Crollo choc a Piazza Affari: Milano affonda sotto i colpi dei dazi, bancari e Stellantis travolti
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

La terza seduta consecutiva in profondo rosso scuote Piazza Affari, che a metà giornata registra un tracollo del 4,7%, portandosi a 33.014,31 punti sull'indice Ftse Mib. Una discesa che assume i contorni di una crisi improvvisa ma non inaspettata, maturata nelle ultime ore sotto la pressione crescente delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. È la risposta cinese alle nuove misure tariffarie volute da Washington ad aprire un fronte potenzialmente devastante per l’economia globale, mentre l’Europa si ritrova ancora una volta spettatrice e al tempo stesso vittima.
Crollo choc a Piazza Affari: Milano affonda sotto i colpi dei dazi, bancari e Stellantis travolti
Il presidente Usa Donald Trump, fautore dell’inasprimento delle misure doganali contro le importazioni cinesi, non dà segni di voler arretrare. Dalla Cina arrivano invece segnali forti, con contromisure già annunciate e l’intenzione di replicare in modo speculare a ogni nuova iniziativa americana. L’escalation sta seminando il panico nei mercati finanziari globali e Milano non fa eccezione, pagando più di altri per la forte esposizione del suo listino a settori come l’automotive e il credito, entrambi particolarmente sensibili agli effetti delle guerre commerciali.
Stellantis e l’automotive sotto assedio
Il tonfo più vistoso è quello di Stellantis, che lascia sul terreno oltre il 7%, un crollo che si traduce in milioni di capitalizzazione bruciati in poche ore. La casa automobilistica guidata da Carlos Tavares è da tempo sotto i riflettori per l’impatto delle tensioni geopolitiche sulle sue filiere globali. Iveco segue a ruota con un -6,35%, mentre Leonardo perde il 4,43%, dimostrando come anche la difesa e l’aerospazio siano esposti ai rischi del rallentamento degli scambi e della volatilità politica.
Valanga sui titoli bancari, affondano anche i big
Il comparto bancario vive una vera e propria giornata da incubo. Intesa Sanpaolo cede il 5,51%, Mps arretra del 5,15%, Banco Bpm e Bper viaggiano intorno al -4,3%. Peggio fa Mediobanca con un tonfo del 5,89% e Popolare di Sondrio che perde il 5,65%. È il termometro di un malessere profondo, che colpisce gli istituti non solo per l’impatto indiretto sulle economie reali, ma anche per la fuga dagli attivi rischiosi da parte degli investitori internazionali. L’Italia, con il suo debito elevato e le prospettive di crescita incerte, diventa il bersaglio più vulnerabile in questo contesto.
Energetici in difficoltà, Eni ed Enel zavorrano il listino
Neppure gli energetici riescono a fungere da scudo in questa giornata nera. Eni lascia sul terreno il 5,91%, Enel arretra del 5,22%. Il comparto, solitamente più resiliente grazie alla solidità dei flussi di cassa, soffre in questo caso la combinazione tra la caduta delle borse mondiali e il clima di incertezza sulla domanda globale, che rischia di ripercuotersi anche sulle materie prime.
Europa disorientata, l’Italia più esposta di tutti
In un’Europa che fatica a trovare una posizione comune sui dazi imposti dagli Usa, l’Italia si scopre particolarmente esposta. Il mix tra settori industriali fortemente internazionalizzati e un quadro politico ancora incerto rende Piazza Affari il bersaglio ideale per vendite speculative e ritirate strategiche. I grandi fondi guardano altrove e il nervosismo sulle politiche monetarie della BCE non fa che aggravare lo scenario.
Investitori alla finestra, attesa per le mosse di Bruxelles
A fronte di questo quadro, gli investitori restano alla finestra in attesa di eventuali segnali dalle istituzioni europee. A Bruxelles si discute di un possibile fronte comune contro le tariffe statunitensi, ma l’impressione è che manchino ancora gli strumenti concreti per rispondere con la stessa rapidità e intensità mostrata da Washington e Pechino. Intanto, i mercati chiedono protezione e stabilità: due elementi che oggi sembrano merce rara, soprattutto per l’Italia.
La seduta del pomeriggio sarà decisiva
Sarà la seconda parte della giornata a determinare se il calo odierno resterà entro i confini di una correzione tecnica o se si trasformerà in una vera e propria fuga da Piazza Affari. Gli operatori attendono con ansia nuove indicazioni, ma il rischio che la tensione si allarghi anche ad altri settori e listini europei è più che concreto. Le prossime ore potrebbero ridefinire l’equilibrio delle borse continentali e dare una misura più chiara della profondità di questa ondata ribassista.