagito meglio, chiudendo intorno a 1.276 punti con un guadagno di poco superiore allo 0,1%, dopo la correzione di ieri e in un clima di attesa per gli sviluppi politici interni.
– A Manila, l’indice PSEi ha ceduto ancora terreno, scendendo intorno a 5.890 punti (circa -0,3%), complice la debolezza del peso, i timori sul debito pubblico e un flusso di notizie politiche e macro non particolarmente favorevole.

Australia: Borsa in rialzo moderato, trade surplus in crescita ma sotto esame

In Australia, l’indice S&P/ASX 200 ha chiuso in rialzo di circa lo 0,3% poco sopra quota 8.600 punti, sostenuto dal recupero dei titoli legati alle risorse e da un sentiment globale ancora positivo sui ciclici. Nel corso della notte sono arrivati i dati sulla bilancia commerciale di ottobre, che mostrano un surplus nell’ordine dei 4,4 miliardi di dollari australiani, in aumento rispetto al mese precedente ma solo leggermente sopra le attese.

Le esportazioni sono cresciute di circa il 3,4% su base mensile, un ritmo sensibilmente più contenuto rispetto al balzo di settembre, a causa della domanda più debole per materie prime chiave come minerali ferrosi, carbone e combustibili verso i principali partner commerciali (Cina, Giappone, Europa). Anche le importazioni sono aumentate, di circa il 2%, segnalando una domanda interna ancora resiliente, in parte sostenuta dal recente aumento della spesa delle famiglie.

Complessivamente, il dato viene letto dal mercato come positivo ma non entusiasmante: da un lato la conferma di un surplus commerciale robusto, dall’altro il segnale che il ciclo delle materie prime resta esposto ai rallentamenti della domanda globale e ai prezzi energetici.

Tutte le chiusure delle principali Borse asiatiche

Di seguito, le principali chiusure di giornata (dati arrotondati):

  • Tokyo – Nikkei 225: circa 50.706 punti (+1,7%)
  • Tokyo – Topix: intorno a 3.390 punti (+1,7%)
  • Shanghai – Shanghai Composite: 3.879,5 punti (+0,0% circa)
  • Cina – CSI 300: circa 4.531 punti (+0,5% circa)
  • Hong Kong – Hang Seng: circa 25.817 punti (+0,2%)
  • Seoul – Kospi: circa 4.008 punti (-0,7%)
  • Taipei – Taiex: circa 27.793 punti (+0,8%)
  • Sydney – S&P/ASX 200: circa 8.618 punti (+0,3%)
  • Singapore – Straits Times Index: 4.561 punti (piatta, lieve +0,0%)
  • Jakarta – IDX Composite: circa 8.608 punti (+0,2%)
  • Kuala Lumpur – FTSE Bursa Malaysia KLCI: 1.618 punti circa (-0,3%)
  • Bangkok – SET Index: circa 1.276 punti (+0,1%)
  • Manila – PSEi: circa 5.887 punti (-0,3%)
  • Mumbai – S&P BSE Sensex: circa 85.390 punti (+0,3%)
  • India – Nifty 50: circa 25.986 punti (-0,2%)

Nel complesso, l’ampio indice regionale che esclude il Giappone registra un progresso modesto, segno che la forza di Tokyo non è stata sufficiente a trascinare l’intera regione in un vero e proprio rally.

Valute: yen debole ma in recupero, yuan forte, rupia sotto pressione

Il quadro valutario in Asia resta una delle chiavi di lettura fondamentali per interpretare la seduta odierna:

– Il dollaro/yen si muove intorno a 155,3, con lo yen che recupera leggermente dopo i recenti minimi ma resta debole nel confronto pluriennale, favorendo le esportazioni giapponesi.
– Il cambio euro/dollaro oscilla attorno a 1,166, sostenuto da dati europei meno deboli del previsto e dalle attese di un Fed più accomodante rispetto alla BCE.
– Il dollaro/yuan onshore è in area 7,06-7,07, con la versione offshore del renminbi che resta appena più forte, complici fissaggi prudenti della PBoC e segnali di maggiore disciplina sul fronte dei flussi di capitale.
– La rupia indiana resta il fanalino di coda in Asia: il cambio si muove intorno a 90 per dollaro, dopo aver toccato nei giorni scorsi nuovi minimi storici, costringendo la banca centrale a intervenire per prevenire una fuga disordinata di capitali e un’accelerazione dell’inflazione importata.

In generale, il biglietto verde resta sotto pressione per le crescenti probabilità di un taglio dei Fed funds già a dicembre, ma le divise dei Paesi emergenti asiatici restano differenziate: meglio quelle sostenute da surplus esteri solidi e da banche centrali credibili, più in sofferenza quelle di economie con deficit esterni e forte dipendenza dai flussi di portafoglio.

