INWIT: la prima tower company italiana "regina" dell'infrastrutturazione digitale

- di: Redazione
 

Un modello di business solido che consente di effettuare importanti investimenti con ritorno a lungo termine e di generare efficienze per l’intero ecosistema delle telecomunicazioni, il punto sulla diffusione del 5G, il piano di investimenti da 800 milioni di euro al 2026, la tecnologia DAS, importante strumento di INWIT per il sistema di copertura wireless dedicata che trasmette il segnale cellulare 4G e/o 5G multi-operatore, in piena integrazione e complementarità con le reti cellulari outdoor, l’impegno per superare il digital divide italiano, gli investimenti nei progetto di smart city. Il Direttore Generale Diego Galli spiega il solido modello di business della Società.

Dottor Galli, INWIT continua a crescere e guarda al futuro con ottimismo. Come si è evoluto il modello di business della Società nel corso del tempo, quali le principali strategie che guidano il percorso di crescita?

Con oltre 10 miliardi di euro di capitalizzazione, INWIT è una delle prime venti società quotate del FTSE MIB con un solido modello di business che consente di effettuare importanti investimenti con ritorno a lungo termine e di generare efficienze per l’intero ecosistema delle telecomunicazioni. Le nostre torri e i nostri apparati per coperture dedicate multi-operatore DAS (Distributed Antenna System) sono oggi infrastrutture digitali condivise, in grado cioè di servire contemporaneamente più operatori e più tecnologie: il modello della ‘sharing economy’ porta efficienza industriale, finanziaria ed ambientale nella catena del valore.

Le torri di telecomunicazione sono uno snodo chiave delle moderne infrastrutture digitali: asset connessi, distribuiti e protetti in grado di fornire servizi avanzati nell’ambito dell’ecosistema 5G. Siamo presenti sul mercato telco con oltre 24mila torri (una torre ogni 3 km) e oltre 500 coperture indoor: l’industria ha bisogno di continui e ingenti investimenti e noi rimaniamo focalizzati sulla realizzazione delle infrastrutture abilitanti.

La transizione digitale, e anche quella ecologica che le è connessa, non si fa senza creare le infrastrutture abilitanti dei servizi del digitale. Il 94% degli italiani, secondo una vostra recente indagine, è consapevole dell’importanza delle infrastrutture digitali a servizio dei territori per creare valore, sviluppo sociale e sviluppo economico. A che punto siamo sull’infrastrutturazione digitale e sul 5G in Italia?

La recente relazione della Commissione europea sullo stato del decennio digitale evidenzia per l’Italia una teorica copertura 5G al 99,5% della popolazione. Un livello, in realtà, raggiunto grazie alla buona copertura 4G e all’uso della tecnologia Dss (Dynamic spectrum sharing), che permette di utilizzare la stessa banda sia per Lte 4G che per il 5G. Di conseguenza, il servizio di cui beneficia la maggior parte degli italiani è ancora lontano dalle prestazioni che il 5G ‘standalone’, cioè il ‘vero 5G’, può offrire. Per poter sviluppare una rete 5G capillare anche standalone occorrono ulteriori investimenti. È pertanto importante che l’industria telco, particolarmente sotto pressione in Italia per la bassa generazione di cassa e redditività, evolva verso un assetto di maggiore sostenibilità economica che favorisca gli investimenti. Ed è auspicabile che a livello locale ci sia il recepimento integrale delle semplificazioni normative già adottate a livello nazionale, per supportare velocità ed economicità degli investimenti in infrastrutture.

Qual è il contributo di INWIT sul fronte degli investimenti infrastrutturali?

Stiamo realizzando un piano di investimenti da 800 milioni al 2026 concentrato su infrastrutture digitali e condivise che abilitano lo sviluppo del 5G. Siamo focalizzati su nuove torri (oltre 900 solo nel 2023) e su infrastrutture DAS per location indoor: abbiamo già abilitato la connettività multi-operatore anche in 5G in oltre 100 ospedali e 10 campus universitari (dalla LUISS al Campus di Ingegneria della Federico II), diversi musei (tra cui Maxxi e Museo Nazionale Etrusco), centri commerciali come il Merlata Bloom di Milano, il più grande d’Europa, ed infrastrutture per la connettività in mobilità: oltre 40 km di metropolitane (la nuovissima M4 Milano, prima in “full” 5G, e quelle di Napoli, Catania e Brescia) e oltre 1.000 km di tunnel stradali e autostradali.

