Lo stato dell’arte sull’attuazione dei progetti del PNRR per quanto riguarda le infrastrutture strategiche e visione innovativa adottata dal Piano, il quadro degli interventi infrastrutturali tracciato nel DEF 2024 e il rafforzamento di alcuni focus strategici, il programma dei principali interventi, di breve e medio periodo, relativi al Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti e della Logistica (SNIT), la questione viabilità stradale, la rivalutazione profonda e oggettiva del sistema autostrade dopo il crollo del ponte Morandi, il recupero sul sistema idrico su cui si erano accumulati grossi ritardi, gli interventi di rafforzamento dei porti italiani, in particolare di quelli del Mezzogiorno, il nuovo codice dei contratti. Parla la Coordinatrice della Struttura Tecnica di Missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’alta sorveglianza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Elisabetta Pellegrini: il punto sui programmi e gli interventi del MIT
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) gestisce 40 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), declinazione italiana del Recovery Fund dell’UE. Ing. Pellegrini quali sono i capisaldi del piano del Ministero e qual è lo stato dell’arte? In quali aree d’intervento si procede spediti e in quali, invece, si registrano ritardi?
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano vede coinvolto il MIT su cinque delle sette Missioni, per un importo complessivo di 40 miliardi di euro più altri 20 sul PNC (Piano Nazionale Complementare).
Il PNRR italiano ha adottato una visione innovativa di sviluppo, capace di stimolare la resilienza trasformativa del sistema-Paese per renderlo meno vulnerabile a shock futuri, come previsto dal Green Deal europeo e dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e per incentivare la coesione territoriale.
Allo stato attuale, il Ministero ha raggiunto tutti gli obiettivi e i traguardi previsti dalla versione rimodulata del Piano approvata dalla Commissione europea, sia per quanto riguarda gli investimenti che le riforme. In alcuni casi sono state necessarie alcune rimodulazioni al fine di utilizzare tutti i fondi disponibili. Ciò ha comportato lo slittamento in avanti o la sostituzione di alcuni traguardi che si sono dimostrati più difficoltosi da raggiungere del previsto, soprattutto per la realizzazione di opere complesse che hanno subito il notevole incremento dei prezzi del mercato dell’energia e delle materie prime degli ultimi anni. In particolare, si tratta di alcuni interventi ferroviari di alta complessità, di investimenti per lo sviluppo dei sistemi di trasporto rapido di massa in ambito urbano e di interventi di costruzione di nuove piste ciclabili.
Nel DEF (Documento di Economia e Finanza) c’è l’Allegato Infrastrutture, che rappresenta il documento programmatico sulla base del quale il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aggiorna il quadro generale degli investimenti infrastrutturali di propria competenza. Quali le novità emerse nel 2024 che hanno integrato quelle già indicate nel DEF 2023?
Nell’Allegato al DEF del 2024 si è consolidata la visione del Governo e del Ministero relativamente allo sviluppo delle infrastrutture, dei trasporti e della logistica del Paese, con il rafforzamento di alcuni Focus Strategici già anticipati nel 2023 (fra i quali la realizzazione di opere fondamentali per la coesione territoriale come il Ponte sullo Stretto di Messina) e l’ampliamento ad altri temi.
In particolare: per lo sviluppo della qualità dell’abitare, il documento ribadisce l’importanza di portare avanti gli importanti sforzi già avviati con il PINQUA e con il cosiddetto ‘Piano Casa’.
Per lo sviluppo del sistema idrico, le linee strategiche del Ministero sono esplicitate con il nuovo ‘Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico’ (PNIISSI), con l’obiettivo di aumentare significativamente l’accesso alla risorsa idrica complessiva.
Per lo sviluppo del sistema integrato nazionale dei trasporti e della logistica, il documento si focalizza principalmente sulla sicurezza stradale, nella valorizzazione del patrimonio esistente mediante investimenti sulle manutenzioni straordinarie, sul potenziamento degli assi ferroviari nazionali per il trasporto di persone e merci, sulla definizione e attivazione delle procedure di aggiornamento e revisione del sistema delle concessioni autostradali e così via.
Fra i focus strategici si segnala il piano di interventi infrastrutturali programmati per lo svolgimento delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina.
Qual è il programma dei principali interventi, di breve e medio periodo, relativi al Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti e della Logistica (SNIT)? Qual è, in altre parole, la visione del Ministero su sistema trasporti-logistica, fondamentale sia per le imprese che per i cittadini?
La visione di medio-lungo periodo del Ministero sul Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti e della Logistica parte dal recepimento degli obiettivi della programmazione europea e dalle linee di indirizzo nazionali, coniugandoli con i fabbisogni segnalati dagli Enti territoriali e dagli stakeholder e si esplica attraverso un programma di investimenti prioritari, fra cui il completamento dell’alta velocità ferroviaria lungo le principali direttrice nord-sud e lungo le direttrici trasversali, il rafforzamento delle reti ferroviarie regionali e locali, il potenziamento e la messa in sicurezza, con l’aumento della resilienza al cambiamento climatico, delle principali direttrici autostradali e il completamento delle maglie della rete stradali, lo sviluppo della mobilità sostenibile nelle città con il potenziamento della rete di tram, metropolitane e bus.
