Caffè in capsule: in Italia si consumano 2,8 miliardi di unità all'anno, ma solo il 6% è compostabile

- di: Barbara Leone
 
Ormai da anni il caffè in capsule o cialde rappresenta una scelta abituale per milioni di italiani. La praticità delle monodosi ha reso le capsule una presenza costante nelle case e negli uffici, modificando radicalmente le abitudini del Paese. Secondo i dati di Mediobanca relativi al 2022, il 37% del caffè venduto in Italia è confezionato in capsule monouso, con un ulteriore 6% racchiuso nelle cialde. Il dato parla chiaro: quasi metà del caffè venduto oggi in Italia è in questo formato, molto vicino alla moka, che resta la scelta per il 47,5% del caffè acquistato. Tuttavia, l’utilizzo massiccio di questi imballaggi pone un’importante sfida ambientale, poiché solo il 6% delle capsule attualmente usate è compostabile, mentre il 72% è in plastica e il restante 22% in alluminio.

Caffè in capsule: in Italia si consumano 2,8 miliardi di unità all'anno, ma solo il 6% è compostabile

Per sensibilizzare il pubblico e l'industria sul tema della sostenibilità e della corretta gestione del fine vita delle capsule, il consorzio nazionale Biorepack, che si occupa del riciclo organico degli imballaggi in bioplastica compostabile, ha organizzato un incontro pubblico durante l’undicesima edizione di TriestEspresso Expo, una delle più importanti fiere del settore in Italia. L’evento ha attirato esperti e aziende del settore, con l’obiettivo di promuovere buone pratiche e incoraggiare una transizione verso soluzioni compostabili. “Al di là del modo in cui ci concediamo il piacere del caffè, è fondamentale che gli scarti del prodotto e gli imballaggi vengano smaltiti nel modo giusto”, ha spiegato Carmine Pagnozzi, direttore generale di Biorepack. “In caso contrario, milioni di chili di caffè esausto, invece di essere smaltiti tra i rifiuti organici, rischiano di finire nell’indifferenziato e, da lì, in discarica. Questo ci impedisce di recuperare grandi quantità di scarti organici che potrebbero essere trasformati in compost, un nutrimento prezioso per i nostri terreni agricoli”.

Il tema della sostenibilità ha spinto molte aziende a investire in soluzioni innovative. Novamont, per esempio, produce capsule realizzate in Mater-Bi, un materiale compostabile e altamente biodegradabile, che consente ai consumatori di gettare le capsule tra i rifiuti umidi. Durante l’incontro, Alberto Castellanza, direttore dello sviluppo prodotti di Novamont, ha spiegato: “Grazie alla nostra filiera industriale, oggi possiamo offrire soluzioni di imballaggio ad alta barriera e capsule compostabili con contenuto rinnovabile fino al 100%, caratterizzate da una carbon footprint verificata. La tecnologia avanza e stiamo raggiungendo risultati molto interessanti per l’intero settore”. Queste soluzioni, ha sottolineato Castellanza, non solo facilitano il riciclo, ma migliorano l’esperienza per il consumatore. Anche Fi-Plast, attiva dal 2013 nella ricerca e sviluppo di soluzioni compostabili, ha fatto passi importanti in questa direzione. Gianluigi Mariani, direttore generale di Fi-Plast, ha ricordato i successi dell’azienda nell’offrire capsule compostabili già nel 2015. “Già nel 2015, i nostri clienti erano presenti sugli scaffali con le prime capsule biocompostabili, e oggi queste soluzioni sono ancora perfettamente attuali”, ha dichiarato. Inoltre, Fi-Plast sta lavorando affinché le capsule compostabili abbiano prestazioni simili a quelle delle capsule tradizionali, soprattutto in termini di protezione dell’aroma e di compatibilità con le macchine per caffè domestiche e professionali. L’azienda sta dedicando risorse significative per garantire che le capsule compostabili possano diventare uno standard del settore, mantenendo alta la qualità.

Anche i consumatori mostrano un interesse sempre più marcato verso le opzioni ecologiche. Andrea Palmieri, food & sensory manager di Gise, una start-up bolognese, ha presentato a TriestEspresso la nuova capsula compostabile dell’azienda per il sistema chiuso Gise. “I consumatori – ha sottolineato - sono sempre più attenti a ridurre il proprio impatto ambientale," ha detto Palmieri. "Ridurre il nostro impatto sul Pianeta è una sfida collettiva, e le capsule compostabili rappresentano una risposta concreta a questa domanda del mercato, offrendo ottime prestazioni a livello meccanico, di infusione e di resistenza alle temperature”. Le capsule compostabili, ha spiegato Palmieri, non solo minimizzano i rischi di errore di conferimento, ma consentono anche una più rapida gestione dello smaltimento.

Del resto, il mercato delle capsule ha raggiunto proporzioni enormi: ogni anno vengono vendute oltre 80 miliardi di capsule a livello globale, un numero destinato a crescere a 90 miliardi nei prossimi cinque anni. Solo in Italia si consumano circa 2,8 miliardi di capsule, e in Europa la cifra si attesta a 50 miliardi. La crescente consapevolezza sull’impatto ambientale delle capsule ha spinto i principali player del settore a investire in soluzioni sempre più rispettose dell'ambiente. Tuttavia, come emerso dall’incontro di Biorepack, la transizione alle capsule compostabili è solo agli inizi e richiede la collaborazione di tutti gli attori coinvolti: aziende, consumatori e istituzioni. “Un caffè sostenibile è possibile, ma dobbiamo tutti fare la nostra parte per garantire che l’impatto di ogni tazzina sia il più leggero possibile sul Pianeta”, ha concluso Pagnozzi. Dalla produzione alla corretta gestione del rifiuto, ogni fase è cruciale per minimizzare l'impronta ecologica di un’abitudine così profondamente radicata nella cultura italiana. Sicuramente, il crescente utilizzo di capsule compostabili è un segnale positivo di una maggiore consapevolezza ambientale, ma la strada è ancora lunga. Con investimenti costanti e nuove tecnologie, i produttori di caffè e le aziende di imballaggi cercano di ridurre l’impatto ecologico del mercato delle capsule. Iniziative come quella di Biorepack, unite all'impegno di aziende come Novamont, Fi-Plast e Gise, indicano una direzione chiara: un futuro in cui il piacere di un buon caffè si accompagna alla sostenibilità, riducendo il peso delle nostre abitudini quotidiane sul Pianeta.

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