La Maison fiorentina è impegnata a scrivere un nuovo capitolo della propria storia, guardando al futuro ma senza dimenticare il proprio DNA. I valori e le lezioni ancora attuali del fondatore, Salvatore Ferragamo, e di sua moglie Wanda, manager donna ante litteram e una famiglia che rappresenta un valore insostituibile. La determinazione di portare avanti un percorso di lungo periodo, per far evolvere un’azienda che, poggiando su una storia meravigliosa, si sta proiettando nel futuro del lusso globale. La scelta di ambientare la nuova campagna a Firenze, città che rappresenta il punto di partenza della storia del brand, il luogo scelto da Salvatore molti anni fa per realizzare il suo progetto di Made in Italy.
Moda: intervista a Leonardo Ferragamo
Presidente, quali sono le caratteristiche essenziali che hanno fatto di Ferragamo un’eccellenza del Made in Italy nel mondo, tra i principali player del settore del lusso e con quasi cento anni di storia (il centenario scoccherà nel 2027)? In questo contesto, quali sono i valori di riferimento del Gruppo? Lei ha affermato che “i valori di cento anni di storia non saranno mai obsoleti”.
Il nome Ferragamo evoca una lunga storia di eccellenza nel design e nella produzione di calzature e accessori di lusso: mio padre Salvatore, che ha fondato l’Azienda, è stato un pioniere nell’industria della moda, riconosciuto - oltre che per la sua creatività - anche per la sua passione per l’artigianato, il bello, il ben fatto, l’innovazione. Un’eredità straordinaria che ci ha permesso di attraversare quasi un secolo di storia continuando a creare ma anche a re-immaginare i prodotti ed essere riconosciuti come una icona di stile. Abbiamo sempre perseguito la crescita e lo sviluppo senza mai venir meno a quello che sono i nostri valori, che sono rappresentati da innovazione, creatività, artigianalità, sostenibilità, autenticità, indipendenza ed italianità. Valori che sono alla base del nostro percorso di evoluzione, che fanno parte del nostro dna e che sono sempre di grandissima attualità.
State portando avanti un percorso di lungo periodo con l’obiettivo di proiettare l’azienda nel futuro del lusso globale. Quali sono i capisaldi, le scelte strategiche di questo percorso? Quale sarà il futuro della moda per la maison Ferragamo?
Da quasi tre anni, insieme all’Amministratore Delegato Marco Gobbetti, abbiamo iniziato un nuovo capitolo nella storia del brand: un percorso di evoluzione, che ci ha permesso di rivedere e migliorare la rete distributiva e l’organizzazione, inserire nuovi professionisti e rifondare la direzione creativa con l’arrivo del giovane designer britannico Maximilian Davis, un talento innovativo, che spicca per eleganza e credibilità. Tutto questo lo abbiamo fatto per interpretare e proiettare nel futuro la visione di Ferragamo che poggia su solide radici. Oggi il gruppo si trova a metà del progetto di rilancio ed è pronto a cogliere i risultati del duro lavoro effettuato finora: abbiamo tanti segnali di apprezzamento del lavoro che abbiamo impostato, da clienti storici e nuovi e anche da alcuni che si erano allontanati e ora tornano. Certo, il percorso non è stato breve e l’andamento attuale del mercato globale del lusso ci impegna a perseguire con determinazione la strada intrapresa con molta fiducia.
Ha citato, tra i cardini passati, presenti e futuri di Ferragamo, il ruolo “imprescindibile” della donna. Ferragamo, infatti, è un cognome legato al proprio fondatore, Salvatore, ma certamente evocativo di un nome, quello di Wanda, manager donna ante litteram. Quali sono stati i suoi insegnamenti che ritiene più preziosi? E che ricordo ha di suo padre, che scomparve nel 1960, quando lei aveva appena 6 anni, e la cui vita avventurosa è stata anche oggetto di film di Luca Guadagnino? Quale la lezione che arriva dalla sua vita?
Mio padre si faceva guidare dal sentimento e dalla sua visione; non voleva scendere a compromessi sulla qualità e quindi decise di tornare in Italia per produrre qui, con gli artigiani italiani. Fu il pioniere del Made in Italy della moda da esportare, e non riusciremo mai a ringraziarlo abbastanza per aver scelto come base la magnifica Firenze. Mia madre è stata una donna eccezionale, mossa dal suo cuore e dalla sua intelligenza, dalla passione e da una personalità incredibile. Da entrambi i miei genitori ho imparato moltissimo: l’amore per quello che facciamo, l’impegno e la passione per la qualità e per il lavoro quotidiano, la resilienza, la voglia di rialzarsi quando si cade, di andare sempre avanti per continuare a perseguire i propri sogni.