Capitolo viabilità stradale, in particolare le autostrade. Quali sono i principali progetti in cantiere e con quale logica di lungo periodo?
“Per quanto riguarda le strade, è stato condotto il lavoro di pianificazione e programmazione, con l’ausilio di ANAS e delle Regioni, al fine di individuare i fabbisogni, nel rispetto degli indirizzi generali tracciati nel DEF.
Quest’anno è stato concluso il nuovo contratto di programma, che nel quinquennio prevede investimenti per 36 miliardi di euro da finanziare con i vari programmi che si prospetteranno, oltre che con fondi di bilancio. Per quanto riguarda il sistema autostradale, a seguito dell’evento del crollo del ponte Morandi, si è imposta la necessità di una rivalutazione profonda e oggettiva.
L’analisi ha posto in evidenza alcuni aspetti preoccupanti che hanno portato ad approvare in Consiglio dei Ministri un disegno di legge, nell’ambito della Legge sulla concorrenza, che prevede una riforma del sistema concessorio, applicata gradualmente allo scadere di ogni singola concessione, al fine di non reiterare la situazione attuale, e di rinvenire le risorse finanziarie necessarie.
I principali capisaldi della riforma sono volti ad affermare i principi della concorrenza, evitando situazioni di tipo monopolistico, ad accentuare il ruolo di concedente per controlli e monitoraggi, ma anche per gli aspetti di pianificazione e programmazione, durata delle concessioni contingentata, costituzione di un fondo del MIT alimentato da quota parte delle tariffe. Entro la fine dell’anno la legge dovrà essere approvata e dal primo gennaio 2025 entrerà in vigore.
C’è un’urgenza di interventi sul sistema idrico, tenuto anche conto della situazione emergente di scarsità del bene primario acqua in ambito civile, agricolo, industriale e turistico. Cosa si sta facendo per recuperare il ritardo accumulato in trent’anni?
Il D.L. 39 dell’aprile 2023 convertito in legge, ha previsto l’attivazione di una cabina di regia per individuare le risorse disponibili tra le amministrazioni partecipanti alla cabina e programmare di conseguenza le opere ritenute più urgenti con le medesime risorse. Questo è stato fatto con l’individuazione di 100 milioni di euro, risorse del solo MIT, assegnate su cinque interventi nelle regioni che l’anno scorso hanno scontato i principali problemi di sofferenza idrica.
Ha inoltre posto in capo al commissario straordinario l’onere di trasmettere alla Cabina di regia la proposta di elenco delle misure più urgenti, di immediata e breve attuazione, strutturali e gestionali, per il contrasto della scarsità idrica.
Il MIT, che invece è rimasto incaricato della parte strutturale, ha portato a termine il PNIISSI, primo atto di pianificazione del settore idrico. Attualmente si sta concludendo l’iter formale di approvazione del decreto di adozione della pianificazione. Non appena pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto di approvazione della pianificazione (PNIISSI), disporremo del documento di riferimento da cui trarre le opere da finanziare.
Capitolo mobilità marittima e lacuale. Quali sono gli interventi di rafforzamento dei porti italiani, in particolare di quelli del Mezzogiorno che appaiono esprimere molto meno delle proprie potenzialità?
L’Italia ha messo a punto un importante piano di sviluppo dei porti del Mediterraneo, con grande attenzione ai porti del Sud, nel Piano Nazionale Complementare al PNRR, con un investimento complessivo superiore ai 2 miliardi di euro, senza contare ulteriori 700 milioni per lo sviluppo del ‘cold ironing’, cioè l’alimentazione elettrica da banchina delle navi ormeggiate per ridurre l’impatto ambientale. Gli interventi sui porti, in particolare quelli del sud, hanno la finalità di rafforzare la loro competitività incentivando lo shift modale delle merci a livello nazionale. Fondamentale è il progetto di digitalizzazione della catena logistica finanziato dal PNRR, con l’obiettivo di favorire l’intermodalità e la logistica integrata e semplificare le procedure import/export.
A che punto siamo con il nuovo Codice dei contratti, che ha il pregio di procedere nella direzione della semplificazione, sburocratizzazione delle procedure e liberalizzazione, approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 23 marzo?
Dopo l’approvazione del nuovo Codice dei contratti dell’aprile 2024, il Ministero ha inteso monitorarne l’applicazione per rilevare eventuali problematiche, dando ampio spazio a tutti gli stakeholder per rappresentare eventuali difficoltà o mancati effetti delle nuove norme. È ora alla conclusione dell’iter di verifica degli uffici il correttivo al Codice dei contratti, di cui comunque è prevista l’applicazione entro la fine dell’anno.