A proposito di DAS, importante strumento di INWIT per la copertura dedicata multi-operatore. Quali sono le caratteristiche di questo tipo di servizio? 

Secondo GSMA, il 70% del traffico mobile avviene in location indoor, dove si utilizza il cellulare per parlare e utilizzare dati, ma anche per effettuare transazioni, autenticazioni o pagamenti. La connettività indoor è spesso sfidante, in particolare in edifici molto grandi, con mura spesse o sotterranei: sono pertanto necessari specifici apparati. INWIT è specializzata nel realizzare infrastrutture per la connettività indoor di alta qualità con la tecnologia DAS – ampiamente diffusa negli USA – che è un sistema di copertura wireless dedicata, composto da microantenne distribuite all’interno di una struttura, che trasmette il segnale cellulare 4G e/o 5G multi-operatore, in piena integrazione e complementarità con le reti cellulari outdoor. Questi sistemi garantiscono alta performance e standard di sicurezza informatica e un’esperienza ‘seamless’ in continuità tra connettività outdoor e indoor, consentendo la diffusione dei nuovi servizi digitali Smart, incluso l’loT. INWIT gestisce apparati DAS in più di 500 locations in Italia: in aggiunta a quanto citato prima, ne beneficiano anche edifici di carattere storico e pregio artistico come la Corte di Cassazione a Roma o la Nuvola di Fuksas all’Eur, o località come Borgo Egnazia, dove a giugno si è svolto il G7.

E sul superamento del digital divide, su cui INWIT è molto impegnata, a che punto siamo?

Coerentemente con il ruolo di ‘abilitatore della digitalizzazione’, il piano industriale e di sostenibilità di INWIT include l’obiettivo di contribuire alla riduzione del digital divide. La digitalizzazione contribuisce allo sviluppo economico, al benessere sociale e culturale delle comunità e l’inclusione digitale mira a garantire a tutti pari opportunità nell’utilizzo della rete e nello sviluppo di una cultura dell’innovazione, contrastando anche la discriminazione sociale. Su questo tema INWIT è impegnata su più fronti, in particolare sul Piano Italia 5G del PNRR, attraverso il quale stiamo portando le nostre torri, equipaggiate con il 5G degli operatori, in ben 1.385 aree bianche, cioè in digital divide, dove la connettività mobile non era disponibile e non sarebbe rientrata nei normali piani di investimento, in quanto aree a fallimento di mercato. Il Piano ad oggi è in linea con gli obiettivi, e per raggiungere i target 2026 è prevista una forte accelerazione. A tal fine è fondamentale il supporto delle amministrazioni locali, con le quali lavoriamo costantemente in collaborazione, così come con ANCI, Uncem, Infratel e il Dipartimento per la Trasformazione digitale. 

In una recente intervista ha affermato che una città digitale è più veloce, cresce di più, offre più servizi efficienti. E ha fatto l’esempio delle smart city che state realizzando con Fiera di Milano. Quali altre iniziative di questo tipo avete in programma?

Le tecnologie come 5G, IoT, cloud e intelligenza artificiale contribuiranno a trasformare le città che sono destinate a diventare sempre più ‘smart’: intelligente significa sostenibile, efficiente e innovativa, in grado di migliorare la qualità di vita dei cittadini grazie all’utilizzo di soluzioni e sistemi tecnologici connessi e integrati tra loro. Le nostre infrastrutture digitali e condivise sono al centro di questo processo di trasformazione: abilitano in modo integrato ed efficiente la connettività degli operatori indoor e outdoor e supportano la diffusione capillare sul territorio del 5G e del digitale. È questa logica che ci porta a investire nei progetti di smart city come Roma 5G, oppure nei 551mila mq dei campus di Fiera Milano, e a realizzare coperture dedicate che abilitano il 5G nelle metropolitane, grandi stazioni e grandi aree di aggregazione.

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