Tra le vostre scelte strategiche un caposaldo è stata e rimane l’Internazionalizzazione. Quali mercati vede come più promettenti nel medio periodo? Inoltre, ha affermato che “l’indipendenza è un valore”. A cosa si riferiva esattamente?
Mio padre è sempre stato un pioniere: è stato un innovatore nella creatività, nell’utilizzo di materie prime come il sughero e il nylon da pesca per creare scarpe diventate oggetti di culto, ha intuito il legame tra moda e cinema e ha sempre cercato di coniugare forma, calzabilità e comfort delle scarpe, registrando oltre 350 brevetti. E grazie al suo spirito l’azienda è stata un pioniere anche nell’espansione internazionale, iniziando a esportare negli USA già negli anni ‘50, in Giappone alla fine degli anni ‘70, e aprendo il primo monomarca in Cina nel 1994.
Oggi i mercati stanno vivendo un periodo caratterizzato da grande incertezza e volatilità, a causa dei conflitti in corso e dei rallentamenti economici di alcune aree del mondo. L’America e l’Europa sono sicuramente mercati in cui stiamo ottenendo risultati molto positivi dalle nostre nuove linee e anche il Giappone e l’America Latina stanno andando molto bene. L’area che sta soffrendo è la Grande Cina, dove si registra una diminuzione dei consumi in generale e una pausa nella crescita a lungo termine del Paese. La Cina ha avuto una crescita ininterrotta dai primi anni ‘90, quando ha iniziato a liberalizzarsi, fino ad oggi, e insieme all’effetto Covid è il primo vero arresto che abbiamo visto nella continua crescita di questo incredibile mercato. Sono fiducioso che le cose si riprenderanno presto in modo positivo.
Per un gruppo come il nostro, l’indipendenza e la presenza della famiglia rappresentano un valore insostituibile: la famiglia è infatti determinata a portare a termine un percorso di lungo periodo, con l’obiettivo di far evolvere un’azienda che, poggiando su una storia meravigliosa, si sta proiettando nel futuro del lusso globale.
Nella nuova campagna, Ferragamo celebra la nuova stagione tornando a casa, a Firenze, e ambienta la visione della nuova stagione nel contesto del suo passato. Quale è il significato?
Abbiamo voluto mostrare la realtà della città, delle vite vissute sul suo sfondo storico, e abbiamo affidato l’interpretazione all’obiettivo di Juergen Teller, un artista famoso per la sua prospettiva unica sulla modernità. In questa campagna abbiamo voluto ritrarre persone reali a Firenze e mostrare come indossano Ferragamo perché Firenze rappresenta il punto di partenza della nostra storia, il luogo scelto da mio padre molti anni fa per realizzare il suo progetto di Made in Italy. Non è solo il luogo dove ha trovato artigiani di grande talento, ma anche il simbolo di una storia e di una cultura straordinaria e di un’eccellenza impareggiabile, che incarna il senso di appartenenza a valori condivisi e legami affettivi.
Nel marzo 2022 avete scelto Maximilian Davis - che aveva solo 27 anni - come Direttore creativo. Quale, a suo parere, il valore aggiunto che ha portato alla maison?
Maximilian ha un senso dell’eleganza e un’estetica in perfetta sintonia con i nostri valori e il nostro dna. Ha portato una
visione giovane, dinamica e al contempo rispettosa dell’eredità di
Ferragamo. Nonostante la sua giovane età, ha saputo combinare la sua energia creativa con un profondo rispetto per la tradizione e l’artigianalità che definiscono la nostra maison. Il suo approccio innovativo ha contribuito a rinfrescare l’immagine del brand, rendendolo ancora più rilevante per le nuove generazioni, senza mai perdere di vista i nostri valori fondamentali. Credo che il suo talento consista proprio in questa capacità di dialogare con il passato, guardando al futuro con audacia e creatività.
Cos’è la sostenibilità (intesa a 360 gradi: ambientale, economica, sociale) per il Gruppo Ferragamo? Dal 2017 realizzate un Piano di Sostenibilità e il brand è stato inserito nel MIB ESG Euronext, ossia l’indice, dedicato alle blue-chip italiane, che identifica le 40 aziende quotate con le migliori pratiche ambientali, sociali, e di governance. Orgoglioso di questo risultato?
È un risultato che rappresenta la conferma del nostro impegno nel generare valore condiviso per i nostri azionisti, le persone di Ferragamo, i nostri partner e le comunità locali. La nostra determinazione nell’intraprendere una strategia di sostenibilità integrata all’interno del nostro business model è testimoniata anche dai risultati ottenuti nel 2023, tra cui spiccano l’utilizzo per il 92,8% di pellami provenienti da concerie certificate Leather Working Group, l’acquisto di garanzie d’origine rinnovabile per l’82% dell’energia utilizzata, e la forte riduzione della plastica single use dal packaging dei prodotti.