Materie prime: petrolio poco mosso, gas europeo in moderato rialzo, oro resta sopra quota 4.000 dollari

Sul fronte delle commodity la seduta asiatica si è svolta all’insegna della relativa calma, senza strappi particolarmente violenti ma con prezzi che restano su livelli storicamente elevati:

– Il petrolio WTI (contratto front month) viaggia intorno a 59,3 dollari al barile, in lieve rialzo rispetto alla chiusura precedente, mentre il Brent si colloca poco sopra quota 62-63 dollari, in recupero dopo le discese delle ultime settimane ma ancora lontano dai picchi di inizio anno.
– Il gas naturale europeo (futures TTF) si muove leggermente sopra i 28 euro/MWh, dopo un recente rimbalzo legato alle previsioni di un dicembre più rigido e all’aumento della domanda di stoccaggio, ma nel quadro di una tendenza discendente rispetto ai livelli estremi della crisi energetica.
– L’oro spot resta su valori record, attorno ai 4.200 dollari l’oncia, sostenuto dal mix di attese di taglio dei tassi Usa, dollaro più debole e timori di lungo periodo su inflazione e debito pubblico. L’elevato livello del metallo giallo fa da contraltare al tono ancora relativamente disteso dei mercati azionari, segnalando che la domanda di coperture difensive rimane ben presente nel portafoglio degli investitori globali.

Wall Street, Fed e dati Usa: da ADP e ISM segnali misti, attesa per il PCE

Il contesto globale in cui si muovono i mercati asiatici è ancora dominato dalle attese sulla Federal Reserve. Nella seduta di ieri a Wall Street l’S&P 500 ha guadagnato intorno allo 0,3%, avvicinandosi nuovamente ai massimi storici, il Dow Jones ha fatto leggermente meglio e il Nasdaq ha chiuso in progresso più contenuto, sostenuto da alcuni nomi del comparto chip e software.

A far crescere le scommesse su un taglio dei tassi da 25 punti base già a dicembre è stato il rapporto ADP sull’occupazione privata di novembre, che ha registrato una perdita di circa 32 mila posti di lavoro contro attese di crescita, segnalando un mercato del lavoro Usa in fase di raffreddamento. Parallelamente, l’indice ISM dei servizi si è confermato in territorio di espansione, con un valore intorno a 52,6, ma mostra segnali di attività meno vivace e prezzi in rallentamento.

Secondo i dati del CME FedWatch, la probabilità implicita di un taglio dei Fed funds di 25 punti base alla riunione del 9-10 dicembre si muove ormai intorno all’89%, con mercati che prezzano una serie di ulteriori interventi nel 2026. L’attenzione ora si concentra sul dato di venerdì 5 dicembre relativo al PCE price index, la misura d’inflazione preferita dalla Fed, che potrebbe confermare o ridimensionare la narrativa di un atterraggio morbido dell’economia statunitense.

Futures europei: Euro Stoxx 50 in rialzo, Dax e Ftse Mib positivi in attesa dell’apertura

In vista dell’apertura delle Borse europee, i futures sugli indici del Vecchio Continente si muovono in moderato rialzo, riflettendo la buona chiusura di Wall Street e il tono generalmente costruttivo dei listini asiatici, guidati dal rally giapponese.

– I futures sull’Euro Stoxx 50 segnano un progresso di circa lo 0,4%, suggerendo un avvio in territorio positivo per le Borse dell’eurozona.
– I futures sul Dax tedesco si muovono in area 23.800-23.900 punti, in lieve rialzo, sostenuti dalla prospettiva di un ciclo dei tassi globali meno restrittivo e da dati macro europei in linea con le attese.
– I futures sul Ftse 100 britannico restano poco mossi intorno ai 9.700 punti, in un contesto di rotazione settoriale tra energia, difensivi e finanziari.
– I futures sul Ftse Mib indicano un avvio positivo per Piazza Affari, con i contratti sul principale indice italiano nell’area dei 43.600-43.700 punti, in rialzo di circa lo 0,2% rispetto alla chiusura di ieri.

Nel complesso, il messaggio che arriva dall’Asia alle piazze europee è di cauto ottimismo: da un lato la corsa di Tokyo e la tenuta di Taiwan e Australia, dall’altro le fragilità ancora visibili in Cina, India e Sud-est asiatico, dove la combinazione tra valute sotto pressione, domanda esterna irregolare e rischi politici frena la voglia di rischio.

Prospettive: l’Asia aspetta la Fed, l’Europa guarda al PCE

Con la settimana che entra nel vivo, i mercati asiatici si muovono su un crinale sottile: da un lato la prospettiva di tassi Usa più bassi offre spazio a ulteriori rialzi, in particolare per i titoli growth e i settori più esposti al ciclo tecnologico; dall’altro il rallentamento di alcune economie emergenti, la debolezza di alcune valute (come la rupia) e i dossier geopolitici irrisolti invitano alla prudenza.

Per l’Europa, l’apertura di oggi sarà il primo test di una seduta in cui gli operatori guarderanno soprattutto a due appuntamenti: l’uscita dei dati PCE (il costo dei beni e servizi per le famiglie) Usa di domani e le prossime indicazioni delle banche centrali sul percorso dei tassi nel 2026. Fino ad allora, è probabile che il copione resti quello visto oggi in Asia: rialzi selettivi, rotazione settoriale e grande attenzione ai numeri macro, pronti a scatenare movimenti più ampi qualora la narrativa sul “taglio di dicembre” venisse messa in discussione.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 79 record
Nessun record risponde ai criteri di ricerca
Trovati 79 record
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720